La Mercedes da 50 milioni di euro

Non può circolare. E, forse, neppure correre. Ma è passata di mano nei giorni scorsi, lasciando le sale del Museo di Indianapolis dove è rimasta custodita per più di 60 anni. Ecco la storia della Mercedes Stromliniewagen W196R L'articolo La Mercedes da 50 milioni di euro proviene da Veloce.

Feb 5, 2025 - 20:55
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La Mercedes da 50 milioni di euro

Con un’aggiudicazione a 51.155.000 euro, la monoposto di Formula 1 Mercedes-Benz W196 R con telaio 00009/54 del 1954 promette di essere la candidata numero 1 al titolo di auto più costosa aggiudicata all’asta nel 2025, anche se siamo solo ai primi di febbraio. Venduto tramite RM Sotheby’s dalla Collection of the Indianapolis Motor Speedway Museum, questo bolide derivato – difficile immaginarlo per i non addetti ai lavori – dalla 300 SL Gullwing è stato artifice dei tanti successi firmati da Juan Manuel Fangio per la Casa della stella a tre punte, fino a diventarne il testimonial a vita. L’auto è uno dei soli 14 telai costruiti e si ritiene che sia uno dei 10 esemplari completi sopravvissuti alla fine della stagione di Formula 1 del 1955. Di questi, questo esemplare era uno dei soli 4 montati con la carrozzeria Streamliner alla fine della stagione di Formula 1 del 1955. Fu parte integrante della campagna di corse che vide la Mercedes-Benz conquistare due Campionati Piloti di Formula 1 in altrettanti tentativi e un Campionato del Mondo Sportscar nello stesso periodo.  

EVOLUZIONE ESTREMA. Nella sua prima versione W194, la 300 SL fece scalpore per lo stile, con la curiosa apertura verso l’alto delle porte, ad ali di gabbiano appunto, creando le premesse per ulteriori imprese nelle competizioni e per la produzione in serie del popolare modello di serie W198 300 SL Gullwing. Ma il passaggio più naturale per il ritorno di Stoccarda alle corse di alto livello fu offerto dalla strana cancellazione della Formula 1 da parte della FIA per il 1952 e il 1953, motivata dalla mancanza di una concorrenza credibile. Non a caso in quelle due stagioni fu la Ferrari 500 F2 a imporsi.

ANNO DOMINI 1954. Tenendo presente questo enigma, la FIA stipulò un nuovo regolamento di Formula 1 che sarebbe entrato in vigore per la stagione 1954. Questo preavviso diede a tutti i Costruttori interessati più di un anno di tempo per sviluppare una vettura da competizione adeguata. La nuova formula era relativamente semplice: specificava che i motori naturalmente aspirati non potevano superare i 2,5 litri di cilindrata, mentre i motori sovralimentati erano limitati alla insolita misura di 750 centimetri cubici. A parte l’obbligo di un unico sedile centrale, le regole per la carrozzeria non erano specifiche.

OTTO IN LINEA O V12? Fritz Nallinger e i suoi colleghi direttori della Mercedes-Benz riconobbero in questa nuova formula un’opportunità unica per tornare alle radici motoristiche dell’azienda nelle gare Grand Prix e, con l’efficienza che li contraddistingueva, misero in atto un piano per mettere in campo la migliore vettura possibile. A loro disposizione c’era l’intero budget e le risorse manageriali della considerevole infrastruttura Mercedes-Benz. In qualità di capo del Reparto Sperimentazione, Rudolf Uhlenhaut era l’ingegnere principale che supervisionava lo sviluppo del nuovo modello da Gran Premio. Iniziò con un telaio tubolare a traliccio di diametro ridotto simile a quello della W 194 300 SL da corsa. Denominato W 196 R, questo telaio era dotato di sospensioni anteriori indipendenti a doppio braccio oscillante, molle a barra di torsione e ammortizzatori telescopici idraulici all’avanguardia. Inoltre, la sospensione posteriore era governata da un asse oscillante a perno ribassato sviluppato personalmente da Uhlenhaut, una caratteristica progettuale che sarebbe poi ricomparsa nella 300 SL Roadster di serie. Per mantenere a terra la W 196 R furono installati massicci freni a tamburo Alfin, montati all’interno per ridurre le masse non sospese. Avendo utilizzato sia motori a 8 cilindri in linea sovralimentati sia motori V12 nel periodo tra le due guerre, il reparto corse aveva diverse opzioni da testare e alla fine concluse che una configurazione a 8 cilindri in linea di 2494 centimetri cubici avrebbe fornito la potenza più consistente. Progettato attorno a un complesso albero a rulli Hirth, il motore era costituito essenzialmente da due motori a quattro cilindri all’unisono, con due alberi a camme per l’aspirazione e lo scarico. Questo gioiello di motore era dotato di componenti da corsa come la doppia accensione e la lubrificazione a carter secco, oltre che di un rivoluzionario cambio valvole desmodromico al posto di quello standard.

