Green Gate, perché le Ong ambientaliste sono sotto attacco?
Gli attacchi della destra al Green Deal europeo continuano e ora si rivolgono direttamente contro le Ong ambientaliste, accusate di ottenere fondi Ue per azioni lobbistiche “ombra” con cui influenzare gli orientamenti degli eurodeputati su temi-chiave come l’agricoltura e la transizione energetica. Il presunto scandalo, battezzato “Green Gate” o “Timmermans Gate” (dal nome dell’ex commissario […] The post Green Gate, perché le Ong ambientaliste sono sotto attacco? first appeared on QualEnergia.it.
Gli attacchi della destra al Green Deal europeo continuano e ora si rivolgono direttamente contro le Ong ambientaliste, accusate di ottenere fondi Ue per azioni lobbistiche “ombra” con cui influenzare gli orientamenti degli eurodeputati su temi-chiave come l’agricoltura e la transizione energetica.
Il presunto scandalo, battezzato “Green Gate” o “Timmermans Gate” (dal nome dell’ex commissario Ue Frans Timmermans, il padre del Green Deal), tiene banco in sede Ue e sulla stampa, dopo la prima apparizione a fine gennaio sulle pagine del quotidiano olandese conservatore De Telegraaf.
Secondo le accuse, le Ong avrebbero usato alcune risorse del programma Life per attività di lobbying, facendo pressioni sui decisori politici (anche tramite “contratti riservati” con Bruxelles) per promuovere le proposte legislative del Green Deal e difendere gli interessi della stessa Commissione europea.
Il programma Life, ricordiamo, ha un budget totale di 5,4 miliardi di euro per il periodo 2021-2027 con cui finanziare progetti con obiettivi climatici e ambientali.
Le sovvenzioni operative di Life
“Una piccola parte di queste risorse, pari a 15 milioni di euro, che sono lo 0,006% del budget complessivo europeo annuale, è dedicata alla possibilità di dare voce alla società civile nel dibattito per la creazione delle leggi”, spiega a Qualenergia.it Davide Sabbadin, vice-responsabile Energia dell’European Environmental Bureau (EEB), rete di 180 organizzazioni ambientaliste con sede in oltre 40 Paesi.
Come si legge sul sito web della Commissione, Life può elargire alle Ong sovvenzioni operative, che “sostengono il funzionamento di entità senza scopo di lucro che sono coinvolte nello sviluppo, nell’attuazione e nell’applicazione della legislazione e delle politiche dell’Unione e che sono principalmente attive nel settore dell’ambiente o dell’azione per il clima, inclusa la transizione energetica, in linea con gli obiettivi del programma Life”.
L’EEB è tra le società non-profit finite nel mirino di esponenti del Partito Popolare Europeo, come la tedesca Monika Hohlmeier.
Come riferisce l’agenzia Euractiv in un articolo pubblicato lunedì 3 febbraio, Hohlmeier ha dichiarato di aver visto contratti riservati in cui la Direzione generale dell’Ambiente (della Commissione Ue) aveva sollecitato le associazioni a influenzare gli europarlamentari per ottenere norme ambientali più ambiziose.
Di seguito un passaggio dell’intervento della Hohlmeier in Parlamento il 22 gennaio, nel corso del dibattito sul tema:
“Abbiamo scoperto enormi problemi con i contratti Life. Gli appalti furono aggiudicati dalla Cinea, sotto la responsabilità della Direzione generale dell’Ambiente, allora guidata dal commissario Sinkevičius. Abbiamo ricevuto informazioni dai whistleblower e sorgono molte domande: come è possibile che nei contratti della Commissione siano presenti linee guida per la manipolazione delle procedure legislative, con il contenuto e il numero di emendamenti per i triloghi e le votazioni per i membri del Consiglio e i funzionari? È sorprendente che una Direzione generale sostenga proposte più severe della Commissione tramite reti di attivisti”.
L’EEB, precisa Sabbadin, riceve ogni anno 700mila euro dall’Ue e questi soldi servono anche per pagare la sede, le bollette e l’amministrazione.
Per accedere ai bandi Life, prosegue, “bisogna essere molto rappresentativi ed essere in regola con la gestione finanziaria”. In sostanza, le sovvenzioni operative finanziano “le attività di base delle associazioni” anche al fine di “bilanciare” la presenza nelle istituzioni Ue “di aziende private che portano i loro interessi” (si veda anche la nota di Patrick ten Brink, segretario generale dell’EEB).
