In crescita gli investimenti delle aziende italiane all’estero

Anno d’oro per il settore del merger & acquisition in Italia. E l’aspettativa è che anche il 2025 appena iniziato potrebbe costituire un anno da record per fusioni e acquisizioni. Stando al report EY M&A Barometer – Review 2024 e Preview 2025 che analizza i trend di investimento e le operazioni di M&A concluse in […] L'articolo In crescita gli investimenti delle aziende italiane all’estero proviene da Iusletter.

Gen 27, 2025 - 16:58
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In crescita gli investimenti delle aziende italiane all’estero

Anno d’oro per il settore del merger & acquisition in Italia. E l’aspettativa è che anche il 2025 appena iniziato potrebbe costituire un anno da record per fusioni e acquisizioni. Stando al report EY M&A Barometer – Review 2024 e Preview 2025 che analizza i trend di investimento e le operazioni di M&A concluse in Italia, il 2024 si è chiuso confermando un solido trend nelle attività di investimento in Italia con un totale di 1.365 operazioni, in aumento del 13% rispetto alle 1.210 registrate nel 2023. Il volume aggregato delle operazioni ha raggiunto circa 63,9 miliardi di euro segnando un incremento del 9% rispetto all’anno precedente (secondo KPMG, il volume delle operazioni chiuse e annunciate è stato di circa 73 miliardi di euro).

Dopo i primi tre trimestri dell’anno altalenanti, rileva EY, gli ultimi mesi del 2024 hanno visto una forte accelerazione, sia in termini di numero di operazioni che di volumi. Anche i megadeal sono cresciuti per numero, passando da 11 a 15, per un volume di investimento pari a circa 32,6 miliardi nel 2024, in decrescita del 9% rispetto al 2023 mostrando una diminuzione della dimensione media dei grandi deal. È stato proprio il mid-market a registrare una tendenza positiva, con investimenti per circa 31,3 miliardi, + 35% rispetto al 2023.

Per quanto riguarda i settori i comparti più attivi sono stati Industrials & Chemicals (26%) e Retail & Consumer (14%), dove si sono concentrate maggiormente le transazioni, insieme a Technology (13%) ed Energy & Utilities (10%). In leggera diminuzione la quota di operazioni assorbita dai settori Life Sciences e Financial Services, ma riteniamo che questo sia dovuto ad un’intensa attività di preparazione verso operazioni importanti previste per il 2025.

Nel 2024 le aziende italiane hanno annunciato 280 operazioni di M&A su target estero, in aumento rispetto alle 261 del periodo precedente, con investimento di circa 14,3 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con la media storica degli anni precedenti. Stati Uniti (39 operazioni), Germania (33), Spagna (32), Francia (31) e Regno Unito (23) sono i primi cinque Paesi per numero di operazioni M&A da parte di aziende italiane.

Le previsioni per il 2025, sempre secondo lo studio EY, indicano un andamento positivo con una crescita economica attesa dello 0,8% del Pil e un buon andamento dei consumi in linea con il 2024. La liquidità nel sistema resta elevata e si prevede un ulteriore incremento degli investimenti da parte dei fondi di Private Equity.

Anche l’analisi condotta da KPMG nel consueto report annuale sull’m&a, rileva che il 2024 è stato influenzato positivamente dall’andamento macroeconomico internazionale che, in modo non omogeneo, ha visto una crescita economica accompagnata da un calo dell’inflazione, permettendo alle Banche centrali di attuare un cambio di politica monetaria e supportare gli investitori nella finalizzazione di grandi deal. Nel 2024 si sono concluse ben 15 transazioni con un controvalore superiore al miliardo di euro. Nel corso dei primi mesi del 2025, è prevista la finalizzazione di alcuni importanti deal come l’acquisizione da parte di Apollo di IGT’s Gaming & Digital business per un controvalore di circa 4 miliardi di euro; l’integrazione tra Italgas e 2i ReteGas, con l’obiettivo di creare il più grande gruppo della distribuzione di gas per un corrispettivo di oltre 2 miliardi di euro; l’acquisizione da parte di Enel di Corporación Acciona Hidráulica con un investimento di 1 miliardo di euro.

