Caso Almasri: è scontro tra governo e opposizione
“In pratica vogliono governare i giudici. Solo che c’è un problema. Se io sbaglio gli italiani mi mandano a casa. Se sbagliano loro, nessuno può fare o dire niente. Nessun potere al mondo, in uno Stato democratico funziona così. I contrappesi servono a questo.” La premier Giorgia Meloni non usa mezze misure. E durante l’evento “La Ripartenza”, organizzato dal giornalista Nicola Porro, torna a parlare della vicenda Almasri, il generale libico accusato di tortura su decine di migranti. Riavvolgendo il nastro della vicenda, bisogna tornare al 19 gennaio: Almasri viene arrestato a Torino su mandato della Corte penale internazionale. Due giorni dopo, però, sarà rimpatriato. Le opposizioni insorgono, chiedendo le dimissioni del ministro della giustizia Nordio. E poi il colpo di scena: Meloni, Piantedosi e lo stesso Nordio vengono iscritti sul registro degli indagati. È stato l’avvocato Luigi Li Gotti a presentare un esposto alla Procura di Roma. A un mese dall’assoluzione di Salvini per il caso Open Arms, politica e magistratura tornano a scontrarsi. Ma la premier non ci sta: “Indagarmi è un danno alla nazione, mi manda ai matti. Se i giudici vogliono governare si candidino”, ha dichiarato nella giornata di ieri. La leader di Fratelli d’Italia evoca la ragion di Stato. E a darle ragione ci si mette anche Bruno Vespa durante la trasmissione “Cinque Minuti”: “In ogni Paese si fanno delle cose sporchissime per la sicurezza nazionale” ha sentenziato il conduttore. Ma il dibattito non tende a scemare. E le opposizioni vanno all’attacco del governo. Un nuovo Aventino? No, perché considerato controproducente. La segreteria del Pd Elly Schlein ha le idee chiare: “È evidente che la Meloni alzi lo scontro coi giudici per non parlare del merito della questione: la scelta politica di riportare a casa un torturatore libico”. Alla numero uno dei piddini, fa eco il dem Francesco Boccia: “Trovo molto grave che la presidente del Consiglio trovi il tempo di parlare a modo suo e non senta la necessità di capo di governo di venire in parlamento”. E non poteva mancare il commento di Giuseppe Conte che accusa la Meloni di “diffondere bugie e falsità”. Più duro ancora Riccardo Magi, segretario di +Europa: “Siamo ai deliri di onnipotenza di una premier che si sente al di sopra della legge e che continua a sfuggire dalle proprie responsabilità pur di non ammettere di essere sotto ricatto della Libia”. Al contrario , Forza Italia fa quadrato intorno alla maggioranza di governo. Per il senatore Gasparri "sono decenni che assistiamo all'uso politico della giustizia". Sulla stessa linea si pone anche il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi: "Su una vicenda che riguarda la sicurezza dell'Italia le opposizioni avrebbero potuto e dovuto avere un atteggiamento diverso e più responsabile". Intanto nella tarda mattinata di oggi il quotidiano il Messaggero ha svelato un ulteriore retroscena. Un colloquio tra Mattarella e la premier prima del video in cui ha annunciato di aver ricevuto l’avviso di garanzia. E poi vi è la questione che riguarda i voli di Stato del capo della Procura di Roma Francesco Lo Voi. A quanto si apprende, il procuratore era solito utilizzare gli aerei dei servizi segreti per andare dalla Capitale a Palermo, la sua città natale. Si trattava di una procedura giustificata da motivi di sicurezza. Ma dal febbraio 2023 l’autorizzazione è stata bloccata dal sottosegretario Alfredo Mantovano. I motivi? In primis quelli economici. E poi vi è la convinzione che l’incolumità di Lo Voi sia garantita anche ricorrendo all’utilizzo di voli di linea. È vero, la vicenda non ha a che fare direttamente con Almasri. Tuttavia, Lo Voi era stato colui che aveva portato a processo Salvini per il caso Open Arms. Che la Meloni in questi giorni ha definito “fallimentare”. Insomma, in attesa di ulteriori sviluppi, la tensione rimane ancora alta. Mentre l'Ue richiama l'Italia al rispetto della Corte penale internazionale A difendere la premier ci penserà l’avvocato Giulia Bongiorno. La senatrice della Lega si occuperà anche dei ministri Nordio, Piantedosi e del sottosegretario Mantovano. Infine, va ricordato come la strategia della Meloni di rivolgersi ai cittadini sui social network si stia rivelando proficua. A quanto riporta il Corriere della Sera, “le curve del consenso sono dalla parte della leader di Fratelli d’Italia”. Che in ultimo video rassicura i suoi: "Nonostante gli attacchi gratuiti quotidiani e i tentativi di destabilizzare il Governo, il sostegno degli italiani rimane solido. Finché la maggioranza è con me, non intendo mollare”.
