Marmo e concessioni. Ok al disciplinare. Nuove regole sui criteri
Le norme su escavazione e distribuzione dei permessi approvate dal consiglio comunale con un emendamento di Martinelli.
Semaforo verde in consiglio comunale per il nuovo disciplinare per la concessione degli agri marmiferi. Il documento, discusso nella commissione Marmo presieduta da Nicola Marchetti e in cui si sono alternati i pareri di industriali, associazioni datoriali, sindacati e associazioni ambientaliste, ha passato il voto del consiglio con 17 favorevoli e 4 contrari. Il documento è stato votato con un emendamento del consigliere grillino Matteo Martinelli che ha richiesto alcune piccole modifiche ai parametri relativi alle ricadute ambientali e socio-economiche.
"Il disciplinare va in continuità con la legge regionale 35 del 2015 - ha precisato la sindaca Serena Arrighi - e con quanto fatto negli ultimi anni, anche da chi ci ha preceduto, per portare chiarezza e trasparenza nelle cave. E’ qualcosa di storico non solo per Carrara, ma per tutto il settore estrattivo nazionale. Ringrazio il presidente Nicola Marchetti e i consiglieri per il contributo, oltre il dirigente del settore Giuseppe Bruschi e gli uffici". Il disciplinare stabilisce i criteri per la valutazione delle offerte degli operatori economici interessati all’aggiudicazione delle concessioni e la loro durata.
Due le fasi procedurali: la prima per stabilire una graduatoria di merito, la seconda per determinare la durata della concessione all’escavazione. Ogni offerta sarà valutata su ricadute socio-economiche e ambientali, ammontare del canone di concessione proposto, effetti occupazionali, natura e ammontare degli investimenti previsti, possesso di certificazioni che qualifichino il processo produttivo e gestione ambientale e sociale dell’impresa.
"Il soggetto vincitore del bando avrà la cava in concessione per 13 anni - ha spiegato la sindaca - che potranno diventare 15 in caso di certificazione Emas. La durata della concessione potrà essere aumentata di altri 10 anni sulla base di progetti che prevedano incremento della lavorazione in loco, miglioramento degli standard di tutela ambientale e sicurezza dei lavoratori, aumento dell’occupazione e sviluppo delle filiere. Per valutare l’incremento si prenderanno in considerazione quattro parametri: l’entità dell’investimento in rapporto al canone di concessione, la rilevanza dell’investimento sulla base delle ricadute sull’occupazione, la rilevanza sulla base delle ricadute sull’ambiente e infine sulle infrastrutture ".
Nel disciplinare si spiega inoltre come comportarsi nel caso in cui a gara ci siano agri liberi da concessioni e chiarimenti su cosa accadrebbe in caso di decadenza della concessione. Critiche al disciplinare sono arrivate dai consiglieri di opposizione Massimiliano Bernardi e Andrea Vannucci, entrambi convinti che il documento aprirà probabilmente la strada a dei nuovi contenziosi. "Ci sono vari margini di incertezza testuale - ha commentato Bernardi - con profili di irragionevolezza per alcune previsioni e varie omissioni o incompletezze. E’ impossibile valutare la congruità dei vari punteggi previsti dal disciplinare, esponendo così i partecipanti a un esercizio interpretativo. Non c’è indicazione sulle modalità applicative delle clausole sociali nei bandi di gara". "Gli elementi di discrezionalità sono molto elevati - ha aggiunto Vannucci - perché si prestano a interpretazioni particolari. Questa cosa non si applicherà, perchè chi ha le cave se le tiene per altri 20 anni, ma prima o dopo bisognerà fare un ragionamento serio".