Studi legali più attivi. Per quanto riguarda invece la graduatoria di Mergermarket, nel 2024 la classifica degli studi legali più attivi in Italia mostra andamenti interessanti. Per quanto riguarda il valore, al primo posto Legance Avvocati Associati, con 72 operazioni per un controvalore di 39,8 miliardi euro (+14 posizioni rispetto al 2023), seguito da Chiomenti (+10 posizioni sul 2023) con 25 miliardi euro con 65 operazioni e White&Case (+10 posizioni sul 2023), con 28 operazioni per 20,8 miliardi euro. per quello che riguarda il numero dei deal, al primo posto ADVANT Nctm (142, + 2 posizioni rispetto al 2023), seguito da PedersoliGattai con 129 (-1 posizione rispetto al 2023) e BonelliErede (96 operazioni, – 1 posizione sulla classifica 2023).

«Il settore sta crescendo e gli investimenti dall’estero, il private equity e i settori in consolidamento stanno contribuendo alla crescita dell’M&A in Italia», commenta Filippo Modolo, managing partner di Chiomenti: «prevediamo un 2025 in forte crescita per il settore dell’M&A in Italia». Lo studio nel 2024 ha prestato assistenza, tra le altre, ad Ardian nella firma di un accordo con Crédit Agricole Assurances per la vendita ad Asterion Industrial Partners del 49% di 2i Aeroporti: valore dell’operazione: 5,302 miliardi di euro.

«Il mercato M&A nel secondo semestre 2024 ha confermato l’andamento positivo in termini di volumi di nuove operazioni», commenta Carlo Re, partner di PedersoliGattai. «Inoltre, assistiamo a un aumento del controvalore medio delle nuove operazioni di M&A: imprese che sono cresciute (anche per linee esterne) negli anni scorsi, passano ora attraverso una nuova fase di consolidamento, con ovvie conseguenze in termini di incremento di valore di queste nuove operazioni. I settori industriale, energy e infrastrutturale in generale e quello dei servizi finanziari, sono quelli in cui abbiamo constatato notevole dinamicità. Lo scenario geopolitico mondiale, inoltre, ha inevitabilmente stimolato il settore difesa. D’altra parte, difficile dire se vi siano stati settori penalizzati: il settore del lusso ha attraversato un momento di pausa nella notevole crescita cavalcata negli anni passati, in parte fisiologica in parte dovuta alla contrazione della domanda dei mercati orientali (Cina in primis). Ma questo non significa che non si potranno vedere operazioni di investimento e consolidamento in quel settore, anzi. È sempre difficile fare previsioni; noi intravediamo un anno vivace sul fronte dell’M&A, sia in termini di investimenti da parte dei fondi di private equity sul mercato italiano, sia in termini di consolidamento tra operatori industriali su larga scala». PedersoliGattai nel 2024 ha seguito, tra le altre, Eni nell’ingresso di KKR nel capitale sociale di Enilive per quasi 3 miliardi di euro e il Gruppo Lavazza nell’Opa totalitaria per il delisting di IVS Group.

Anno d’oro anche per lo studio White&Case. «Il bilancio del mercato M&A e Private Equity di fine 2024 ha confermato la tendenza positiva delle attività di investimento e un netto miglioramento, in termini di volumi e numero di operazioni, nella parte finale dell’anno dopo un avvio più tiepido nella prima porzione dell’anno», dice il partner Michael Immordino. «Il mid-market è rimasto per tutto l’anno comunque vitale e attrattivo, con volumi in sensibile crescita rispetto al 2023. Nonostante una buona tendenza di mercato, il 2024 si è rivelato comunque un anno complesso, caratterizzato anche dall’interruzione o posticipo di numerose operazioni, in ragione dei tassi di interesse non ancora ottimali. Sono mancate all’appello un buon numero di operazioni di LBO large-cap che si erano viste negli anni precedenti». White&Case nel 2024 ha concluso molte operazioni tra le quali l’assistenza a Eni in relazione all’acquisizione di Neptune Energy per un controvalore di circa 4.9 miliardi di dollari e l’assistenza a Morgan Stanley Infrastructure Partners in relazione alla compravendita da Finhold S.r.l. per un controvalore di circa 1.3 mld dollari finalizzata all’investimento e alla successiva OPA per il delisting di Salcef Group spa. «Per il 2025», dice Immordino, «c’è una generale attesa per una stabilizzazione e leggera riduzione dei tassi di interesse e l’implementazione di politiche monetarie meno stringenti da parte delle banche centrali, a beneficio di un possibile miglioramento delle valutazioni degli asset e di un accesso più agevole al credito. È probabile che le criticità già emerse nel corso del 2024 continueranno a influenzare gli investitori, in particolare per quanto riguarda i fattori geopolitici (ad es elezione di Trump) e l’introduzione di dazi doganali in Usa su molti prodotti di area Ue. Si assisterà anche al crescente scrutinio cui le operazioni sono soggette, che richiederà l’attenzione degli operatori sin dalla fase di strutturazione dei deal, soprattutto per quanto concerne le procedure antitrust e golden power. Prevediamo che i settori Industrial e Consumer Goods continueranno a suscitare un forte interesse per le attività di M&A in Italia e che si confermerà anche l’attenzione verso il settore Energy, con un rinnovato focus anche sul mid-cap e sul private debt».

