Videointervista a Serena Brancale: “Anema e Core, un piatto di orecchiette al ragù”

Serena Brancale Intervista Ieri sera, alla Warner, si è tenuto l’incontro con la stampa dedicato a Serena Brancale, in vista della sua partecipazione al Festival di Sanremo 2025. L’artista torna sul palco dell’Ariston a dieci anni dalla sua prima esperienza sanremese con Galleggiare, presentando quest’anno Anema e Core. Durante l’incontro, Serena ha raccontato il significato […] L'articolo Videointervista a Serena Brancale: “Anema e Core, un piatto di orecchiette al ragù” proviene da All Music Italia.

Feb 5, 2025 - 05:56
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Videointervista a Serena Brancale: “Anema e Core, un piatto di orecchiette al ragù”

Serena Brancale Intervista Ieri sera, alla Warner, si è tenuto l’incontro con la stampa dedicato a Serena Brancale, in vista della sua partecipazione al Festival di Sanremo 2025.

L’artista torna sul palco dell’Ariston a dieci anni dalla sua prima esperienza sanremese con Galleggiare, presentando quest’anno Anema e Core. Durante l’incontro, Serena ha raccontato il significato del suo nuovo brano e il legame con le sue radici, spiegando come la musica e il dialetto rappresentino per lei un modo autentico di esprimersi.

Proprio da oggi, è possibile effettuare il pre-save del brano e il pre-order del 45 giri, un’edizione speciale che conterrà, oltre al brano sanremese, una cover di Alleria di Pino Daniele, omaggio a uno degli artisti che più l’hanno ispirata.

Nel corso della serata, Serena ha parlato anche della serata delle cover, in cui si esibirà con Alessandra Amoroso interpretando If I Ain’t Got You di Alicia Keys perchè da lei ritenuto il pezzo più soul manifesto della sua generazione.

Con il suo stile unico, che unisce soul, R&B, jazz e il dialetto barese, la Brancale si conferma una delle voci più interessanti e originali della scena musicale italiana.

Dieci anni fa eri sul palco dell’Ariston con Galleggiare. Adesso, con Anema e Core, cosa è cambiato negli ultimi anni rispetto alla tua musica e al tuo approccio sul palco dell’Ariston?

È cambiato un po’ tutto, perché 10 anni sono tanti. Cresci, impari, ti guardi attorno, ti analizzi e, soprattutto, impari ad ascoltarti molto di più. Sicuramente mi sono ascoltata molto di più.

Nella conferenza stampa che abbiamo appena ascoltato hai fatto riferimento alla World Music. Tra l’altro, in Puglia, c’è una World Music Academy a San Vito dei Normanni. C’è qualche riferimento in particolare nell’ambito della World Music che vuoi condividere con noi, per far conoscere questo mondo che spesso rimane sconosciuto?

È giusto parlare di World Music perché, da un punto di vista stilistico, ne tocco tanti diversi. Purtroppo, a volte dobbiamo dare per forza un nome alle cose. In questo momento, la World Music rappresenta il genere che mi piace di più esplorare, soprattutto per la vicinanza con la musica folk, quella spagnola, il flamenco e anche la salsa latina.

Credi che ci sia ancora un pregiudizio sociale e culturale sul dialetto del sud?

No, se mai, il dialetto del sud rappresenta un valore aggiunto per chi lo mette in evidenza. Naturalmente, Sanremo espone a un mondo mediatico elevato.

Il resto puoi ascoltarlo nella nostra intervista… dal rapporto con la musica napoletana al cibo pugliese.

Buona visione.

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Foto di: Alessandro Rabboni

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