Salsola kali: tutto quello che devi sapere sulla pianta pioniera “che rotola”
La salsola kali, anche conosciuta come kali turgida è una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Amaranthaceae, principalmente nota per l’aspetto cespuglioso, reso noto dal cinema, e per la capacità di resistere a condizioni ambientali estreme. Il fusto è eretto e può raggiungere un’altezza di circa un metro, mentre i rami sono sottili e carichi...
La salsola kali, anche conosciuta come kali turgida è una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Amaranthaceae, principalmente nota per l’aspetto cespuglioso, reso noto dal cinema, e per la capacità di resistere a condizioni ambientali estreme. Il fusto è eretto e può raggiungere un’altezza di circa un metro, mentre i rami sono sottili e carichi di spine, il che la rende difficile da toccare o da utilizzare come nutrimento per gli animali. Le foglie sono piccole e carnose, adattate per conservare l’umidità, una caratteristica tipica delle piante che prosperano in ambienti aridi. Quando arriva l’autunno e la pianta muore, si secca completamente, diventando la classica “palla rotolante” che viene spinta dal vento, con i suoi rami secchi che trattengono fino a 200.000 semi.
Caratteristiche Botaniche
La Salsola kali è una pianta a crescita annuale con forma biologica terofita scaposa, il che significa che completa il suo ciclo vitale in un anno e si sviluppa con un fusto eretto o ramificato. Fiorisce tra maggio e agosto, presentando fiori poco vistosi e foglie carnose e spinose che le permettono di sopravvivere in ambienti difficili.
Il nome del genere, Salsola, deriva dal termine greco “halos” che significa “mare” o “sale”, mentre l’epiteto specifico kali ha origini arabe da “qalīy”, che significa “potassa”. Questo riferimento è dovuto al fatto che in passato la pianta veniva bruciata per ottenere sali di potassio, utilizzati nella produzione del vetro e della soda.
La particolarità della salsola kali è la sua capacità di disperdere i semi a grande distanza, fattispecie che le permette di diffondersi rapidamente coprendo aree molto vaste: la pianta rotola spinta dal vento e, mentre viaggia, lascia cadere i semi che, una volta trovata l’umidità giusta, germinano dando vita a nuovi esemplari.
Varietà e diffusione geografica della salsola kali
Il genere salsola comprende diverse specie, molte delle quali hanno caratteristiche simili alla salsola kali. La pianta cresce preferibilmente in terreni salini, secchi e sabbiosi, il che la rende particolarmente adatta a regioni aride. È diffusa in Europa da migliaia di anni, ma la sua fama si è estesa quando ha colonizzato gli spazi desertici del Nord America. Originaria della Russia, la pianta è arrivata negli Stati Uniti come una clandestina, trasportata accidentalmente nei sacchi di semi di lino provenienti dalle steppe russe, e da lì si è diffusa rapidamente, conquistando ampie aree desertiche, dove ha trovato il suo habitat ideale.
È considerata una specie pioniera, in quanto è tra le prime piante a colonizzare terreni difficili e privi di vegetazione.
Sebbene in passato fosse segnalata lungo tutte le coste italiane, studi più recenti hanno confermato la sua presenza esclusivamente in Friuli Venezia Giulia. Nell’area metropolitana di Roma, invece, viene riportata come comune lungo la fascia litoranea, con una distribuzione più limitata in alcune zone urbane meridionali, probabilmente a causa della confusione con altre specie simili.
Questa pianta pioniera è in grado di colonizzare sabbie prive di vegetazione e suoli salati, costituendo un importante elemento dell’ecosistema costiero.
I tanti nomi della Salsola kali
La Salsola kali è conosciuta con diversi nomi in Italia, che variano da regione a regione. Alcuni dei più diffusi includono:
- Toscana: Alcali, Bacicci, Cali, Erba kali, Riscolo, Soda
- Liguria: Erba soda (Chiavari), Punzigiuin (Genova)
- Sicilia: Bisici, Rischini (Messina), Saponara, Spinedda sarvaggia, Soda
- Campania: Erba di vriti, Vritilli
- Abruzzo: Minescuorde, Miniscordii
- Veneto: Roscani (Venezia), Rospani (Venezia)
- Puglia: Sauzolla
- Sardegna: Suini
Dove posizionare la salsola kali
Se si desidera coltivare la salsola kali, è importante considerare che prospera in condizioni di aridità e terreni poveri. Si adatta bene ai suoli salini, il che ne fa una scelta ideale per zone costiere o aree desertiche. Non è una pianta adatta a giardini ricchi di vegetazione o a terreni umidi, poiché necessita di un suolo asciutto per crescere correttamente. È preferibile posizionarla in spazi aperti e soleggiati, dove possa ricevere il massimo della luce solare durante il giorno.
