Pet Economy: cresce la spesa per i nostri amici animali

Attualmente in Italia ci sono circa 35 milioni circa di proprietari di 65 milioni animali di affezione, divisi tra 8,8 milioni di cani e 10,2 milioni di gatti oltre a uccelli, pesci e tartarughe, tutti presenti in circa 4 famiglie su 10. Un numero in costante crescita (+5 milioni dal 2019) anche grazie alle campagne di sensibilizzazione che hanno portato molti nuclei familiari ad accogliere tra le mura di casa animali abbandonati o reduci da situazioni di grave stress. Un animale in casa è, però, anche un membro della famiglia a tutti gli effetti come confermato dalle statistiche che parlano del 90% dei proprietari che vedono nel proprio pet (termine coniato dal dizionario inglese per indicare un animale da affezione) un compagno di vita oltre che un effettivo componente della famiglia. Tutto e' business 8 Agosto 2024 Entro il 2030 la Cina avrà quasi il doppio degli animali domestici rispetto ai bambini Per inciso Goldman fa sapere che stando alle proiezioni, i gatti supereranno i cani perché necessitano di meno spazio per… 8 Agosto 2024 animali domestici Guarda ora Altri numeri, però, quelli dell’Eurispes, certificano per il 2023 un mercato che, a livello mondiale, cresce del 6% all’anno. Il dato registrato a livello globale, sempre nello stesso anno, vede il pet market globale coprire una cifra pari a 220 miliardi di euro annui, con il mercato italiano che supera i 4 miliardi. Orientativamente, quindi, sii può parlare di una spesa pro capite di circa 120 euro. Ma la cura degli amici a quattro zampe (e anche a due considerando che nella lista non ci sono solo cani e gatti) riguarda anche il cibo, gli accessori ed altre voci che, sommate, hanno portato alla nascita di un vero e proprio giro di affari denominato Pet Economy. Una panoramica molto approssimativa, dal momento che non si può equiparare il costo del mantenimento di un pitbull a quello di un cane pechinese da competizione o di un randagio abituato a stili di vita ben più semplici, vede il 55% dei 220 miliardi di spesa globale citati all’inizio divisi tra il 55% circa delle spese di alimentazione (pet food) e il 45% del variegato segmento di accessori, spese per l’igiene, farmaci e cure e, non ultime, assicurazioni (pet care). Segmento variegato e fantasioso dal momento che, soprattutto ultimamente, comprende anche delle vere e proprie spa per animali oltre a personal shopper, psicologi comportamentisti e docenti di doga (yoga per cani). Attualita' 7 Luglio 2024 Pet friendly office, luoghi di lavoro aperti a animali domestici Nel rispetto degli ambienti e in sicurezza arrivano benefici per dipendenti e produzione 7 Luglio 2024 pet policy animali domestici in ufficio regole e comunicazione condizioni di luogo idonee Guarda ora

Jan 17, 2025 - 20:31
Pet Economy: cresce la spesa per i nostri amici animali

Attualmente in Italia ci sono circa 35 milioni circa di proprietari di 65 milioni animali di affezione, divisi tra 8,8 milioni di cani e 10,2 milioni di gatti oltre a uccelli, pesci e tartarughe, tutti presenti in circa 4 famiglie su 10. Un numero in costante crescita (+5 milioni dal 2019) anche grazie alle campagne di sensibilizzazione che hanno portato molti nuclei familiari ad accogliere tra le mura di casa animali abbandonati o reduci da situazioni di grave stress.

Un animale in casa è, però, anche un membro della famiglia a tutti gli effetti come confermato dalle statistiche che parlano del 90% dei proprietari che vedono nel proprio pet (termine coniato dal dizionario inglese per indicare un animale da affezione) un compagno di vita oltre che un effettivo componente della famiglia.

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Altri numeri, però, quelli dell’Eurispes, certificano per il 2023 un mercato che, a livello mondiale, cresce del 6% all’anno. Il dato registrato a livello globale, sempre nello stesso anno, vede il pet market globale coprire una cifra pari a 220 miliardi di euro annui, con il mercato italiano che supera i 4 miliardi. Orientativamente, quindi, sii può parlare di una spesa pro capite di circa 120 euro.

Ma la cura degli amici a quattro zampe (e anche a due considerando che nella lista non ci sono solo cani e gatti) riguarda anche il cibo, gli accessori ed altre voci che, sommate, hanno portato alla nascita di un vero e proprio giro di affari denominato Pet Economy. Una panoramica molto approssimativa, dal momento che non si può equiparare il costo del mantenimento di un pitbull a quello di un cane pechinese da competizione o di un randagio abituato a stili di vita ben più semplici, vede il 55% dei 220 miliardi di spesa globale citati all’inizio divisi tra il 55% circa delle spese di alimentazione (pet food) e il 45% del variegato segmento di accessori, spese per l’igiene, farmaci e cure e, non ultime, assicurazioni (pet care). Segmento variegato e fantasioso dal momento che, soprattutto ultimamente, comprende anche delle vere e proprie spa per animali oltre a personal shopper, psicologi comportamentisti e docenti di doga (yoga per cani).

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Anche in questo caso la divisione è molto generica dal momento che le aree di spesa vedono diversificazioni estreme sia per quanto riguarda le voci che le scelte. Ad esempio il paese dove l’offerta di servizi per il pet care è maggiore è il Giappone dove facilmente ci si può imbattere in pet fashion, i pet food delivery, o negozi dove è possibile accarezzarli dietro pagamento. Diversa, invece, la situazione degli USA dove, il pet food è pari a un terzo della spesa totale dei giapponesi. Inoltre i vari professionisti del settore non sempre riescono ad essere censiti da organi ufficiali.

Guardando all’interno dei confini italiani il Rapporto Assalco-Zoomark, inoltre, porta una notizia rassicurante per gli amanti degli animali: la Pet economy, in Italia, resiste alle pressioni di inflazione e crisi energetica. Nel panorama tricolore gli ultimi dati (2023) presentano un ramo alimentazione (Grocery e Specializzato) che supera i 3 miliardi di euro e 673.153 di tonnellate vendute. Gli umidi la fanno da padrone (in particolare per quanto riguarda i gatti) con 1.467 milioni di euro circa (54,4% di quota sul totale mercato). Tra Grocery e Specializzato vince ampiamente il primo con il 73% del fatturato.

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Il segmento degli alimenti secchi, invece, ha portato un fatturato di 1.227 milioni di euro (+13,4% in valore) e rappresenta il 40,8% di quota di mercato. Di questo il 22,9% riguarda i secco cane e il 17,9% il secco gatto. In crescita anche gli alimenti per altri animali (+5,8% a valore), con un fatturato di 14 milioni con gli uccelli al primo posto (45% del valore) e i roditori al secondo (34% del totale). Bene anche il mercato degli accessori, in crescita del +6% e con 85 milioni di valore. Voce principale è quella dell’igiene che copre il 51% di quest’area di mercato.

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