Sberla spaziale di Mattarella a Musk di SpaceX, tutti i dettagli

In occasione di un discorso all'università di Marsiglia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato del pericolo rappresentato dai "neo-feudatari del Terzo millennio" e "novelli corsari",un riferimento velato (ma nemmeno troppo) a Elon Musk. Non è la prima volta che il capo dello Stato si rivolge al patron di SpaceX...

Feb 6, 2025 - 15:57
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Sberla spaziale di Mattarella a Musk di SpaceX, tutti i dettagli

In occasione di un discorso all’università di Marsiglia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato del pericolo rappresentato dai “neo-feudatari del Terzo millennio” e “novelli corsari”,un riferimento velato (ma nemmeno troppo) a Elon Musk. Non è la prima volta che il capo dello Stato si rivolge al patron di SpaceX…

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, torna a bersagliare Elon Musk.

L’occasione stavolta è l’intervento alla cerimonia di consegna dell’onorificenza accademica di dottore honoris causa dall’Università di Aix-Marseille. Nel suo discorso Mattarella mette in guardia  dai “neo-feudatari del Terzo millennio – novelli corsari a cui attribuire patenti – che aspirano a vedersi affidare signorie nella dimensione pubblica, per gestire parti dei beni comuni rappresentati dal cyberspazio nonché dallo spazio extra-atmosferico, quasi usurpatori delle sovranità democratiche”.

Un riferimento, nemmeno troppo velato, a Elon Musk, il miliardario statunitense proprietario di Tesla, X e SpaceX, nominato dal presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump a capo della nuova agenzia governativa per l’efficienza (Doge). E non è la prima volta che il capo dello Stato si rivolge indirettamente a Musk. L’ultima in ordine temporale risale allo scorso novembre quando Mattarella ha criticato il patron di SpaceX per essersi intromesso negli affari interni dell’Italia dopo che l’imprenditore americano aveva attaccato i magistrati italiani per non aver convalidato il trasferimento di migranti nei centri in Albania.

Stavolta, l’inquilino del Colle menziona l’Outer Space Treaty per rammentare che “lo spazio extra-atmosferico, compresi la luna e gli altri corpi celesti, non è soggetto ad appropriazione da parte degli Stati, né sotto pretesa di sovranità, né per utilizzazione od occupazione, né per qualsiasi altro mezzo possibile”. Preciso ragguaglio della corsa spaziale attuale, con la realtà privata SpaceX in posizione di assoluta leadership.

Pertanto, il capo dello Stato richiama l’attenzione sulla necessità di difendere gli “organismi internazionali”, affinché l’Unione europea non sia vassalla.

Tutti i dettagli.

LE PAROLE DEL CAPO DELLO STATO A MARSIGLIA

“Nell’equilibrio mondiale si riaffaccia con forza e in contraddizione con essa il concetto di sfere di influenza che fu all’origine dei mali del ventesimo secolo e che la mia generazione ha combattuto” ha evidenziato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso all’università di Marsiglia.

Tema cui sia affianca, ha aggiunto, quello di “nuove figure di neo-feudatari del terzo millennio, novelli corsari a cui attribuire patenti, che aspirano a vedersi affidare signorie nella dimensione pubblica per gestire parti dei beni comuni rappresentati dal cyber-spazio nonché dello spazio extra-atmosferico, quasi usurpatori delle sovranità democratiche”.

IL RICHIAMO ALL’OUTER SPACE TREATY

Dopodiché, il capo dello Stato prosegue: “Ricordiamoci cosa detta l’Outer Space Treaty all’Art. II: “Lo spazio extra-atmosferico, compresi la luna e gli altri corpi celesti, non è soggetto ad appropriazione da parte degli Stati, né sotto pretesa di sovranità, né per utilizzazione od occupazione, né per qualsiasi altro mezzo possibile”.

L’Outer Space Treaty del 1967, il “Trattato sullo spazio extra-atmosferico”, rappresenta oggi la spina dorsale della legge spaziale.

Per regolamentare le attività nello spazio, si applica il diritto spaziale internazionale e lo strumento giuridico primario è il trattato citato da Mattarella.

