Non è cambiato ancora nulla. Dopo il crollo altri morti e feriti: "Ora più ispettori del lavoro"
Nel 2024 incidenti aumentati del 3,5% in provincia. A dicembre la strage di Calenzano. I sindacati attaccano: "Aumentare i controlli. Il governo fa poco, iniziative solo a livello locale".
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"Più sicurezza e più controlli: non si deve morire di lavoro". Dopo quasi un anno dalla strage di via Mariti, dove persero la vita cinque persone, secondo i sindacati c’è ancora tanto da fare per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro e fermare un trend sempre più drammatico. Il 2024, per Firenze, è stato un annus horribilis: 13.971 le denunce per infortunio, cresciute del 3,5% rispetto al 2023. In netto aumento anche gli incidenti mortali: dei 68 avvenuti in tutta la Toscana ben 28 (contro i 22 del 2023) si sono verificati nel territorio fiorentino.
"I dati sono impietosi, sono un grido d’allarme sulla sicurezza sul lavoro. Sia a livello locale sia nazionale si regista un incremento degli infortuni sul lavoro. Firenze, poi, è stata teatro di due grandi tragedie: il cantiere edile per la realizzazione del supermercato e l’esplosione al deposito Eni" ricorda Daniele Battistini, segretario generale Feneal Uil Toscana. "Il problema è evidentemente lontano dall’essere risolto. Come Uil continueremo a lottare per arrivare a ’Zero morti sul lavoro’ e a proporre, a Roma così come in ambito locale, di istituire un tavolo permanente sulla sicurezza sul lavoro che veda al suo interno la presenza di istituzioni, organizzazioni sindacali, associazioni datoriali e organi di vigilanza" dice ribadendo quanto sia opportuno un monitoraggio preciso e un confronto costante su come, dove, perché e chi è coinvolto in infortuni e morti sul lavoro.
"A un anno dalla strage di via Mariti nulla è cambiato. Il governo ha fatto poco o niente per risolvere le problematiche dei subappalti e della precarietà. E per i controlli le risorse sono sempre le stesse" tuona Bernardo Marasco, segretario generale di Cgil Firenze che ritiene il governo "non all’altezza dell’emergenza". A livello locale, invece, qualcosa si è mosso. "In vari comuni dell’area metropolitana, compreso Firenze, abbiamo firmato protocolli per il divieto dei subappalti a cascata. Poi abbiamo siglato i protocolli per la trasparenza nei cantieri della tramvia e a giorni ci sarà la firma per l’atto relativo ai lavori per lo stadio" elenca Marasco. Ma questo non basta. "Da sempre sosteniamo che le regole per gli appalti privati dovrebbero essere le stesso utilizzate in ambito pubblico. Questo è un tema che continuiamo a portare avanti. Così come suggeriamo alla prefettura di riattivare il tavolo della legalità per affrontare tale argomento nei cantieri" aggiunge Marasco ricordando poi che la Cgil ha presentato un quesito referendario riguardante la salute e la sicurezza sul lavoro. "Chiediamo che chi appalta sia costretto ad assumersi pienamente la responsabilità delle condizioni di sicurezza dei lavoratori lungo tutta la catena" conclude Marasco.
Se Cgil e Uil considerano la patente a crediti nei cantieri (entrata in vigore a novembre scorso, proprio come risposta alla strage di via Mariti) "non un valido deterrente agli infortuni", per la Cisl invece è "uno strumento che dà più garanzie al settore". Stefano Tesi, responsabile territoriale della Filca Cisl, crede fermamente che, oltre alle leggi "serve più cultura sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: andrebbe insegnata a scuola, solo così si formano persone più consapevoli". Accanto al fattore culturale "bisogna andare avanti con formazione e prevenzione" aggiunge il sindacalista secondo cui un altro aspetto da non sottovalutare riguarda le tempistiche dei lavori. "La fretta non è mai una buona consigliera. Neppure nei cantieri. Bisogna, quindi, fare un riflessione più profonda riguardo proprio i tempi di consegna di un lavoro: bene fare veloce ma senza nulla togliere alla sicurezza dei lavoratori" conclude Tesi.
Sul tema dei controlli nei cantieri (e più in generale in tutti i luoghi di lavoro) i sindacati, in coro, chiedono a gran voce più interventi. Ma sono ben consapevoli delle poche – "scarse" – risorse messe a disposizione. Tanto per fare un esempio, la forza operativa dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Firenze conta 29 ispettori ordinari, 12 tecnici e 7 militari del nucleo carabinieri per la tutela del lavoro.