«Il settore Industrials & Chemicals ha continuato a dominare il panorama M&A, rappresentando il 26% delle operazioni», dice Eliana Catalano, managing partner di BonelliErede e co-leader del Focus Team Private Equity. «Tra gli altri settori più dinamici, possiamo citare TMT, Energy & Utilities e Financial Services, che rappresentano il 65% del controvalore del mercato M&A italiano, mentre il settore Life Sciences ha registrato una leggera flessione nelle operazioni, dovuta a un periodo di stabilizzazione che segue il boom registrato durante la pandemia. Le prospettive per il 2025 sono positive, con previsioni di crescita economica e un aumento della liquidità nel sistema: si stima che il mercato M&A continuerà a prosperare grazie a importanti deal già in pipeline e all’interesse crescente da parte degli investitori esteri. Inoltre, ci aspettiamo un aumento dell’attività di M&A nei settori della digitalizzazione e delle energie rinnovabili, in linea con quelle tendenze, a livello internazionale, che mettono al centro innovazione e sostenibilità». Lo Studio nel 2024 ha assistito Snam nella sottoscrizione dell’accordo vincolante per l’acquisizione del 100% di Edison Stoccaggio da Edison – annunciata a luglio 2024, Crown Bidco, società controllata da un fondo gestito da un’affiliata di L Catterton, nell’Opa su Tod’s e il successivo delisting della società – annunciata a febbraio 2024 (delisting completato a giugno 2024) e, infine, Frozen Investments (Investindustrial) nella partnership con la famiglia Bagnoli volta ad unire Sammontana, di proprietà della famiglia Bagnoli, con FdA Group (Forno d’Asolo) – annunciata a febbraio 2024.

«Il 2024 è stato un anno per così dire di “travaso”: l’andamento meno brillante dei conti aziendali, infatti, ha portato ad una riduzione delle operazioni di cessione a terzi bilanciata da una parallela e contraria accelerazione dei processi generazionali», commenta Leo De Rosa, fondatore e managing partner di Russo De Rosa Associati, il professionista che, secondo le elaborazioni di Mergermarket, ha concluso il maggior numero di operazioni di m&a. «Quello che ho constatato con soddisfazione è che dal Covid in poi la classe imprenditoriale italiana si è abituata a gestire proattivamente la discontinuità incorporandola nel ciclo di vita aziendale e familiare accettando di fatto che l’ordinario e lo straordinario sono destinati strutturalmente a coesistere.

Nel 2025 mi aspetto che, a fronte di un’apertura sperabilmente positiva dei numeri del primo trimestre, la forbice tra domanda e offerta si stringerà e la possibilità di vedere un 2025 brillante come fu il 2023 è molto più concreta. A questo si aggiunga che la continua proliferazione di strutture di investimento sempre più variegate (fund raising di realtà storiche, nuove iniziative di Private Equity italiane ed estere, club deal, investitori di Permanent Capital) contribuiranno a fare mercato dando agli imprenditori opportunità di continuità aziendale aldilà del desiderio della famiglia di rimanere coinvolta nella gestione, ma al tempo stesso moltiplicando le modalità di coabitazione virtuosa tra classe imprenditoriale e finanza. Quest’ultima sarebbe davvero un’auspicabile evoluzione per il capitalismo familiare».

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