Lavoro agile e aumenti, le due marce in più per conquistare i talenti
Quando si entra nel vivo dei negoziati per chiudere un contratto di lavoro ci sono almeno due elementi che oggi «hanno il potere di convincere i candidati. Uno è l’aumento, non necessariamente della parte fissa. Vediamo candidati che passano da un’azienda all’altra a parità di fisso, ma con un variabile molto sfidante», ci racconta il […] L'articolo Lavoro agile e aumenti, le due marce in più per conquistare i talenti proviene da Iusletter.
Quando si entra nel vivo dei negoziati per chiudere un contratto di lavoro ci sono almeno due elementi che oggi «hanno il potere di convincere i candidati. Uno è l’aumento, non necessariamente della parte fissa. Vediamo candidati che passano da un’azienda all’altra a parità di fisso, ma con un variabile molto sfidante», ci racconta il managing director di Hays Italia, Carlos Manuel Soave, scorrendo i dati della Salary Guide 2025 che viene presentata oggi e di cui anticipiamo alcuni dati. Del resto lo scorso anno abbiamo visto il fisso aumentare in media poco più del 3,5% «e anche quest’anno le previsioni non si scosteranno molto da questo dato – continua Soave -. L’anno si è aperto all’insegna di un certo dinamismo, sia nelle aziende che tra i candidati: da un lato oltre l’80% delle imprese sono pronte a fare assunzioni, nel 68% dei casi a tempo indeterminato, dall’altro però più di metà dei lavoratori vogliono cambiare lavoro e sono insoddisfatti per mancanza di opportunità future, stipendio basso e ruolo poco stimolante. In un contesto dove le pressioni dei prezzi si fanno sentire, lo stipendio è sempre più rilevante e cambiare società è la strada principale per poter guadagnare di più».
A favorire i cambiamenti sicuramente sono «il contesto giusto, un percorso e un progetto – cita Soave – ma l’aumento è importante e a fare davvero la differenza è il variabile che, in settori come i servizi e la consulenza, per i top performer può arrivare tra il 50 e il 100% del fisso. Per le categorie più legate alla produzione invece si parla di un 15-20% del fisso». Accanto all’aumento, l’altro elemento per dare slancio alla trattativa è lo smart working che «rappresenta una via senza ritorno – afferma Soave -. Le aziende che non sono in grado di offrire un piano con almeno due giorni di lavoro da remoto alla settimana faticano ad attirare candidati. Pur trattandosi di una modalità di lavoro in evoluzione, anche perché molte aziende durante la pandemia sono passate da 0 a 100 senza una formazione specifica, oggi secondo la nostra ultima survey il 42% delle persone considerano lo smart working tra gli elementi principali nella valutazione di un’offerta». Quello che emerge dall’Osservatorio di una tra le maggiori società di ricerca e selezione globali è un quadro talvolta difficile da interpretare, ci dice Soave. Di certo le aziende hanno compreso l’importanza dei benefit come strumento hr, tant’è che il 61% dice di utilizzarli come il fattore più importante per attrarre e trattenere il personale, molto più delle iniziative di sviluppo della carriera. I benefit però devono essere sempre più ritagliati su misura, pensando anche al genere e alla generazione. Lo smart working svetta come benefit più apprezzato con il 53%, seguito dall’auto aziendale con il 46% e dall’assicurazione sanitaria o copertura medica privata con il 35%. Ma ci sono delle differenze perché «per i giovani e le donne, per esempio, è più importante il lavoro agile, mentre gli over 50 continuano ad apprezzare l’uso dell’auto aziendale», dice Soave.
Entrando nel merito di qualche altro numero emerso dalla Salary guide di Hays, che tiene conto delle risposte di mille intervistati (prevalentemente livello intermedio e management), lo stipendio medio nel 2024, considerando la Ral (retribuzione annua lorda) dei white collar, è di circa 56mila euro, in crescita del 3,7% sul 2023, con una netta differenza tra Junior e Specialist (35mila euro ) e senior specialist e coordinator (58mila euro), manager (70mila euro), director (78mila euro) e C-Level (98mila euro). Tra i settori più remunerativi ci sono le life sciences con una Ral media di 71.700 euro e il banking con una Ral media di 69.800 euro. Seppure i dati a livello generale siano in leggera crescita, secondo molti lavoratori (57%) l’attuale stipendio non è adeguato alle responsabilità che ricoprono e oltre 4 professionisti su 10 (43%) continuano a essere insoddisfatti della propria situazione economica. Nel 2024 quasi la metà del campione considerato non ha ricevuto alcun aumento retributivo e per il 2025 il 63% non si aspetta un incremento. I più fortunati, invece, hanno visto crescere la busta paga principalmente perché hanno cambiato lavoro in quasi un caso su tre (32%), solo il 21% per prestazioni individuali e il 20% per promozioni. Per il 2025 che cosa ci si deve aspettare? Nel 42% delle aziende non ci saranno politiche retributive aggiuntive, mentre per il 55% sono previsti aumenti, ma contenuti entro il 5%.
Al di là degli stipendi di certo c’è che «il mercato è molto più selettivo del passato», dice Soave. Quello che non riesce a spiegarsi Soave, però, è perché «non si lavori abbastanza per trattenere le persone in azienda. Il costo di una dimissione di una figura rilevante per il business, come l’attuario nelle assicurazioni, può essere altissimo e andare dal 50% a un anno di stipendio. Partendo dal presupposto che la carriera e la crescita verticale a un certo punto per molti si ferma si può però lavorare su un piano orizzontale, coinvolgendo le persone sui progetti, una strategia di retention molto importante».
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