“Chiesa trasformata in un gabinetto”, un parroco di Torino costretto a chiudere l’edificio

Già la scorsa primavera era stato necessario chiudere temporaneamente le porte per arginare il problema e per un certo periodo l’uomo sembrava essersi allontanato L'articolo “Chiesa trasformata in un gabinetto”, un parroco di Torino costretto a chiudere l’edificio proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 6, 2025 - 19:44
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“Chiesa trasformata in un gabinetto”, un parroco di Torino costretto a chiudere l’edificio

Un uomo senza fissa dimora ha trasformato la chiesa di San Pietro in Vincoli, nel quartiere Cavoretto di Torino, nel proprio gabinetto. Per mesi ha ripetutamente compiuto i propri bisogni all’interno dell’edificio, arrivando persino a urinare nel fonte battesimale e a lasciare carta sporca di escrementi sull’altare. Di fronte a questa situazione, il parroco don Maurizio De Angeli ha deciso di chiudere la chiesa a partire da lunedì 3 febbraio, fatta eccezione per gli orari delle funzioni. Una scelta sofferta, ma inevitabile. Il parroco ha spiegato la situazione a TorinoToday: “In realtà è una vicenda che va avanti da almeno un anno e mezzo. Questo signore, che evidentemente ha qualche problema, ha preso possesso della chiesa e ne ha fatto il suo gabinetto”.

Già la scorsa primavera era stato necessario chiudere temporaneamente le porte per arginare il problema, e per un certo periodo l’uomo sembrava essersi allontanato. Poi, però, è tornato e tutto è ricominciato. All’inizio don Maurizio aveva provato a parlargli, cercando di capire se avesse bisogno di aiuto. “Si metteva in una parte isolata della chiesa per mangiare qualcosa e poi se ne andava. Gli avevo chiesto se gli servisse qualcosa, ma reagiva in modo sconclusionato, non afferrava il fatto che volessimo aiutarlo”. Col tempo, però, la situazione è degenerata: “Ha iniziato a tornare quando non c’era nessuno e a fare i suoi bisogni”. Il parroco ha tentato ogni strada per fermarlo, senza successo. “Urina nel fonte battesimale e fa di peggio in altri angoli della chiesa. Se trova qualcosa con cui pulirsi, lo butta ovunque, anche sull’altare”. Gli episodi si sono ripetuti almeno una ventina di volte. Nemmeno la presenza della polizia locale ha cambiato le cose. “Una volta c’era una pattuglia e avevo chiesto di dirgli qualcosa, ma non è servito a nulla”.

Di fronte a un problema che non sembra trovare soluzione, la chiusura dell’edificio rimane l’unica strada percorribile. “Ci dispiace perché è un poveretto, non gli si può neanche imputare la colpa dei suoi gesti. Non ci resta che chiudere ancora le porte per un po’, sperando che si stanchi e vada da un’altra parte”.

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