Pensione integrativa: come funziona e perché conviene

I sistemi pensionistici europei sono sottoposti a una pressione crescente a causa dell’invecchiamento della popolazione. Sono quindi necessarie riforme per garantire sia l’adeguatezza delle pensioni sia la sostenibilità finanziaria dei sistemi pensionistici. Per l’Italia il peso delle pensioni pubbliche è ormai insostenibile e l’INPS considera irrinunciabile predisporre una pensione integrativa

Feb 5, 2025 - 18:10
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Pensione integrativa: come funziona e perché conviene

I sistemi pensionistici europei sono sottoposti a una pressione crescente a causa dell’invecchiamento della popolazione. Sono quindi necessarie riforme per garantire sia l’adeguatezza delle pensioni sia la sostenibilità finanziaria dei sistemi pensionistici. Per l’Italia il peso delle pensioni pubbliche è ormai insostenibile e l’INPS considera irrinunciabile predisporre una pensione integrativa per garantirsi un buon tenore di vita. Scopriamo come funziona e perché conviene.

Come funziona il sistema previdenziale italiano

La costruzione di una pensione integrativa, di un mattone in più da aggiungere al pilastro dell’assegno principale di pensione, è necessaria. Questo perché l’attuale sistema pensionistico italiano non fornisce una forte protezione contro la povertà. Ed è ancora più vero dopo la riforma Fornero. Dal 2012 è diventato definitivo il passaggio al metodo di calcolo contributivo, già introdotto dalla riforma Dini delle pensioni del 1995. Quali sono le differenze tra metodo retributivo e contributivo:

  • Il metodo retributivo è fondato sulle retribuzioni degli ultimi anni lavorativi. Questo significa che per il calcolo dell’assegno pensionistico si guarda ai valori medi degli ultimi 5 anni di stipendio e, in media, la pensione è pari all’80% di quell’importo. In questo modo è più facile mantenere anche in pensione lo stile di vita a cui si è giunti a fine carriera, dopo anni di lavoro, esperienza, sacrifici.
  • Il metodo contributivo, invece, calcola l’assegno pensionistico in base ai contributi che si sono versati dal primo all’ultimo giorno di lavoro. Questo significa che la pensione va costruita pezzo per pezzo durante tutta la vita lavorativa e, in media, si calcola che gli assegni con questo metodo saranno nella migliore delle ipotesi pari al 55% delle ultime retribuzioni.

Secondo le simulazioni INPS, chi è nato dopo gli anni 80 avrà un assegno inferiore del 25% rispetto a quello di chi è nato nel 1945 e oggi ha 73 anni. Ma non solo: tre pensionati su quattro nati nel 1945 sono usciti dal lavoro prima dei 60 anni, mentre chi è nato nel 1980, per esempio, andrà in pensione prima dell’età di vecchiaia, che sarà pari a 70 anni nel 2050, in meno del 40% dei casi.

L’ultima riforma delle pensioni ha alcuni punti chiave come l’innalzamento dell’età pensionistica e la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro grazie all’APE volontaria percependo però un assegno più leggero. Le simulazioni INPS, dunque, definiscono l’esigenza di una pensione integrativa come un investimento ormai irrinunciabile per vivere bene a lungo.

Come calcolare quanto vale l’assegno della pensione

Per farsi un’idea di quanto denaro serve per colmare il gap dell’assegno pensionistico principale e calcolare a quanto ammonta la propria pensione futura è possibile accedere alla sezione area riservata dell’Inps, inserire i propri dati ed avere una stima. Questa operazione di trasparenza da parte dell’ente previdenziale è arrivata proprio in seguito all’introduzione del metodo contributivo. In questo modo i lavoratori si possono rendere conto degli importi delle pensioni e decidere di correre ai ripari, aderendo a formule di previdenza integrativa.

Accanto alla sezione online del sito INPS è stata istituita anche la cosiddetta Busta arancione. Ovvero una comunicazione periodica inviata dall’INPS a un campione selezionato di lavoratori e indica una stima aggiornata dell’assegno pensionistico atteso. Conoscere per tempo quanto si prenderà di pensione e se questa sarà sufficiente a garantire il proprio tenore di vita per sé e la propria famiglia è la prima mossa. Il fattore tempo è un elemento determinante: prima si aderisce a soluzioni di previdenza integrativa e meglio si può integrare l’assegno.

Tipologie di pensione integrativa

Il sistema italiano della previdenza integrativa è ormai rodato. Sono passati 20 anni dall’entrata in vigore della legge 252/2005 e dall’inizio del semestre bianco di silenzio assenso che ha coinvolto 12 milioni di italiani nella scelta di come e se destinare il proprio Trattamento di fine rapporto (TFR) a un prodotto della previdenza alternativa come, per esempio, il fondo pensione. I principali strumenti della previdenza integrativa sono:

  • Fondi pensione chiusi o negoziali: sono nati grazie a contratti e accordi collettivi tra datori di lavoro e dipendenti, o per iniziativa di autonomi e liberi professionisti. L’adesione è riservata ai lavoratori che appartengono ad una determinata categoria.
  • Fondi pensione aperti: sono stati istituiti da soggetti abilitati alla gestione delle risorse finanziarie (banche, compagnie di assicurazione, Sim e Sgr), raccolte tramite adesione di lavoratori che non possono o non scelgono partecipare a un fondo chiuso di categoria.
  • Piani individuali pensionistici (PIP): sono assicurazioni sulla vita con finalità pensionistiche alle quali si può aderire solo in forma individuale. Possono essere collegati a una polizza Ramo I e quindi assimilabili a un’assicurazione sulla vita; oppure collegati a contratti assicurativi di ramo III (unit linked).

