Oro , nuovi record in vista nel 2025?
Vicenzaoro, Intesa Sanpaolo:Club degli Orafi Italia: esportazioni verso gli USA di oreficeria e bigiotteria nel 2023 hanno raggiunto 1,6 miliardi di euro
Opportunità e sfide per le imprese orafe italiane nel mercato statunitense sono state al centro dell’incontro organizzato dal Club degli Orafi Italia e dal Research Department di Intesa Sanpaolo.
2025, crescita stabile
L’evento, ospitato da VicenzaOro e moderato da Laura Biason, Direttore Generale del Club degli Orafi Italia, è stato aperto dall’intervento di Filippo Fusaro, Direttore di ICE Houston, a cui è seguita la presentazione dello scenario macroeconomico e dei prezzi dei preziosi a cura di Daniela Corsini, Senior Economist responsabile della ricerca sulle commodity del Research Department di Intesa Sanpaolo. Stefania Trenti, Responsabile Industry and Local Economies Research del Research Department di Intesa Sanpaolo, ha illustrato l’andamento recente e il posizionamento delle imprese italiane negli USA, che continueranno a rappresentare anche in prospettiva uno dei mercati più importanti per i gioielli Made in Italy. L’evento si è chiuso con la testimonianza di Licia Mattioli, AD di Mattioli, che ha illustrato il punto di vista di un’impresa fortemente coinvolta sul mercato statunitense.
Ma quadro incerto
Nel 2025, a fronte di un ritmo di crescita dell’economia mondiale vicino al 3% in linea con quello dello scorso anno, ci si aspetta di assistere a dinamiche macroeconomiche eterogenee fra le varie aree. Negli Stati Uniti, la crescita è ben supportata da una domanda interna ancora vivace e da un impatto positivo sul clima di fiducia legato alle aspettative che la prossima amministrazione Trump possa implementare politiche favorevoli a crescita ed investimenti, almeno nel breve termine. I rischi inflattivi delle nuove politiche repubblicane e la resilienza del mercato del lavoro potrebbero giustificare meno del previsto tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, e quindi alimentare la prospettiva di tassi relativamente alti per un periodo prolungato.
In Europa, la crescita economica dovrebbe accelerare grazie al recupero dei consumi privati e agli investimenti di Next Generation EU, ma, almeno nel breve periodo, il clima di fiducia è negativamente influenzato dal rischio di guerre commerciali con gli Stati Uniti. Il processo di disinflazione, i timori di nuove restrizioni commerciali e l’incertezza politica in Germania e Francia potrebbero giustificare il proseguimento della politica espansiva della BCE sino a metà 2025.
I prezzi dei preziosi
In questo scenario macroeconomico, costellato di rischi politici e geopolitici, i metalli preziosi potrebbero esibire una relativa stabilità. Ci si attende che l’oro possa scambiare in un intervallo di circa 2.470 – 2.700 dollari l’oncia, registrando una media annua di circa 2.550 dollari. Quindi, non ci si attende che l’oro possa toccare nuovi massimi nel breve periodo. Tuttavia, dopo una fase di salutare consolidamento dovrebbero ravvivarsi le pressioni rialziste sui prezzi di tutti i principali metalli preziosi e nuovi massimi per l’oro sono probabili da fine 2025 in poi.
Per tutti i metalli, i principali fattori da monitorare nel corso dell’anno saranno le aspettative di politica monetaria e il conseguente impatto sulla forza relativa del dollaro americano, i rischi politici (e in particolare la possibilità di nuove guerre commerciali e modifiche alle attuali politiche energetiche) e geopolitici (soprattutto relativamente alle crisi in Medio Oriente e alla guerra fra Russia e Ucraina). Per l’oro sarà altresì rilevante monitorare la domanda delle banche centrali, soprattutto nei Paesi emergenti. Infatti, si evidenzia come a partire dal 2022, a seguito dell’invasione russa in Ucraina e delle conseguenti sanzioni internazionali contro la Russia, siano notevolmente cresciuti gli acquisti di oro per riserve strategiche.
In questo scenario, il 2025 si presenta come un anno complesso per le imprese orafe italiane, che negli ultimi
anni hanno ulteriormente rafforzato la propria presenza sui mercati internazionali.
Made in Italy, i numeri
Grazie alla crescita registrata anche nel 2024 (+44,5% in valore nei primi nove mesi del 2024), il gioiello in oro “Made in Italy” ha consolidato la propria leadership tra i paesi UE27 e con 9,8 miliardi di euro rappresenta il primo esportatore del continente. Oltre che nel contesto europeo, il rafforzamento si è realizzato anche a livello mondiale: l’Italia, infatti, ha guadagnato quote di mercato arrivando all’11% delle esportazioni mondiali di gioielli in oro nel 2023 anche grazie al consolidamento che si è registrato nel mercato americano, dove l’Italia rappresenta il secondo partner, dopo l’India, con una quota del 14% sulle importazioni americane di gioielli in oro, dal 7,3% del 2009. La domanda americana si concentra principalmente in quattro stati che coprono circa l’80% del totale: New York (46,5%), Texas (14,5%), California (12%) e Florida (5,9%). Per tutti questi territori, l’Italia si colloca tra i principali partner commerciali per gli acquisti americani di gioielli in oro.
Le esportazioni italiane verso gli USA nel 2023 hanno raggiunto, per l’intero settore dell’oreficeria e bigiotteria, 1,6 miliardi di euro, collocando il paese al primo posto delle destinazioni commerciali italiane, con un peso
medio del 14%, ma con punte del 50% per l’export di Torino e del 30% circa per Padova. Nei primi nove mesi del 2024 l’export italiano verso gli USA ha registrato una frenata (-8,1% per i gioielli in oro), soffrendo la concorrenza indiana e francese, in un contesto caratterizzato dall’elevata incertezza creata dalla campagna elettorale.
Incognita “Trump”
Il rischio di politiche commerciali avverse è di difficile valutazione, ma il settore orafo italiano potrà contare su un posizionamento nella fascia alta del mercato e su un’offerta di qualità elevata; inoltre, le ipotesi di andamento dei consumi si confermano in crescita intorno al 2% grazie a tassi di interesse più bassi e a un “effetto ricchezza” legato all’aumento dell’attività finanziaria.
Dall’inchiesta presso gli operatori italiani del settore, realizzata dal Club degli Orafi Italia e Intesa Sanpaolo, emerge una buona capacità di reazione da parte del tessuto produttivo italiano: il 38% delle imprese valuta la possibilità di cercare nuovi nuovi clienti in altre destinazioni geografiche e la revisione, nell’immediato, dei prezzi per il mercato americano.