Svezia, ucciso in diretta social Salwan Momika: chi era il 38enne rifugiato iracheno che nel 2023 bruciò il Corano in piazza
L'uomo era atteso oggi in aula per la sentenza del processo che lo vedeva imputato per «agitazione contro un gruppo etnico». Cinque persone sono state arrestate nella notte L'articolo Svezia, ucciso in diretta social Salwan Momika: chi era il 38enne rifugiato iracheno che nel 2023 bruciò il Corano in piazza proviene da Open.
È stato ucciso a colpi di pistola durante una live sui social media nel suo appartamento svedese Salwan Momika, il 38enne rifugiato iracheno che nel 2023 bruciò in pubblica piazza alcune copie del Corano scatenando l’ira e le proteste della comunità musulmana in tutto il mondo. Le forze dell’ordine svedesi in un primo momento non hanno identificato ufficialmente la vittima con Mowika, ma è stato da subito associato al 38enne dai principali media svedesi e dalle autorità giudiziarie. La polizia ha dichiarato di aver arrestato cinque persone sospettate. Era atteso per oggi, giovedì 30 gennaio, il verdetto del tribunale di Stoccolma riguardo alle accuse di incitamento all’odio etnico nei confronti dell’iracheno.
L’omicidio in diretta social
Alle 23.11 di mercoledì 29 gennaio, Salwan Momika sta parlando in diretta sui social media dal suo appartamento nel quartiere di Hovsjö a Södertälje, a sud-ovest di Stoccolma. Improvvisamente si sentono alcuni rumori sordi in sottofondo, e la live si interrompe. I vicini – secondo quanto riportato dalla televisione di stato svedese – allertano la polizia dopo aver sentito dei colpi di arma da fuoco, quando gli agenti arrivano sul posto non c’è più nulla da fare. Il corpo di Momika viene trasportato d’urgenza in ospedale, dove i medici non possono far altro che constatare il suo decesso. Gli inquirenti stanno tentando di capire se è possibile risalire all’identità del (o dei) killer a partire dalla diretta social, dove potrebbe essere stato inquadrato qualche dettaglio utile alle indagini.
Le accuse contro Momika e il rinvio della sentenza
Lo scorso agosto Salwan Momika, insieme a Salwan Najem, era stato accusato di «agitazione contro un gruppo etnico» per quattro fatti distinti, avvenuti tutti nell’estate del 2023. Secondo gli atti giudiziari, i due si sarebbero resi colpevoli di ripetute profanazioni del Corano, a cui avevano dato fuoco, accompagnate da commenti denigratori sui musulmani all’esterno di una moschea della capitale svedese. A seguito della morte di uno dei due imputati, le autorità giudiziarie hanno deciso di rinviare la sentenza al 3 febbraio «dopo la conferma della morte di Momika da parte del tribunale distrettuale». «Ho paura», il commento del coimputato Najem, «mi cercheranno e uccideranno anche me».
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