Le attività extra e i lavori in economia nell’intralogistica
di Massimiliano Manca I lavori in economia in Magazzino, spesso hanno un’incidenza molto importante sul valore globale del Contratto di terziarizzazione dei processi logistici: non è raro che superino addirittura il 10/ 15 % dell’intero importo canonico previsto per le attività contrattualizzate. Questo fenomeno è tanto più accentuato quando il contratto di outsourcing è molto generico e non contempla eventualità di lavorazioni che, in qualche modo, sono comunque insite nell’operatività richiesta all’outsourcer; non solo, capita spesso che nel tempo il committente richieda lavorazioni inizialmente non prevedibili e non necessarie rispetto all’iniziale flusso logistico. È chiaro che dietro le lavorazioni non chiaramente contrattualizzate esiste sempre il rischio che possano essere date per scontate dal committente oppure, da parte dell’outsourcer, ne venga enfatizzato il loro l’impegno ed il valore per cui la loro In tutti questi casi ci si avvale del “Cuscinetto delle ore in economia” per riconoscere la, più o meno corretta, remunerazione per le prestazioni eseguite. Vale la pena quindi ricordare di inserire sempre e comunque in contratto la voce “Lavorazioni Extra” e inquadrarla nella logica delle lavorazioni in economia. Questo consente di gestire l’esecuzione di attività interne alla commessa tramite le quali si impiegano le risorse umane per un determinato tempo assegnato e, talune volte, si consumano materiali. In quest’ottica diventa imprescindibile la misurazione dell’attività e della sua esecuzione: l’approccio citato permette di tenere traccia delle attività di impegno e consumo del magazzino e delle risorse umane, consentendo di generare al termine di tutto, movimenti di contabilità analitica per centri di costo e commesse. Le lavorazioni citate possono essere classificate in due macro categorie proprio sulla base del centro di costo al quale afferiscono: lavoro interno, ovvero attività che incidono sui costi interni aziendali, senza rapporti con i clienti (per esempio un inventario straordinario che si rende necessario a seguito di eventi interni come ristrutturazioni di magazzino e/o inserimenti in corso d’opera di nuove linee prodotto); lavoro esterno, ovvero attività che implicano l’emissione di una fattura a terzi siano essi clienti o fornitori ( per esempio lo smistamento delle UDC in entrata in genere non previsto ma necessario in quell’occasione specifica, oppure il consolidamento straordinario delle UDC destinate al cliente secondo logiche diverse dal solito). Qualsiasi sia l’attività specifica, ancora una volta, sottolineo l’importanza della trasparenza con la quale si registrano tali lavorazioni: diventano importanti aspetti quali le estensioni alle commesse, la creazione di una corretta nuova anagrafica delle attività, la categorizzazione e la gestione degli ordini di lavoro, la rendicontazione multipla degli ordini di lavoro ed ovviamente le implicazioni con la contabilità analitica. Un altro aspetto interessante da considerare è l’unità di misura con la quale si identificano e riconoscono le lavorazioni in economia. Siamo certi che si debba sempre ricorrere all’ora e quindi al costo orario? In realtà no. Una volta chiarita la produttività di Processo da utilizzare come riferimento (che deve essere sostenibile!), vale la pena misurare le lavorazioni extra attraverso l’unità minimale di lavoro eseguito. Facciamo un esempio: Saltuariamente capita che nel Macro processo di ingresso merce in magazzino si debba smistare il pallet che arriva dal fornitore diversamente dal solito: se infatti nella maggior parte dei casi si tratta di pallet mono prodotto, di velocissima spunta, qualche volta il fornitore invia pallet con strati relativi a prodotti diversi e/o addirittura completamente misti. È chiaro che nell’ordinario, la valorizzazione dell’attività di Ingresso merce, misurata per Numero di pallet monoprodotto, ha una certa entità, mentre in quei casi specifici il processo di ingresso merce, che prevede anche lo smistamento, merita una valorizzazione diversa. Poiché si conosce, nella media il tempo necessario per lo smistamento, la spunta e tutto ciò che riguarda l’unità minimale dell’attività ( il singolo collo), in luogo di considerare le ore in economia da riconoscere all’outsourcer, risulta molto più efficace ed obiettivo misurare la lavorazione in numero di attività minimali e riconoscere un valore ad esse. Così facendo si semplifica la contabilizzazione delle attività, in economia e la si rende più obiettiva.
