La Memoria della Shoah è più che mai necessaria | L’analisi di Massimo Adinolfi
Massimo Adinolfi su Repubblica parla dei nuovi insulti ricevuti da Liliana Segre e scrive perché la Memoria della Shoah sia più che mai necessaria: “Dopo Auschwitz – scrive l’editorialista – disse il filosofo Theodor W. Adorno, scrivere una poesia è un atto di barbarie e tutta la cultura non è che spazzatura. Voleva dire: non […] L'articolo La Memoria della Shoah è più che mai necessaria | L’analisi di Massimo Adinolfi proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.
Massimo Adinolfi su Repubblica parla dei nuovi insulti ricevuti da Liliana Segre e scrive perché la Memoria della Shoah sia più che mai necessaria:
“Dopo Auschwitz – scrive l’editorialista – disse il filosofo Theodor W. Adorno, scrivere una poesia è un atto di barbarie e tutta la cultura non è che spazzatura.
Voleva dire: non si può più scrivere, fare teatro o comporre versi come se nulla fosse, come se non fosse mai successo nulla.
Non resta, dunque, che tacere.
Ogni rappresentazione, ogni libro, ogni opera rischia di suonare falsa e ipocrita, un imbellettamento indecente sopra l’orrore.
Ma è vero il contrario, lo capiamo sempre meglio, col passare del tempo, via via che il ricordo sbiadisce e, se non già la dimenticanza, certo la minimizzazione, la relativizzazione, l’indifferenza prendono sempre più piede.
Liliana Segre parla, e non ricorda soltanto.
Ricorda che è un dovere morale e civile ricordare.
Nonostante sia oggetto costante di campagne di odio sui social, non si fa scoraggiare né si lascia piegare.
È successo, può succedere ancora, scriveva Primo Levi.
Ed è tanto più vero, purtroppo, quanto più piovono insulti e minacce, quanto più aumentano gli episodi di antisemitismo, crescono intimidazioni e violenze, e si prende di mira persino il cinema dove proiettano il film Liliana, e la guerra a Gaza, come un tappo saltato, fa tornare a galla putridi sentimenti di odio razziale.
Forse – osserva Adinolfi – l’allarme rientrerebbe più facilmente se non si vedessero in giro braccia tese e cerimonie e rituali in camicie nere.
Solo folklore?
Solo equivoci ed esagerazioni?
Possibile.
Ma che dire allora del clima complessivo, della sempre più evidente fragilità delle istituzioni democratiche e dell’avanzata, un po’ ovunque, di formazioni di estrema destra?
Il clima, dunque, è questo.
Liliana Segre è stanca.
Ma è la democrazia, purtroppo, ad essere stanca, a mostrarsi sfilacciata, sfiancata, agitata da vecchi e nuovi fantasmi, esposta a vecchie e nuove minacce.
Alla possibilità che il vecchio si saldi col nuovo, e il passato si travesta da futuro.
Certo, ci vuole una forza enorme.
E una forza ancora più grande e un enorme coraggio civile occorre per vivere e testimoniare ancora e nuovamente: vivere per testimoniare, forse anche testimoniare per poter vivere.
Per fare non la propria vita ma la nostra, la vita di tutti noi ancora degna di essere vissuta.
Per non darla vinta a chi insulta e odia, a chi diffama e istiga.
A chi non ricorda in quale abisso precipitò l’Italia, l’Europa, il mondo intero.”
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