Private banking, nel prossimo biennio atteso un incremento delle masse in gestione del 6,6% medio annuo

AIPB ha presentato il rapporto “Il Private Banking in Italia: previsioni al 2026” che, nella prima parte realizzata assieme a Prometeia, elabora le previsioni a due anni sull’andamento dell’industria, mentre nella seconda si concentra sulle aspettative dei Responsabili Private degli istituti associati. L'articolo Private banking, nel prossimo biennio atteso un incremento delle masse in gestione del 6,6% medio annuo proviene da FundsPeople Italia.

Gen 28, 2025 - 10:23
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Private banking, nel prossimo biennio atteso un incremento delle masse in gestione del 6,6% medio annuo

Con 1.412 miliardi di masse al 2026, il Private Banking italiano si conferma un settore in espansione, con un incremento atteso del 6,6% medio annuo da qui ai prossimi due anni (più che triplicando il +1,8% degli altri operatori). A certificarlo è l’Associazione Italiana Private Banking (AIPB) che ha presentato il rapporto “Il Private Banking in Italia: previsioni al 2026”. Nella prima parte del report, realizzato assieme a Prometeia, si elaborano le previsioni a due anni sull’andamento dell’industria, mentre nella seconda si concentra sulle aspettative dei Responsabili Private degli istituti associati.

“Le previsioni per il 2026 confermano il peso crescente e il ruolo del Private Banking nelle scelte d’investimento delle famiglie italiane. Un percorso di crescita che si fonda sulla consulenza professionale e la centralità del Private Banker", dice Andrea Ragaini, presidente AIPB. "L’industria, oggi, si pone un obiettivo ancor più rilevante, quello di accrescere nel tempo il valore dei patrimoni in gestione, guidando le scelte della clientela all’interno di un contesto in continua evoluzione”.

Sullo sfondo, lo scenario macroeconomico e finanziario

Come noto, nonostante un rallentamento della crescita economica globale, dal report emergono segnali di stabilità, in cui saranno gli USA a mostrare una dinamica più positiva tra il 2024 e il 2026 (rispettivamente del +2,6%, +1,5% e +2,1%), mentre il Pil italiano è visto in crescita tra lo 0,8%, nel 2024 e 2025, e lo 0,7% nel 2026, e quello dell’eurozona tra lo 0,7% e l’1,1%. Come si legge nella nota, le prospettive di recessione vengono infatti allontanate dal calo dell’inflazione e dalle condizioni del mercato del lavoro.

Il Italia il rapporto tra debito e PIL è previsto aumentare a seguito degli effetti dei bonus pubblici, che porterà a un aumento del rischio sui titoli pubblici, con lo spread BTP-Bund atteso crescere fino a circa 185pb entro il prossimo anno. Passando ai mercati azionari, si prevede che la dinamica positiva, in corso da inizio anno, prosegua durante il prossimo biennio, con ritorni medi annui attesi attorno al 7-8 per cento.

Non solo, secondo quanto si legge nel report, quest'anno il rientro dell’inflazione si è tradotto in una ripresa del potere d’acquisto, con un recupero del reddito disponibile delle famiglie (+3,0%) che, nei prossimi due anni, invece, è previsto avere una dinamica inferiore all’1 per cento. Uno sguardo anche ai consumi che sono stati molto deboli nel 2024 (+0,1%), in leggera ripresa nel biennio 2025-2026. Ciononostante, come detto anche a fine 2024 in occasione del XX Forum AIPB dal presidente Ragaini, il tasso di risparmio resterà su livelli bassi (attorno all’8,5%), in un contesto di crescita del PIL moderata. Di conseguenza, anche i nuovi flussi investiti in attività finanziarie nel triennio ‘24-‘26 sono visti calare a 210 miliardi di euro (erano 240 miliardi nel triennio precedente).

Nel biennio 2023-2024 le componenti positive del risparmio e dei mercati finanziari hanno contribuito a un aumento della ricchezza finanziaria investibile delle famiglie italiane, soprattutto grazie al recupero dei mercati (+3,4%), ma anche ai nuovi flussi positivi (+1,7%). Si prevede che questo trend proseguirà anche nel prossimo biennio, preso in esame dal report, ampliando la ricchezza finanziaria investibile degli italiani da 3.689 a quasi 4mila miliardi. Il contributo verrà prevalentemente dai flussi (+1,9%) e da un andamento positivo dei mercati (+1,5%).

Asset e crescita del Private Banking

Come si diceva all'inizio, secondo le previsioni, gli asset under management del Private Banking supereranno i 1.412 miliardi di euro entro il 2026 (+6,6% rispetto al 2004 vs +1,8% altri operatori), grazie a una combinazione di nuovi flussi di raccolta (+4,2%) e alla ripresa dei mercati finanziari (+2,4%).

Secondo le evidenze emerse dalla nota, di pari passo ci sarà anche la crescita della quota di mercato del Private Banking nel prossimo biennio, che arriverà a gestire quasi il 36% della ricchezza investibile delle famiglie. Anche i leader di settore vedono positivamente le prospettive del Private Banking: il 56% ritiene che l’industria continuerà a crescere nei prossimi 12-18 mesi, mentre per il 44% rimarrà stabile.

Secondo la ricerca AIPB - Prometeia, la componente del risparmio gestito sarà la protagonista, con una crescita media annua dell’8,2%, trainata sia da nuovi flussi netti (+4,3%), sia dall’effetto mercato (+3,9%). Nel dettaglio, il comparto assicurativo vedrà un aumento annuo medio del 5,7%, sostenuto da una distribuzione equilibrata tra flussi e mercato. Infine, l’amministrato, dopo una forte espansione nel biennio precedente (+27,8%), continuerà a crescere a un ritmo più moderato (+6,4% medio annuo).

Fonte: AIPB - Prometeia.

Come evolvono le preferenze di investimento

Dall’indagine condotta da AIPB tra i leader del settore, si prevede un crescente interesse verso gli investimenti di lungo periodo (come i private markets; 22% delle preferenze). Al secondo posto, nonostante il forte calo (dal 41 al 22%) gli investimenti a capitale garantito. In decisa crescita ci sono le soluzioni assicurative per l’ottimizzazione fiscale (dal 3 al 9%), mentre si conferma la propensione a mantenere una parte di liquidità per scopi precauzionali (13%).

Le asset class previste crescere maggiormente sono quelle legate alle strategie alternative (come private equity, infrastrutture, real estate; per quasi l’80% dei rispondenti) e quella azionaria (oltre il 70%). Mentre sull’obbligazionario le aspettative sono più tiepide (per oltre la metà rimarrà stabile o decrescerà), mentre per il 54% dei leader Private la liquidità diminuirà. Infine, passando ai prodotti d’investimento, le attese verso performance migliori vanno alle polizze vita e gestioni patrimoniali (62%), seguite dai fondi ESG (54%) mentre i Titoli di Stato e Depositi sono visti decrescere per il 38 per cento.

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