I vantaggi della previdenza integrativa in Italia

L’obiettivo del sistema di previdenza complementare non è sostituirsi a quello pubblico, ma affiancarlo. I vantaggi della previdenza integrativa sono molteplici:

  • Il trattamento fiscale dei fondi pensione, per esempio, prevede per il sottoscrittore una deduzione dal reddito Irpef fino a un importo di 5.164,57 euro all’anno dei versamenti ai prodotti previdenziali. A questo di aggiunge che anche i versamenti che vengono eseguiti per familiari fiscalmente a carico possono essere portati in deduzione, sempre con lo stesso limite di importo.
  • Un altro vantaggio della previdenza integrativa è l’impignorabilità delle somme versate.
  • La possibilità di scelta è ampia: sono centinaia i prodotti del risparmio previdenziale tra cui scegliere quello più adatto al proprio profilo individuale pensionistico, sia che si tratti di un fondo pensione aperto che di un fondo pensione chiuso.
  • La flessibilità di questi prodotti è ampia: è possibile modificare la periodicità dei versamenti, gli importi da versare e anche di sospendere i versamenti in qualsiasi momento, senza penalizzazione.
  • Ci sono poi dei vantaggi successori: le somme versate vanno agli eredi, a meno che il sottoscrittore non abbia lasciato precise volontà contrarie a riguardo, e senza il pagamento della tassa di successione.

Il bilancio con i pro e i contro del sistema della previdenza integrativa è positivo in termini di rendimento. Se facciamo un confronto tra la performance di un fondo pensione rispetto al Trattamento di fine rapporto (TFR), nonostante una tassazione inferiore sulla rivalutazione favorevole al TFR, i dati sono a favore della previdenza integrativa. Negli ultimi 10 anni il TFR lasciato in azienda ha reso in media il 2,4%, in linea con il 2,5% medio netto annuo realizzato nei venti anni compresi tra il 2004 e il 2023.

Si tratta di rendimenti inferiori rispetto a quelli dei fondi pensione che investono in liquidità e obbligazioni: le linee bilanciate e le linee obbligazionarie miste hanno avuto rendimenti tra il 2,6% e il 3,1% nello stesso periodo. Se si guarda alle linee azionarie il confronto a nettamente a favore della previdenza integrativa: hanno avuto nello stesso periodo un rendimento tra il 3,9% e il 4,5%.

Flessibilità e previdenza integrativa: la semplificazione della RITA e il TFR2

Con la filosofia di spingere la previdenza integrativa in Italia, la legge di bilancio 2018 ha introdotto una serie di flessibilità aggiuntive tra cui:

  • Il riscatto parziale fino a dieci anni prima del pensionamento,
  • La semplificazione della Rendita integrativa temporanea anticipata (RITA),
  • La possibilità di destinare anche solo una porzione del TFR al fondo pensione e, come sempre, le anticipazioni dal montante accumulato.

In particolare, la semplificazione della RITA prevede che, per accedere alla rendita anticipata, gli iscritti debbano avere almeno 20 anni di contributi, 63 di età ed essere distanti non più di 5 anni dalla pensione di vecchiaia.

Per quanto riguarda il TFR, chi sceglie la previdenza integrativa non è più costretto a rinunciare a tutto il Trattamento di fine rapporto lavoro: si può destinare al fondo pensione anche solo una percentuale del TFR. Lo stabilisce il decreto 22 marzo 2018, pubblicato sulla G.U. n. 91/2018, con cui è stato aggiornato il modulo “TFR 2” per la scelta della destinazione del TFR dei nuovi assunti, altra novità introdotta dalla legge n. 124/2017. La quota del TFR da destinare alla pensione integrativa potrà andare da zero fino al 100%.

Come scegliere il fondo pensione adeguato

L’obiettivo pensionistico primario è mantenere il proprio tenore di vita. Quanto occorre accantonare nel corso della vita lavorativa? E come scegliere il fondo pensione adeguato?

Online SIM offre ai suoi clienti la possibilità di investire nella previdenza integrativa con fondi pensione aperti. Tra i prodotti ci sono:

  • Arca previdenza. Fondo gestito da Arca SGR che investe sui mercati finanziari con differenti profili ed è articolato in 4 comparti di investimento, differenziati per grado di rischio dal più dinamico al più prudente, e in un comparto garantito.
  • Seconda Pensione. Il fondo gestito da Amundi SGR che consente di costruire nel tempo un trattamento pensionistico complementare al sistema obbligatorio investendo i contributi versati nelle differenti possibilità offerte dal fondo pensione. Il fondo è articolato in 5 comparti di investimento, differenziati per grado di rischio dal più dinamico al più prudente, e in un comparto garantito.
  • Anima Arti & Mestieri. È un fondo aperto gestito da Anima SGR a contribuzione differita. Il fondo offre la possibilità di scegliere tra 5 comparti, di cui un comparto garantito. Questi con una composizione di investimento azionaria/obbligazionaria differente a seconda delle esigenze.

Aprire un fondo pensione consente di avere una rendita privata, ma come scegliere il migliore? Per evitare di sbagliare scopri come scegliere il fondo più adatto.

Scopri sul sito di Online SIM come costruire la tua previdenza complementare pensando al futuro.

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

*Articolo pubblicato a maggio 2018 e sottoposto a successive revisioni