Sorpresa: i ragazzi vogliono parlare di droghe: "Ragioniamo su ciò che sta dietro al loro uso"
Attenzione e partecipazione nell’incontro tra 120 alunni delle classi seconde e terze della ’Ceccardi’ e lo psicologo Roberto Sbrana
"Ma se ragionassimo su quello che sta dietro all’uso delle droghe? È una domanda che mi ha fulminato. Del tutto inaspettata da una platea di studenti di scuola media. Perché pone l’accento su seri problemi giovanili come la solitudine, il bisogno di essere accettati dai compagni, la noia". È felicemente sorpreso Roberto Sbrana al termine dell’incontro dal titolo "Ricominciamo a parlare di droghe" che mercoledì scorso lo ha visto impegnato alla scuola primaria di secondo grado Ceccardo Roccatagliata Ceccardi di Luni. Oltre ad essere psicologo psicoterapeuta, già docente all’Università di Genova, con un’esperienza ultra trentennale nel Servizio Tossicodipendenze dell’Asl spezzina e già dirigente del Sert interno al carcere di Villa Andreini, Sbrana è un convinto sostenitore dell’assunto che se le conosci le droghe le eviti. Ne scrive e ne parla instancabilmente da anni. Ovunque e con chiunque.
"Vado dove mi chiamano - dice - ma è sui giovanissimi che bisogna intervenire. L’età si abbassa, ormai riguarda i dodicenni e non solo per l’uso delle droghe. Non se ne parla ma anche il consumo di alcol è a livelli allarmanti". Ed è proprio con loro che Sbrana si è confrontato a Luni. Circa 120 ragazze e ragazzi di 12 e 13 anni delle classi seconde e terze. "Tanti - dice - silenziosi, attenti, curiosi. Uno spettacolo!". Ad ascoltare racconti, verità anche crude sull’uso di droghe. In tutte le loro implicazioni: dalle conseguenze sulla salute fisica e psicologica, con Roberto Sbrana, alle implicazioni legali, con il sindaco di Luni Alessandro Silvestri in veste professionale di avvocato e il maggiore Luca Panfilo, comandante dei carabinieri di Sarzana. Senza tralasciare il ruolo fondamentale della famiglia, tema su cui si è soffermata Patrizia De Masi, madre di tre figli, assessora all’istruzione e promotrice dell’iniziativa. "Abbiamo voluto dare un quadro il più esaustivo possibile della complessità del problema - spiega -. La stragrande maggioranza delle domande sono state per il dottor Sbrana, ma l’attenzione è stata intensa e costante per tutti i temi trattati".
Efficace la modalità del confronto. Una scatola da cui estrarre le domande dei ragazzi, una trentina, scritte su foglietti anonimi, per aiutare anche i più timidi a chiedere: quali sono le droghe? Che cosa succede al cervello? Come faccio a farmi aiutare? Avete mai fatto uso di droghe? Chiare le indicazioni tracciate dai relatori. Non aver paura di parlarne e di chiedere aiuto. Non fare l’errore di pensare di essere forti e di poter decidere quando smettere. Non è così che funziona. Uscire dalla trappola della droga è tanto difficile quanto è facile ricaderci. Ora non resta che raccogliere le riflessioni dei ragazzi. Le classi seconde si sono già espresse. A caldo, hanno scritto le loro impressioni su post it colorati e tappezzato una parete della scuola. Una per tutte: "Io oggi ho capito che: sembra all’inizio che drogarsi non sia niente di che ma poi può cambiarti la vita (sociale, lavorativa) e rischi di non farcela e può non farti capire più niente. Quindi, state attenti!". L’incontro con gli studenti è stato il primo della campagna di sensibilizzazione contro l’uso di sostanze stupefacenti "Ricominciamo a parlare di droghe" voluta dall’amministrazione di Luni.
Il secondo appuntamento, aperto a tutti, è per giovedì 13 febbraio alle 17 nella sala consiliare del palazzo comunale in via Castagno 61. "Questo secondo incontro - sottolinea De Masi – ha un intendo diverso dal primo. Vuole coinvolgere cittadini, associazioni, comunità terapeutiche, servizi pubblici e privati, forze dell’ordine per raccogliere e mettere a confronto contributi, idee ed esperienze di quanti operano quotidianamente e a vario titolo nell’ambito della cura e contrasto alle tossicodipendenze. Un confronto che sarà tanto più ricco quanto maggiore sarà la partecipazione".