Ormai cinquantotto anni fa gli Stati Uniti, l’Unione Sovietica e il Regno Unito aprirono alla firma un trattato, approvato dalle Nazioni Unite, chiamato Outer Space Treaty, il primo trattato internazionale nel campo spaziale. Ad oggi 102 nazioni ne fanno parte dalla firma nel 1967. Da allora, il trattato ha contribuito a garantire l’esplorazione pacifica dello spazio, oltre a fornire un quadro duraturo su come le nazioni dovrebbero comportarsi nell’orbita terrestre e oltre.

All’Outer Space Treaty hanno fatto seguito quattro trattati regolanti specifici aspetti dell’azione statale nello spazio, in particolare: l’Accordo sul salvataggio e il ritorno degli astronauti e sulla restituzione di oggetti lanciati nello spazio del 1968; la Convenzione sulla responsabilità internazionale per danni causati da oggetti spaziali del 1972; la Convenzione sull’immatricolazione di oggetti spaziali del 1975e l’Accordo relativo all’attività degli Stati sulla Luna e sugli altri corpi celesti del 1979.

COSA PREVEDE IL TRATTATO SULLO SPAZIO EXTRA-ATMOSFERICO

Nel frattempo aziende private come SpaceX, Blue Origin e Virgin Galactic stanno fiorendo nello spazio, offrendo servizi di lancio, turismo spaziale commerciale, telecomunicazioni e Gps. La società aerospaziale di Elon Musk, che gestisce i satelliti Starlink, prevede di aumentare la sua costellazione a 42.000 satelliti.

Proprio a inizio anno è emerso che l’Italia sta puntano a Starlink per le comunicazioni governative sicure perché ai militari italiani serve il servizio di Internet satellitare di Elon Musk.

La legge spaziale non impedisce attualmente ad attori, pubblici o privati, di lanciare un gran numero di satelliti nello spazio. Tuttavia, proprio come gli oceani possono essere sovrasfruttati, i detriti spaziali possono creare seri problemi per i futuri utilizzi dello spazio.

Le disposizioni del Trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967, che stabiliscono il quadro di base del diritto spaziale, sono troppo generiche per affrontare i problemi complessi e relativamente nuovi come quello dei detriti spaziali per esempio.

IL MONITO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Ma anche se hanno bisogno di essere rinnovate, le normative internazionali devono essere comunque il perno su cui basare le attività spaziali (e non solo) presenti e future. È questo il messaggio del presidente della Repubblica spiegando che “L’età moderna è stata caratterizzata dalla “Conquista”, di terre, ricchezze, risorse. Nei secoli, dall’abbandono progressivo di territori non più fertili, con le migrazioni verso nuovi lidi. In tempi relativamente recenti, con il mito, in America, della “Nuova frontiera”. Regole e strumenti ci sarebbero per affrontare questa fase e allora perché il sistema multilaterale sembra non riuscirci, con il rischio del ripetersi di quanto accaduto negli anni Trenta del secolo scorso: sfiducia nella democrazia, riemergere di unilateralismo e nazionalismi?”

Tanto che Mattarella mette in guarda da chi “Oggi come allora, ritenendo superflue se non dannose per i propri interessi le organizzazioni internazionali, pensano di abbandonarle”.

“Bisogna proteggere ed alimentare gli organismi internazionali, conservandone i principi ma adattandosi ai fenomeni che il tempo ci pone davanti” altrimenti “il rischio, come avvenuto dopo la prima guerra mondiale, è che la spinta di nazionalismi, protezionismi, neo feudatari e portatori di interessi, desiderosi di abbandonare gli istituti internazionali, porti a conseguenze nefaste, ben note alla storia” ha concluso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella sua lunga lectio magistralis all’Università Aix-Marseille.

TUTTE LE VOLTE CHE MATTARELLA HA RIMBROTTATO MUSK

Come già detto, non è la prima occasione che il Quirinale coglie per rivolgersi indirettamente a Elon Musk.

Partiamo da dicembre 2023, durante il tradizionale discorso di auguri alle Alte cariche dello Stato, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva lanciato un allarme contro quei pochi che detengono un eccessivo potere: “Oligarchi di diversa estrazione si sfidano nell’esplorazione sottomarina, in nuove missioni spaziali, nella messa a punto di costosissimi sistemi satellitari (con implicazioni militari) e nel controllo di piattaforme di comunicazione social, agendo, sempre più spesso, come veri e propri contropoteri”. Come per l’intervento a Marsiglia, anche in quel caso il capo dello Stato evoca una situazione che rimanda a SpaceX, anche se non cita direttamente il magnate Elon Musk che, solo pochi giorni prima, era ospite ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia.