60 ANNI IN AMERICA. E NON PER CASO. Il fatto che questa W196R abbia trascorso così tanti decenni sotto la tutela del Museo IMS è un’ironia non da poco. Infatti, alla fine della stagione 1955, secondo quanto riportato dallo storico dell’automobilismo Karl Ludvigsen nel suo libro Mercedes-Benz: Quicksilver Century, alcune menti della Mercedes-Benz si chiesero come il modello avrebbe potuto affrontare la 500 Miglia di Indianapolis. Vennero effettuati i primi calcoli di ricerca e sviluppo per creare delle proiezioni sulle prestazioni. Ma dopo aver effettuato questi calcoli iniziali, la ricerca fu abbandonata a causa dei costi elevati previsti e della mancanza di pura necessità. La W196 R aveva ottenuto tutto ciò per cui era stata costruita; non erano necessarie ulteriori campagne. Le sue forme innovative, tuttavia, ispirarono un certo numero di partecipanti alla 500 Miglia di Indianapolis – forse soprattutto Jimmy Daywalt e la Sumar Special – a incorporare elementi del suo design aerodinamico nelle proprie vetture per il 1955. Per quasi sessant’anni, la W196 R è stata conservata e mantenuta con cura dall’Indianapolis Motor Speedway Museum, venendo occasionalmente invitata a partecipare a importanti esposizioni, come il Concours d’Elegance di Amelia Island del 1996, il Canadian International AutoShow del 2003 e la grande riapertura del Petersen Automotive Museum ridisegnato nel dicembre 2015. L’auto ha partecipato al primo Velocity Invitational (allora chiamato Sonoma Speed Festival) al Sonoma Raceway nel 2019 ed è stata esposta nuovamente al Concorso d’Eleganza di Amelia Island nel 2020. La W 196 R è stata esposta periodicamente all’IMS Museum, tra cui la mostra “From the Vault” del 2020-2021; quando non era esposta, faceva parte dei tour VIP della Basement Collection, il deposito di veicoli del museo. Dal luglio 2022 al gennaio 2023, il telaio numero 00009/54 è stato nuovamente esposto al Peterson Automotive Museum nell’ambito della mostra “Andy Warhol: Cars – Works from the Mercedes-Benz Art Collection”. Più recentemente, ha fatto parte dell’esposizione Mercedes-Benz al Concorso d’Eleganza di Pebble Beach del 2024. Nell’interesse di una vera e propria missione educativa, tuttavia, l’auto non è mai stata sottoposta a giudizio in occasione di eventi concorsuali.

IN CONDIZIONI DA SOGNO. Nel corso della sua vita più recente, la Streamliner è stata sottoposta a due lievi interventi di rinfrescata: nel 1980 è stata riverniciata nel corretto colore DB 180 Silver Metallic, con il numero 16 da corsa in tondo bianco, come nella livrea di Monza del 1955 guidata da Stirling Moss. Alla fine del 2015, in vista della sua esposizione al Museo Petersen, l’auto ha ricevuto una seconda rifinitura della carrozzeria da parte degli stimati esperti della Canepa Motorsports di Scotts Valley, in California, e continua a essere una sorprendente testimonianza della brillantezza delle Stromlinenwagen a Monza.

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