La “eRRe” del 19 gennaio 2025

«Le verità che i sogni della notte svelano e le luci del giorno occultano.» di Erika Errico Avvocato L’uomo integerrimo che ha costruito la propria personalità su schemi rigidi e precostituiti, si scontra con l’inconscio, la debolezza degli esseri umani. Kristóf Kómives è un giudice “per generazione”, che ha impostato rigidamente la propria vita, la […] The post La “eRRe” del 19 gennaio 2025 first appeared on Diritto del Risparmio.

Jan 20, 2025 - 00:50
La “eRRe” del 19 gennaio 2025
«Le verità che i sogni della notte svelano e le luci del giorno occultano.»

L’uomo integerrimo che ha costruito la propria personalità su schemi rigidi e precostituiti, si scontra con l’inconscio, la debolezza degli esseri umani.

Kristóf Kómives è un giudice “per generazione”, che ha impostato rigidamente la propria vita, la carriera e il rapporto con gli altri.
Marito integerrimo, padre, parente, vicino e collega cortese e distaccato, affabile ma freddo, vive la propria esistenza con intenso rigore, adagiato sulla schematica scansione dei propri ruoli e dei compiti che ne derivano.

L’equilibrio, vero punto di forza di Kristóf, si infrange improvvisamente ai primi segni di un disagio fisico che rispecchia l’incedere inquieto dei pensieri del giovane giudice.
Piccoli malori, segno di stanchezza, ma nulla che la quiete familiare non riesca a lenire.

Una sera, tuttavia, rincasando con la moglie dopo un convivio tra parenti e conoscenti, scopre che in casa ad aspettarlo c’è un vecchio amico di scuola, ormai non più che conoscente.
Kristóf l’indomani dovrà pronunciare la separazione tra l’amico e la moglie, ma questa visita inaspettata preannuncia la rottura della routine: non vi sarà alcuna sentenza.

A pagina 122 il primo colpo di scena: Anna è morta!

La rivelazione sulla morte della separanda e, ancor di più, sulla vita condotta negli ultimi anni innescano un lento e doloroso dialogo tra Kristóf e l’amico, che presto si snoda in un lungo e intenso monologo di quest’ultimo.
Il fulcro di tutto è l’animo umano, con le sue ambizioni, le paure, le gioie e la castrazione dei desideri più foschi.
Ogni passaggio è un invito a riflettere sulla condizione umana, in uno schema facilmente adattabile all’epoca storica del lettore; un’autoanalisi dalla quale ognuno esce un po’ sconfitto.
A sconfiggere Kristóf è la scoperta dell’inconscio nella netta distinzione tra ciò che si può regolare e controllare di giorno e quanto, invece, emerge limpido e cristallino, inafferrabile e incontrollato, nel buio della notte.

“Hai sognato Anna in questi anni?”

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