Rinnovabili, le province toscane frenano sulle aree idonee

La peculiarità della proposta di legge toscana sulle aree idonee è che si tratta di una “legge in due tempi”, perché, dopo la sua approvazione, i Comuni avranno 60 giorni per ridisegnare le aree idonee sul proprio territorio, mentre le province-città metropolitane avranno 30 giorni. Viene così promossa la partecipazione locale, ma da un primo giro di consultazioni con […] The post Rinnovabili, le province toscane frenano sulle aree idonee first appeared on QualEnergia.it.

Feb 5, 2025 - 12:31
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Rinnovabili, le province toscane frenano sulle aree idonee

La peculiarità della proposta di legge toscana sulle aree idonee è che si tratta di una “legge in due tempi”, perché, dopo la sua approvazione, i Comuni avranno 60 giorni per ridisegnare le aree idonee sul proprio territorio, mentre le province-città metropolitane avranno 30 giorni.

Viene così promossa la partecipazione locale, ma da un primo giro di consultazioni con i territori emerge un evidente timore a concedere ampi spazi per nuovi impianti rinnovabili.

La Regione ha avviato un ciclo di incontri per garantire il coinvolgimento diretto degli enti locali, per definire un quadro chiaro e condiviso.

Dopo le tappe di Grosseto e Livorno, anche le Province di Siena e Arezzo hanno aderito a questo processo, ospitando momenti di confronto tra amministratori, tecnici e rappresentanti istituzionali

A Grosseto, l’incontro è stato convocato dal presidente della Provincia, Francesco Limatola, e ha visto la partecipazione dell’assessora regionale alla Transizione ecologica e Sviluppo sostenibile, Monia Monni, insieme a numerosi sindaci del territorio e ai tecnici della Direzione regionale competente.

Durante il dibattito, Limatola ha dichiarato: “La tutela ambientale è da sempre centrale nelle politiche locali ed è forte la sensibilità verso la produzione di energia da fonti rinnovabili contestuale alla tutela dei paesaggi straordinari, così come previsto dalla Regione. Ma siamo contrari e vogliamo sia posto un freno a tutti i tentativi di speculazione e di sfruttamento selvaggio dei territori.”

A Livorno, la presidente della Provincia, Sandra Scarpellini ha parlato di un lavoro da portare avanti “con particolare attenzione all’economia agricola e al contrasto di possibili fenomeni speculativi o concentrazioni di interessi in determinate zone”.

Il Presidente della Provincia di Arezzo, Alessandro Polcri, chiede che venga garantito il “rispetto delle peculiarità dei territori, seppur sia forte la sensibilità verso la produzione di energia da fonti rinnovabili, ma ponendo l’attenzione al contrasto di possibili fenomeni speculativi”.

Da Upi Toscana (Unione delle Province d’Italia) la promessa in una nota di “approfondire la fattibilità di alcuni interventi che stanno a cuore dei territori, come ad esempio la tutela dei nostri magnifici paesaggi, la valorizzazione della produzione da rinnovabili già esistente in certe aree rispetto ai consumi o la regolazione di un agrivoltaico che non sia speculativo”.

Gli incontri sul territorio stanno fornendo materiale utile per il lavoro delle Commissioni consiliari e del Consiglio regionale, che stanno esaminando la proposta di legge presentata dalla Giunta lo scorso dicembre. I lavori del Consiglio vanno infatti avanti: questa mattina alle 10 è cominciato l’esame del ddl nella quarta commissione Territorio, ambiente, mobilità e infrastrutture.

Alcune criticità della proposta toscana

La proposta toscana, al momento, renderebbe Il 70% del territorio regionale non idoneo all’installazione di impianti Fer, mentre terrebbe l’eolico del tutto fuori dalle aree in cui si prevede un’accelerazione delle autorizzazioni (In Toscana 70% del territorio non idoneo alle rinnovabili).

La definizione delle aree idonee è funzionale a raggiungere gli obiettivi nazionali sulle rinnovabili al 2030, che per la Toscana prevedono una quota di 4,25 GW aggiuntivi di potenza Fer.

Elettricità Futura, ascoltata nel ciclo di audizioni del Consiglio Regionale della Toscana, ha chiesto che le Regioni e Province autonome, nel processo di individuazione delle aree idonee, tengano in considerazione alcuni importanti aspetti:

  • la corretta gestione dei progetti già avviati, per salvaguardare gli investimenti sul territorio e dare più certezza e stabilità agli operatori del settore;
  • la conformità con le disposizioni del D.Lgs n.199/2021 di recepimento della direttiva europea RED II, che e ha introdotto le aree idonee ex lege.

L’associazione si è anche soffermata sull’introduzione delle aree idonee assolute, suggerendo un’attenta valutazione perché questa categoria potrebbe generare maggiore confusione tra gli operatori e le amministrazioni chiamate a gestire i procedimenti. Infine, sono stati evidenziati i problemi derivanti dalla compartecipazione dei Comuni alla definizione delle aree idonee, che potrebbe frammentare troppo il processo decisionale.

Ricordiamo che, per parola della stessa assessora regionale alla Transizione ecologica, Monni, “se uno o più Comuni fossero inerti o decidessero di non ridefinire le proprie aree idonee, rimarranno valide quelle definite proprio dalla Regione nella legge in esame”.

Quelli del “no”

Il fronte del “no” alle rinnovabili in Toscana intanto si compatta.

Durante un convegno organizzato dalla Coalizione Tess (“Transizione energetica senza speculazione”) la sezione toscana di Democrazia Sovrana Popolare ha espresso la sua opposizione alla proposta di legge perché, nonostante sia considerata dalle associazione ambientaliste particolarmente restrittiva, consentirebbe comunque “una violenta, invasiva e antidemocratica occupazione territoriale, mascherata dalla formula ‘transizione energetica’ e dalla prospettiva di produzione di energia da fonti rinnovabili”.

Ieri, il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, ha incontrato a Roma il sottosegretario di Stato Claudio Barbaro per ribadire la sua contrarietà alla realizzazione di un parco eolico in Maremma, mentre sul finire della scorsa settimana l’amministrazione comunale di San Giuliano Terme (PI) ha convocato un tavolo con associazioni e cittadini per “fare il punto sulla controversa questione dell’impianto fotovoltaico proposto in area agricola lungo la S.S. Abetone e del Brennero.

Il parco prevede l’installazione di oltre 14mila moduli fotovoltaici, per una potenza complessiva di 10 MW. L’amministrazione comunale si è detta contraria alla realizzazione di impianti a terra in aree agricole e di pregio paesaggistico, ritenendoli incompatibili con la tutela del territorio e con le prospettive di sviluppo turistico sostenibile.

“Il progetto in questione è stato collocato fuori dall’area vincolata lungo il viale – spiega il primo cittadino – ma la sua compatibilità con il contesto paesaggistico resta per noi un punto fondamentale”.The post Rinnovabili, le province toscane frenano sulle aree idonee first appeared on QualEnergia.it.