Arriviamo poi allo scorso novembre quando il Colle aveva pubblicato un comunicato stampa in risposta alle critiche di Elon Musk che aveva definito “inaccettabile” la sentenza di un tribunale che blocca i piani di Roma di trasferire la detenzione dei migranti in Albania, mettendo in discussione la democrazia italiana.

“L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, che “sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione” si era trovato a dichiarare Mattarella, sentenziando che “Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni”.

LE TRATTATIVE CON STARLINK

Dunque, sembra ormai un fatto conclamato lo scetticismo di Mattarella su Musk, in un momento in cui il nostro Paese sta portando avanti trattative con la società aerospaziale SpaceX per la fornitura di comunicazioni crittografate dalla costellazione satellitare Starlink.

Di recente il Fatto quotidiano ricordava che “viene chiesto all’Agenzia spaziale un rapporto per spiegare perché urge dotare il Paese di una costellazione ed elencare le varie opzioni. Poi toccherà al Consiglio Supremo di Difesa analizzare il report e fare una scelta”.

D’altronde anche la presidente del Consiglio Meloni ha precisato a inizio anno che sul dossier Starlink “si tratta di interlocuzioni che rientrano nella normalità del lavoro che fa un governo cioè sono interlocuzioni che noi abbiamo con decine di aziende che arrivano e si propongono per le cose più disparate dopodiché funziona che si fa un’istruttoria e all’esito di quella istruttoria se la cosa è di interesse si pone nelle sedi competenti” che in questo caso vanno dal “Consiglio Supremo di Difesa fino al Parlamento”. Quindi “siamo banalmente nella fase istruttoria” ha ribadito Meloni.

Tuttavia, secondo il Fatto, “il parere del capo dello Stato, che presiede il Consiglio, non è vincolante, ma un suo no sarebbe la pietra tombale su ogni rapporto organico con SpaceX”.

Intanto le recenti uscite pubbliche del presidente della Repubblica fanno trasparire l’opinione di Mattarella su Elon Musk e le sue attività, spaziali e non.

L’APPROCCIO DEI COLLABORATORI DI MUSK VERSO IL QUIRINALE

Proprio per questo i collaboratori di Elon Musk avrebbero tentato di avvicinare il Quirinale nei giorni scorsi.

“Qualcuno adesso è tornato a bussare alla porta del Quirinale, sempre per conto di Elon Musk, il supermiliardario amico di Giorgia Meloni desideroso di portare in Italia la connessione a banda larga della sua rete satellitare” scriveva domenica La Stampa. E no, secondo il quotidiano torinese, non si tratterebbe di Andrea Stroppa, informatico trentenne di Roma, principale collaboratore di Elon Musk in Italia.

Quest’ultimo infatti non ha un trascorso pubblico propriamente sereno con il Colle. All’epoca della prima “critica” da parte del presidente Mattarella a Musk, nel dicembre 2023, a prendere le immediate difese del patron di SpaceX ci ha pensato proprio Andrea Stroppa, con un post su X (la piattaforma ex Twitter di proprietà di Musk) in cui puntava l’indice nei confronti di Giovanni Grasso, il portavoce del presidente Mattarella: “Che disastro @_giovannigrasso @Quirinale, ma perché suggerite al Presidente queste parole? Un danno alle dozzine di piccole imprese italiane che collaborano con le aziende di Elon e alla nostra agenzia spaziale”.

E oggi, “Da quanto riferiscono fonti interessate al dossier e fonti di Palazzo Chigi, anche Meloni ha realizzato quanto stesse diventando controproducente l’attitudine poco diplomatica di Stroppa” prosegue La Stampa, ricordando che lo stesso quotidiano “poco meno di un mese fa, ha raccontato di come gli uomini che lavorano per Musk in Italia abbiano cercato, invano, verso la fine di ottobre e l’inizio di novembre del 2024, un contatto direttamente con il Quirinale, e che lo abbiano fatto per cercare di convincere la massima autorità politica di garanzia sulla buona fede dell’operazione Starlink”.