Quale terreno utilizzare per la salsola kali
Il terreno ideale per la salsola kali è arido, sabbioso e povero di nutrienti. Essendo una pianta che accumula sodio, non tollera bene terreni fertili o troppo ricchi di sostanze organiche. Crescendo preferibilmente in suoli salini, si adatta bene anche in aree dove altre piante faticano a prosperare. Per chi volesse coltivarla in spazi limitati o in giardino, è consigliabile creare un substrato che simuli le condizioni desertiche: una miscela di sabbia e ghiaia può essere sufficiente.
Come coltivare in vaso la salsola kali
La coltivazione in vaso della salsola kali può essere una sfida interessante, che è possibile realizzare, a patto di ricreare le condizioni giuste. Il vaso deve essere sufficientemente ampio e profondo per consentire alle radici di espandersi, dovrete utilizzare un terriccio molto drenante, composto prevalentemente da sabbia e ghiaia per evitare i soliti ristagni d’acqua, e garantirle una buona esposizione al sole, essenziale per una crescita sana e rigogliosa.
Come irrigare la salsola kali
Una delle qualità principali della Salsola kali è la grande resistenza alla siccità. La pianta ha bisogno di pochissima acqua e tollera molto bene lunghi periodi senza piogge. Se coltivata in vaso o in giardino, è importante evitare di bagnare eccessivamente il terreno: l’irrigazione dovrà essere sporadica, da effettuare soltanto quando il terreno apparirà completamente asciutto. In estate, può bastare annaffiare una o due volte al mese, mentre in inverno non è necessario intervenire, a meno che il clima non sia particolarmente secco.
Come concimare la salsola kali
Non è necessario concimare la salsola kali, anzi, l’aggiunta di fertilizzanti può essere controproducente: parliamo di una pianta rustica, abituata ai suoli poveri, che non ha bisogno di nutrienti aggiuntivi per prosperare, ma che anzi è completamente autosufficiente in termini di sostentamento.
Quando fiorisce la salsola kali
La Salsola kali fiorisce generalmente in estate, stagione in cui produce dei piccoli fiori poco appariscenti, che possono essere di colore bianco o verde pallido e sono racchiusi tra le foglie e non hanno un grande valore ornamentale. La vera particolarità della pianta si manifesta alla fine della stagione, quando muore e si trasforma nella classica palla rotolante, pronta a disperdere i semi per la stagione successiva.
Malattie e parassiti della salsola kali
La Salsola kali è una pianta estremamente resistente e difficilmente viene attaccata da malattie o parassiti. Una delle sue principali difese è la presenza di spine, che scoraggiano gli animali dall’alimentarsi dei suoi rami. Inoltre, contiene elevate quantità di acido ossalico, una sostanza tossica per molti erbivori. La pianta non necessita di particolari trattamenti antiparassitari, ma va comunque monitorata per evitare che invada troppo spazio.
Usi Tradizionali e Proprietà
In passato, la Salsola kali era utilizzata per le sue proprietà rimineralizzanti e diuretiche. Le giovani foglie, grazie al loro contenuto di sali minerali, potevano essere consumate sia crude che cotte come alimento.
Un tempo la pianta era anche sfruttata per la produzione di soda naturale, ottenuta dalla combustione della pianta stessa. Questo uso era particolarmente diffuso in Toscana e in Sicilia, dove la pianta era nota con nomi locali come Soda, Erba soda o Saponara.
Significato simbolico e utilizzi storici della salsola kali
Oltre alla celebrità cinematografica, la salsola kali ha una lunga storia di utilizzo pratico. Sin dai tempi biblici, era conosciuta per la produzione di cenere altamente alcalina, ottenuta bruciandola, cenere che veniva impiegata per produrre sapone e per lavare i tessuti. Nel corso dei secoli, è stata impiegata anche nella produzione del vetro, grazie alle proprietà alcaline, mentre oggi è vista soprattutto come una specie invasiva.
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