’Everybody hurts’ dei R.E.M.: "Tutti soffrono, tu non sei solo"
Quando il giorno è lungo e la notte, la notte è solo tua. Quando sei sicuro di averne avuto abbastanza...
Quando il giorno è lungo e la notte, la notte è solo tua. Quando sei sicuro di averne avuto abbastanza di questa vita, beh resisti. Non lasciarti andare, perché tutti piangono e tutti soffrono a volte. A volte tutto è sbagliato. Ora è tempo di cantare insieme. Quando il tuo giorno è soltanto notte (resisti, resisti). Se ti senti come se ti stessi lasciando andare (resisti), quando pensi di averne avuto troppo di questa vita, beh resisti. Perché tutti soffrono. Trova consolazione nei tuoi amici. Tutti soffrono. Non rovesciare la mano. Oh no. Non rovesciare la tua mano. Se senti di essere solo, no, no, no, tu non sei solo. Se sei solo in questa vita, se i giorni e le notti sono lunghe. Quando pensi di averne avuto troppo di questa vita per resistere. Beh, tutti soffrono a volte.
Tutti soffrono, tu non sei solo: resisti, è il concetto, l’invito a tenere duro alla base del successo “Everybody hurts” che i R.E.M. inclusero nel 1992 nel loro best-selling album “Automatic for the People”, l’ottavo album in studio del gruppo rock di Athens, in Georgia, pubblicato dalla Warner Bros Records. Il brano, che vanta l’arrangiamento del bassista dei Led Zeppelin John Paul Jones ed è prodotto da Scott Litt è un modo per la band americana per scuotere l’emotività dei più giovani, per rivolgersi ai ragazzi e non farli contagiare dalla depressione. La vellutata vocalità di Michael Stipe invita i kid di tutto il mondo a resistere alla solitudine in quegli anni Novanta in cui negli States si verificava un aumento significativo del tasso di suicidio giovanile.