Trump e la geopolitica: cosa aspettarsi per Ucraina, Medio Oriente e Cina
Con il nuovo presidente USA, la geopolitica assume un ruolo ancora più centrale, posizionandosi tra i principali fattori di incertezza per economia e mercati nel 2025. Ecco l’analisi di BNY Investments su tre aree di tensione mondiale. L'articolo Trump e la geopolitica: cosa aspettarsi per Ucraina, Medio Oriente e Cina proviene da FundsPeople Italia.
Con il ritorno di Donald Trump alla presidenza, la geopolitica assume un ruolo ancora più centrale per i mercati. L’imprevedibilità nell’approccio alle relazioni diplomatiche e ai trattati internazionali del nuovo presidente USA, la minaccia di nuovi dazi commerciali e le politiche ‘America first’ di fiscalità e deregolamentazione orientate a rafforzare le aziende americane stanno alimentando l’incertezza globale. Motivo per cui, secondo i gestori di portafoglio di BNY Investments, la geopolitica si posiziona tra i principali fattori di rischio da monitorare nel 2025, per le profonde implicazioni che potrebbe avere sull’ordine economico e politico mondiale.
Ucraina e Medio Oriente
Una prima area di intervento geopolitco del tycoon, con forti ripercussioni soprattutto per l'Europa, potrebbe essere il conflitto tra Russia e Ucraina. “È probabile che Trump voglia mediare un accordo, anche se il percorso potrebbe essere tortuoso”, avverte Catherine Doyle, Investment Specialist, Newton Investment Management (parte di BNY Investments).
Secondo l’analisi di April LaRusse, Head of Investment Specialist di Insight Investment (anch’essa società parte di BNY Investments) l'azione di Trump, anziché determinare una conclusione dello scontro, potrebbe portare a un cambio di leadership trasferendo il ruolo di guida all'Europa. “I conflitti in Medio Oriente e in Ucraina probabilmente proseguiranno nel 2025”, dice l’esperta. La vittoria elettorale del Presidente Trump introduce una significativa incertezza riguardo alla politica statunitense, ma questa stessa incertezza potrebbe ridurre il rischio di escalation nei principali conflitti globali”, analizza LaRusse. “Sebbene l'aiuto militare degli Stati Uniti all'Ucraina potrebbe esaurirsi dopo l'inaugurazione di gennaio, è possibile che l'Ucraina scelga di continuare il conflitto con il sostegno dei Paesi europei, che stanno dimostrando una certa disponibilità a sostenere questo pesante onere”, spiega. “Dal 2025 si stanno facendo investimenti per ampliare la produzione di forniture militari. Anche in uno scenario in cui il supporto statunitense diminuisca, il resto della NATO è perfettamente in grado di sostenere l'Ucraina”, afferma. “Il futuro del conflitto tra Ucraina e Russia nel 2025 è semplicemente una questione di logistica nel breve termine e di volontà politica nel lungo termine”, argomenta.
Per quanto riguarda il Medio Oriente, invece, secondo LaRusse un'ulteriore escalation degli attacchi contro Israele richiederebbe un supporto diretto dell'Iran, che resta incerto. “Una seconda amministrazione Trump potrebbe mirare a bloccare le ambizioni iraniane”, dichiara.
Cina
La retorica di Trump verso Pechino finora è stata ostile, con la minaccia di dazi fino al 60 per cento sull’export cinese. Ma secondo Doyle la realtà potrebbe rivelarsi più moderata: “La diffidenza verso la Cina persiste, ma l'adozione di regole di ingaggio fisse potrebbe migliorare la situazione”, dice. Allo stesso tempo, la questione di Taiwan rimane delicata: “Il Presidente Xi rimane impegnato nella riunificazione, ma la presidenza Trump potrebbe rendere meno probabile un'azione in tal senso, creando incertezza per la Cina”, spiega LaRusse.
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