Il “falso pretesto” della trasparenza per attaccare le Ong
Secondo Sabbadin, i recenti attacchi contro le Ong verdi rappresentano “una volontà politica precisa” portata avanti dalle forze di centro-destra per screditare il loro operato.
Nicholas Aiossa, direttore dell’organizzazione di vigilanza Transparency International EU, citato da Euractiv, afferma che “questa è solo la fase attuale di una campagna pluriennale per indebolire le organizzazioni della società civile, per screditarci e, in ultima analisi, per ridurre i nostri fondi”.
Da segnalare che per i socialisti e democratici europei, avere a cuore la trasparenza è “un falso pretesto” del PPE per prendere di mira le Ong.
Pertanto, si legge in una nota del 3 febbraio, “Socialisti e Democratici stanno unendo le forze con altri gruppi politici progressisti per ampliare i controlli sulla trasparenza dei soggetti che ricevono finanziamenti dalla Commissione europea. Questa azione congiunta è una risposta alla proposta del gruppo PPE, che vuole concentrarsi solo sulle Ong”.
Si riporta che la commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo ha preparato una lettera per il Commissario Piotr Serafin, responsabile per il bilancio, chiedendo di ampliare “considerevolmente l’ambito dei soggetti i cui contratti di finanziamento con la Commissione europea devono essere controllati dal Parlamento europeo per verificarne la trasparenza”.
Serafin, nel già citato dibattito parlamentare del 22 gennaio, ha dichiarato:
“La Commissione rimane impegnata a sostenere le organizzazioni che contribuiscono a una società civile vivace e diversificata, in linea con il regolamento Life. Tuttavia, devo ammettere che è stato inappropriato per alcuni servizi della Commissione stipulare accordi che obbligano le Ong a fare lobbying specificamente sui membri del Parlamento europeo”.
Questa la sua conclusione:
“Tuttavia, vorrei anche sottolineare ancora una volta il ruolo fondamentale delle Ong nel contribuire allo sviluppo e all’attuazione delle politiche e della legislazione dell’Ue. Le Ong rappresentano le diverse opinioni della società civile, difendono lo stato di diritto, combattono la corruzione e promuovono i diritti umani e la democrazia all’interno e all’esterno dell’Ue. Non dobbiamo essere d’accordo con le opinioni di queste organizzazioni. Tuttavia, la loro prospettiva aiuta la Commissione europea e il Parlamento europeo a prendere decisioni consapevoli. Questa è la linea della Commissione e questa è anche la mia linea”.
Il fact-check di Politico
Sul sito web Politico, in un articolo di fact-check, si legge che i contratti riservati che la testata ha potuto visionare “non tendono a supportare le affermazioni secondo cui l’esecutivo avrebbe pagato gruppi verdi per fare pressione a suo nome”.
Sostenendo il lavoro delle Ong a Bruxelles, il programma Life “mira a bilanciare la rappresentanza degli interessi pubblici nei dibattiti politici, in cui il settore privato di solito ha molto più denaro da spendere”, prosegue Politico. Le richieste di sovvenzioni Life e le loro condizioni sono pubbliche “e quelle 20 pagine non contengono alcun segno che le Ong che richiedono finanziamenti debbano allinearsi agli interessi della Commissione o fare pressioni sul Parlamento per suo conto per ottenere i soldi”.
Inoltre, le Ong “sono tenute a rivelare in via confidenziale le azioni che intendono intraprendere alla Commissione prima di accedere al cash-pot dell’Ue, che stabilisce un massimo di 700.000 € all’anno per Ong. Secondo alcuni legislatori del PPE, questi programmi di lavoro potrebbero essere considerati ‘istruzioni’ della Commissione, in quanto possono contenere descrizioni di attività di advocacy, tra cui incontri con rappresentanti delle istituzioni Ue e parlamentari europei, nonché organizzazione di eventi, campagne sui social media”. Tuttavia, si precisa, “le Ong sono le uniche responsabili della stesura di questi programmi e la Commissione non li modifica”.The post Green Gate, perché le Ong ambientaliste sono sotto attacco? first appeared on QualEnergia.it.