“In pratica vogliono governare i giudici. Solo che c’è un problema. Se io sbaglio gli italiani mi mandano a casa. Se sbagliano loro, nessuno può fare o dire niente. Nessun potere al mondo, in uno Stato democratico funziona così. I contrappesi servono a questo.” La premier Giorgia Meloni non usa mezze misure. E durante l’evento “La Ripartenza”, organizzato dal giornalista Nicola Porro, torna a parlare della vicenda Almasri, il generale libico accusato di tortura su decine di migranti. Riavvolgendo il nastro della vicenda, bisogna tornare al 19 gennaio: Almasri viene arrestato a Torino su mandato della Corte penale internazionale. Due giorni dopo, però, sarà rimpatriato. Le opposizioni insorgono, chiedendo le dimissioni del ministro della giustizia Nordio. E poi il colpo di scena: Meloni, Piantedosi e lo stesso Nordio vengono iscritti sul registro degli indagati. È stato l’avvocato Luigi Li Gotti a presentare un esposto alla Procura di Roma. A un mese dall’assoluzione di Salvini per il caso Open Arms, politica e magistratura tornano a scontrarsi.
Ma la premier non ci sta: “Indagarmi è un danno alla nazione, mi manda ai matti. Se i giudici vogliono governare si candidino”, ha dichiarato nella giornata di ieri. La leader di Fratelli d’Italia evoca la ragion di Stato. E a darle ragione ci si mette anche Bruno Vespa durante la trasmissione “Cinque Minuti”: “In ogni Paese si fanno delle cose sporchissime per la sicurezza nazionale” ha sentenziato il conduttore. Ma il dibattito non tende a scemare. E le opposizioni vanno all’attacco del governo. Un nuovo Aventino? No, perché considerato controproducente. La segreteria del Pd Elly Schlein ha le idee chiare: “È evidente che la Meloni alzi lo scontro coi giudici per non parlare del merito della questione: la scelta politica di riportare a casa un torturatore libico”. Alla numero uno dei piddini, fa eco il dem Francesco Boccia: “Trovo molto grave che la presidente del Consiglio trovi il tempo di parlare a modo suo e non senta la necessità di capo di governo di venire in parlamento”. E non poteva mancare il commento di Giuseppe Conte che accusa la Meloni di “diffondere bugie e falsità”. Più duro ancora Riccardo Magi, segretario di +Europa: “Siamo ai deliri di onnipotenza di una premier che si sente al di sopra della legge e che continua a sfuggire dalle proprie responsabilità pur di non ammettere di essere sotto ricatto della Libia”. Al contrario , Forza Italia fa quadrato intorno alla maggioranza di governo. Per il senatore Gasparri "sono decenni che assistiamo all'uso politico della giustizia". Sulla stessa linea si pone anche il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi: "Su una vicenda che riguarda la sicurezza dell'Italia le opposizioni avrebbero potuto e dovuto avere un atteggiamento diverso e più responsabile". Intanto nella tarda mattinata di oggi il quotidiano il Messaggero ha svelato un ulteriore retroscena. Un colloquio tra Mattarella e la premier prima del video in cui ha annunciato di aver ricevuto l’avviso di garanzia.
E poi vi è la questione che riguarda i voli di Stato del capo della Procura di Roma Francesco Lo Voi. A quanto si apprende, il procuratore era solito utilizzare gli aerei dei servizi segreti per andare dalla Capitale a Palermo, la sua città natale. Si trattava di una procedura giustificata da motivi di sicurezza. Ma dal febbraio 2023 l’autorizzazione è stata bloccata dal sottosegretario Alfredo Mantovano. I motivi? In primis quelli economici. E poi vi è la convinzione che l’incolumità di Lo Voi sia garantita anche ricorrendo all’utilizzo di voli di linea. È vero, la vicenda non ha a che fare direttamente con Almasri. Tuttavia, Lo Voi era stato colui che aveva portato a processo Salvini per il caso Open Arms. Che la Meloni in questi giorni ha definito “fallimentare”. Insomma, in attesa di ulteriori sviluppi, la tensione rimane ancora alta. Mentre l'Ue richiama l'Italia al rispetto della Corte penale internazionale A difendere la premier ci penserà l’avvocato Giulia Bongiorno. La senatrice della Lega si occuperà anche dei ministri Nordio, Piantedosi e del sottosegretario Mantovano. Infine, va ricordato come la strategia della Meloni di rivolgersi ai cittadini sui social network si stia rivelando proficua. A quanto riporta il Corriere della Sera, “le curve del consenso sono dalla parte della leader di Fratelli d’Italia”. Che in ultimo video rassicura i suoi: "Nonostante gli attacchi gratuiti quotidiani e i tentativi di destabilizzare il Governo, il sostegno degli italiani rimane solido. Finché la maggioranza è con me, non intendo mollare”.