Maja T., il “caso Salis” della Germania: per la Corte costituzionale tedesca l’estradizione in Ungheria “non aveva basi giuridiche”

La pronuncia dell'Alta corte non avrà effetti immediati sulla giovane imputata per gli scontro con estremisti di destra, ma avrà un peso su possibili nuove richieste di estradizione L'articolo Maja T., il “caso Salis” della Germania: per la Corte costituzionale tedesca l’estradizione in Ungheria “non aveva basi giuridiche” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 6, 2025 - 19:44
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Maja T., il “caso Salis” della Germania: per la Corte costituzionale tedesca l’estradizione in Ungheria “non aveva basi giuridiche”

La Corte costituzionale tedesca ha stabilito che l’estradizione di Maja T. in Ungheria, avvenuta lo scorso giugno su decisione di un tribunale di Berlino, non aveva basi giuridiche. La giovane attivista tedesca di sinistra, 23 anni, era stata arrestata a Berlino dopo degli scontri in Ungheria con degli estremisti di destra ed è accusata di appartenere a un’organizzazione terroristica con l’obiettivo di attaccare simpatizzanti dell’estrema destra. Il suo caso ricorda quello di Ilaria Salis, l’attivista italiana rimasta per 15 mesi nel carcere di massima sicurezza di Gyorskocsi utca di Budapest nelle pessime condizioni denunciate a più riprese. Anche l’avvocato della 23enne tedesca, Sven Richwin, ha denunciato il regime di isolamento cui la sua assistita è sottoposta da 7 mesi e un trattamento che definisce “sproporzionato” rispetto ai reati contestati.

Il caso era tornato all’attenzione dei media tedeschi e internazionali anche il 20 gennaio, quando sette giovani esponenti della sinistra radicale si sono consegnati alla giustizia tedesca, dopo essere stati a lungo ricercati con mandato di cattura internazionale per gli scontri di due anni fa con un gruppo di estremisti di destra a Budapest. Gli antifascisti chiedono attraverso i loro legali di essere processati in Germania e di non essere consegnati alla giustizia ungherese.

Secondo Richwin, la sentenza della Corte costituzionale non avrà effetti immediati. Il processo a Maja T. inizierà il 21 febbraio a Budapest: “Tragicamente il successo di Maja presso il più alto tribunale tedesco non cambierà sostanzialmente nulla per il momento. È molto dubbio che il rimpatrio possa essere eseguito; speriamo almeno che la sua detenzione venga alleggerita, ad esempio sotto forma di arresti domiciliari” ha spiegato Richwin all’Ansa. La pronuncia però potrebbe pesare sul procedimento per l’estradizione di altri attivisti.

Nello stesso processo in Ungheria è imputato anche Gabriele Marchesi la cui estradizione è stata rifiutata dai giudici di Milano e sarà giudicato in contumacia. Secondo la Corte d’appello esiste il “rischio reale di un trattamento inumano e degradante” nelle carceri ungheresi e “c’è fondatezza di timori di reali rischi di violazione dei diritti fondamentali“, si legge nelle motivazioni. L’Italia, dopo il caso Salis, è vista dai difensori tedeschi come un modello nella gestione delle richieste di estradizione legate agli scontri avvenuti in Ungheria.

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