I lavori in economia in Magazzino, spesso hanno un’incidenza molto importante sul valore globale del Contratto di terziarizzazione dei processi logistici: non è raro che superino addirittura il 10/ 15 % dell’intero importo canonico previsto per le attività contrattualizzate.
Questo fenomeno è tanto più accentuato quando il contratto di outsourcing è molto generico e non contempla eventualità di lavorazioni che, in qualche modo, sono comunque insite nell’operatività richiesta all’outsourcer; non solo, capita spesso che nel tempo il committente richieda lavorazioni inizialmente non prevedibili e non necessarie rispetto all’iniziale flusso logistico. È chiaro che dietro le lavorazioni non chiaramente contrattualizzate esiste sempre il rischio che possano essere date per scontate dal committente oppure, da parte dell’outsourcer, ne venga enfatizzato il loro l’impegno ed il valore per cui la loro
In tutti questi casi ci si avvale del “Cuscinetto delle ore in economia” per riconoscere la, più o meno corretta, remunerazione per le prestazioni eseguite.
Vale la pena quindi ricordare di inserire sempre e comunque in contratto la voce “Lavorazioni Extra” e inquadrarla nella logica delle lavorazioni in economia.
Questo consente di gestire l’esecuzione di attività interne alla commessa tramite le quali si impiegano le risorse umane per un determinato tempo assegnato e, talune volte, si consumano materiali. In quest’ottica diventa imprescindibile la misurazione dell’attività e della sua esecuzione: l’approccio citato permette di tenere traccia delle attività di impegno e consumo del magazzino e delle risorse umane, consentendo di generare al termine di tutto, movimenti di contabilità analitica per centri di costo e commesse.
Le lavorazioni citate possono essere classificate in due macro categorie proprio sulla base del centro di costo al quale afferiscono:
- lavoro interno, ovvero attività che incidono sui costi interni aziendali, senza rapporti con i clienti (per esempio un inventario straordinario che si rende necessario a seguito di eventi interni come ristrutturazioni di magazzino e/o inserimenti in corso d’opera di nuove linee prodotto);
- lavoro esterno, ovvero attività che implicano l’emissione di una fattura a terzi siano essi clienti o fornitori ( per esempio lo smistamento delle UDC in entrata in genere non previsto ma necessario in quell’occasione specifica, oppure il consolidamento straordinario delle UDC destinate al cliente secondo logiche diverse dal solito).
Qualsiasi sia l’attività specifica, ancora una volta, sottolineo l’importanza della trasparenza con la quale si registrano tali lavorazioni: diventano importanti aspetti quali le estensioni alle commesse, la creazione di una corretta nuova anagrafica delle attività, la categorizzazione e la gestione degli ordini di lavoro, la rendicontazione multipla degli ordini di lavoro ed ovviamente le implicazioni con la contabilità analitica.
Un altro aspetto interessante da considerare è l’unità di misura con la quale si identificano e riconoscono le lavorazioni in economia. Siamo certi che si debba sempre ricorrere all’ora e quindi al costo orario? In realtà no.
Una volta chiarita la produttività di Processo da utilizzare come riferimento (che deve essere sostenibile!), vale la pena misurare le lavorazioni extra attraverso l’unità minimale di lavoro eseguito. Facciamo un esempio:
Saltuariamente capita che nel Macro processo di ingresso merce in magazzino si debba smistare il pallet che arriva dal fornitore diversamente dal solito: se infatti nella maggior parte dei casi si tratta di pallet mono prodotto, di velocissima spunta, qualche volta il fornitore invia pallet con strati relativi a prodotti diversi e/o addirittura completamente misti.
È chiaro che nell’ordinario, la valorizzazione dell’attività di Ingresso merce, misurata per Numero di pallet monoprodotto, ha una certa entità, mentre in quei casi specifici il processo di ingresso merce, che prevede anche lo smistamento, merita una valorizzazione diversa.
Poiché si conosce, nella media il tempo necessario per lo smistamento, la spunta e tutto ciò che riguarda l’unità minimale dell’attività ( il singolo collo), in luogo di considerare le ore in economia da riconoscere all’outsourcer, risulta molto più efficace ed obiettivo misurare la lavorazione in numero di attività minimali e riconoscere un valore ad esse.
Così facendo si semplifica la contabilizzazione delle attività, in economia e la si rende più obiettiva.