Immigrazione irregolare: Trump tira dritto con la linea dura

La linea della deterrenza, scelta da Donald Trump sull’immigrazione clandestina, inizia a dare i suoi frutti. Secondo Fox News, domenica scorsa si sono registrati 582 attraversamenti illegali della frontiera. Si tratta di un numero drasticamente inferiore a quelli degli ultimi giorni dell’amministrazione Biden, quando si contavano tra i 1.200 e i 1.400 ingressi irregolari. Sempre domenica, secondo Nbc News, sono stati inoltre arrestati 1.179 clandestini: di questi, il 52% era costituito da immigrati irregolari con precedenti penali. Ricordiamo che il responsabile della frontiera, Tom Homan, ha adottato la linea dei cosiddetti “arresti collaterali”. La priorità, cioè, viene data ai clandestini macchiatisi di reati. Tuttavia, qualora durante le retate ne vengano scoperti altri privi di precedenti, questi ultimi sono arrestati ugualmente.In tutto questo, Trump sta valutando l’ipotesi di schierare 10.000 soldati aggiuntivi alla frontiera meridionale. Il presidente ha inoltre appena firmato il Laken Riley Act: una legge che, approvata a larga maggioranza dal Congresso, prevede che i clandestini colpevoli di crimini gravi vengano messi agli arresti. La norma prende, non a caso, il nome da Laken Riley: la ragazza uccisa, a febbraio 2024 in Georgia, da un immigrato irregolare venezuelano. Non solo. L’inquilino della Casa Bianca ha anche annunciato l’intenzione di inviare a Guantanamo i clandestini considerati più pericolosi: ha quindi incaricato il Pentagono e il Dipartimento per la sicurezza interna di ampliare un centro per migranti già esistente nella baia. Un centro che, va sottolineato, risulta separato dalla nota prigione per terroristi che ospita al momento una quindicina di detenuti. Un centro che, aggiungiamo, è stato in passato utilizzato da varie amministrazioni americane, soprattutto per ospitare immigrati haitiani e cubani.Nel frattempo, Homan ha promesso la linea dura contro le cosiddette “città santuario”: ci riferiamo a quelle amministrazioni municipali che storicamente si rifiutano di collaborare con le autorità federali nel contrasto all’immigrazione irregolare. Dall’altra parte, il governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott, ha esplicitamente incaricato le forze dell’ordine locali di cooperare con il team di Trump nell’implementazione delle espulsioni di massa. “Negli ultimi quattro anni, il Texas ha lavorato 24 ore su 24 per difendere il nostro confine meridionale, mentre l'ex presidente Joe Biden si è rifiutato di proteggere il nostro Paese da un'invasione che aveva permesso”, ha affermato Abbott, per poi aggiungere: “Ora abbiamo un comandante in capo alla Casa Bianca che farà il necessario per proteggere gli americani”.Infine, ma non meno importante, l’amministrazione Trump sta trattando con El Salvador, per inviare lì gli espulsi che dovessero essere rifiutati dai loro Paesi d’origine. Tutto questo, mentre i rimpatri sono già cominciati. Basta guardare alla recente crisi con la Colombia che, improvvisamente, si era rifiutata di riaccogliere alcuni migranti irregolari espulsi dagli Stati Uniti. Trump ha sbloccato la situazione, minacciando di colpire Bogotà con pesanti dazi. Dazi che sono in procinto di essere applicati anche contro Messico e Canada: tempo fa, il presidente americano aveva, non a caso, accusato questi due Paesi di non fare abbastanza per fermare i flussi migratori diretti alle frontiere statunitensi.

Feb 2, 2025 - 13:17
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Immigrazione irregolare: Trump tira dritto con la linea dura


La linea della deterrenza, scelta da Donald Trump sull’immigrazione clandestina, inizia a dare i suoi frutti. Secondo Fox News, domenica scorsa si sono registrati 582 attraversamenti illegali della frontiera. Si tratta di un numero drasticamente inferiore a quelli degli ultimi giorni dell’amministrazione Biden, quando si contavano tra i 1.200 e i 1.400 ingressi irregolari. Sempre domenica, secondo Nbc News, sono stati inoltre arrestati 1.179 clandestini: di questi, il 52% era costituito da immigrati irregolari con precedenti penali. Ricordiamo che il responsabile della frontiera, Tom Homan, ha adottato la linea dei cosiddetti “arresti collaterali”. La priorità, cioè, viene data ai clandestini macchiatisi di reati. Tuttavia, qualora durante le retate ne vengano scoperti altri privi di precedenti, questi ultimi sono arrestati ugualmente.

In tutto questo, Trump sta valutando l’ipotesi di schierare 10.000 soldati aggiuntivi alla frontiera meridionale. Il presidente ha inoltre appena firmato il Laken Riley Act: una legge che, approvata a larga maggioranza dal Congresso, prevede che i clandestini colpevoli di crimini gravi vengano messi agli arresti. La norma prende, non a caso, il nome da Laken Riley: la ragazza uccisa, a febbraio 2024 in Georgia, da un immigrato irregolare venezuelano. Non solo. L’inquilino della Casa Bianca ha anche annunciato l’intenzione di inviare a Guantanamo i clandestini considerati più pericolosi: ha quindi incaricato il Pentagono e il Dipartimento per la sicurezza interna di ampliare un centro per migranti già esistente nella baia. Un centro che, va sottolineato, risulta separato dalla nota prigione per terroristi che ospita al momento una quindicina di detenuti. Un centro che, aggiungiamo, è stato in passato utilizzato da varie amministrazioni americane, soprattutto per ospitare immigrati haitiani e cubani.

Nel frattempo, Homan ha promesso la linea dura contro le cosiddette “città santuario”: ci riferiamo a quelle amministrazioni municipali che storicamente si rifiutano di collaborare con le autorità federali nel contrasto all’immigrazione irregolare. Dall’altra parte, il governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott, ha esplicitamente incaricato le forze dell’ordine locali di cooperare con il team di Trump nell’implementazione delle espulsioni di massa. “Negli ultimi quattro anni, il Texas ha lavorato 24 ore su 24 per difendere il nostro confine meridionale, mentre l'ex presidente Joe Biden si è rifiutato di proteggere il nostro Paese da un'invasione che aveva permesso”, ha affermato Abbott, per poi aggiungere: “Ora abbiamo un comandante in capo alla Casa Bianca che farà il necessario per proteggere gli americani”.

Infine, ma non meno importante, l’amministrazione Trump sta trattando con El Salvador, per inviare lì gli espulsi che dovessero essere rifiutati dai loro Paesi d’origine. Tutto questo, mentre i rimpatri sono già cominciati. Basta guardare alla recente crisi con la Colombia che, improvvisamente, si era rifiutata di riaccogliere alcuni migranti irregolari espulsi dagli Stati Uniti. Trump ha sbloccato la situazione, minacciando di colpire Bogotà con pesanti dazi. Dazi che sono in procinto di essere applicati anche contro Messico e Canada: tempo fa, il presidente americano aveva, non a caso, accusato questi due Paesi di non fare abbastanza per fermare i flussi migratori diretti alle frontiere statunitensi.