«Con Trump molta attenzione sulla tassazione, l’intelligenza artificiale, sicurezza e cybersecurity»
Or Haviv, investitore israeliano ed Head of Global Innovation di Arieli Capital, si sposta tra Tel Aviv, l’Europa e la Silicon Valley. «Avverto un clima di fiducia tra gli investor verso questo nuovo governo. Ci attendono maggiori investimenti su medtech, agritech e infrastrutture». La nostra intervista nel giorno del giuramento del tycoon al suo secondo mandato da presidente nello speciale “America chiama mondo”
Da più di 17 anni lavora tra la Silicon Valley e Israele, il suo Paese natale, alla creazione e alla crescita di ecosistemi in fase iniziale e piattaforme di investimento, generando portafogli e opportunità di investimento. Per Or Haviv, investitore di Tel Aviv, l’imprenditoria è il suo pane quotidiano. Head of Global Innovation e partner di Arieli Capital, società di investimento impegnata a promuovere tecnologie all’avanguardia nei principali settori tecnologici, Or da un po’ di tempo è impegnato anche in Europa, a caccia di promettenti startup e realtà tech. A Milano, Arieli Capital guida il nuovo polo START FashionTech e, attraverso il programma GoGlobal, va a caccia di nuove aziende. L’investor ci ha raccontato quale è il punto di vista di chi ogni giorno si occupa di allocare tempo e risorse in promettenti settori imprenditoriali con la neonata amministrazione Trump.
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Or, anzitutto che aria si respira adesso a Tel Aviv?
Nella maggior parte dei luoghi in Israele siamo tornati a una vita pseudo-normale. Parlando del mio settore di interesse, posso dire che, tra l’altro, gli investimenti in Israele sono recentemente aumentati superando il miliardo di dollari e abbiamo chiuso il 2024 con circa 12 miliardi di investimenti. A Tel Aviv, insomma, il clima è abbastanza disteso e riusciamo a lavorare a ritmi normali.
Da investitore globale, hai il polso della situazione di molti Paesi diversi. Che cosa potrebbe cambiare nell’ecosistema delle startup dal tuo punto di vista?
Quando guardiamo specificamente all’innovazione e agli investimenti si deve premettere che questi mercati, da sempre, sono soggetti a speculazioni. Allo stesso tempo, gli investimenti giocano un ruolo centrale nelle economie nazionali e sovranazionali. Per esempio, i finanziamenti in innovazione e tecnologia sono responsabili di una parte molto grande delle economie, del PIL, delle entrate, dei bilanci, ecc. In Israele costituiscono oltre la metà dell’economia del Paese. In particolare, trattando il mercato degli investitori professionali, a livello globale, ho notato che da 20 anni a questa parte è maturato a vista d’occhio. Stanno andando per la maggiore i round di Serie A e B e molti investor stanno diventando sempre più selettivi. Pensiamo, quindi, a quanti governi sono cambiati negli ultimi 20 anni, ma la crescita è stata significativa e costante e il settore degli investimenti tecnologici è stabile. In particolare, Trump è in contatto con le maggiori aziende tecnologiche a livello mondiale. Chiunque guardi questa situazione dall’esterno, capisce che è molto chiaro che le industrie tecnologiche e dell’innovazione hanno una parte significativa dell’economia, non solo americana, e che Trump è un uomo d’affari. Un uomo d’affari che vive nella Casa Bianca.
Che direzione prenderanno, quindi, gli investimenti a livello globale in futuro secondo te?
Quali direzioni prenderanno gli investimenti del futuro, ovviamente lo saprà chi è alla guida dei governi. Senza dubbio, il panorama tech americano sarà una parte indispensabile per l’economia degli Stati Uniti e una forza trainante nel mercato globale. Io sono un grande sostenitore del detto: “Potrei non avere una sfera di cristallo che mi mostra il futuro, ma ho una calcolatrice“. E questo significa che, se guardiamo avanti, c’è qualcosa di prevedibile. Il fatto, poi, di avere un uomo d’affari al governo non deve, secondo me, essere visto in modo negativo perchè Trump sa quanto sia importante l’economia e la crescita di questa, e quindi la vede come un motore per la stabilità e per il Paese. E il fatto che sia circondato da giganti della tecnologia, potrebbe portare a investimenti sempre più alti.
Sulla base di quale parametro trai questa conclusione?
Se c’è una cosa che non deve mai mancare per avviare un piano di investimenti è la fiducia: più questo fattore è alto, più la probabilità che l’affare avvenga è maggiore. Ci si attende, quindi, che molte più risorse saranno investite nel mercato dei capitali e finanziario, rafforzando e lavorando insieme ai giganti della tecnologia. Gli investitori raccoglieranno più denaro perché si fidano del mercato e le aziende tecnologiche investiranno più tempo e capitali in progetti imprenditoriali, poiché sarà la stessa amministrazione a focalizzarsi di più nell’economia e nella crescita economica come motore per le aziende tech. La conseguenza di questi investimenti sarà un effetto a catena che guiderà la creazione di più imprese, l’impiego di più fondi, l’allocazione di più capitali. Forse nasceranno nuovi incubatori e acceleratori. E quando i governi investono nella creazione di piattaforme di innovazione perché sanno che da lì nasceranno gli imprenditori del domani, anche la stessa economia cresce.
Le economie occidentali, quindi, secondo te, saranno in ascesa?
Quando sai che una delle economie più grandi, se non la principale, del mondo, che è l’Occidente, per i prossimi quattro anni avrà qualcuno che spingerà di più investimenti, economia, finanza, circondandosi di aziende tecnologiche e assicurandosi che stiano guidando la prossima innovazione, il fattore di crescita, senza dubbio, arriverà. Molti governi europei stanno costruendo diversi modelli per arricchire i loro ecosistemi rendendoli sempre più attraenti per gli investimenti esterni e interni. C’è un effetto a catena che va oltre la politica.
Ma quali saranno i settori in cui si investirà di più?
Tra i verticali principali che sono di maggiore interesse tra gli investitori a livello internazionale ci sono la sicurezza interna e la difesa, la cybersecurity, SaaS, l’Agritech, la robotica, il climate change, il Medtech, che è un altro settore che ha registrato una grande crescita negli ultimi cinque anni. Anche l’aerospazio, il Travel e le infrastrutture sono tra i comparti d’interesse a maggior crescita. Lo stesso Trump ha dichiarato che investirà in questi settori, e gli investitori, i mercati e gli imprenditori lo stanno ascoltando.
Quale potrebbe essere l’impatto sugli affari a livello internazionale con l’introduzione dei dazi?
Qualsiasi nuovo governo porta con se un impatto su tutti i settori e la tassazione è qualcosa che impatta tutte le industrie, compresa quella tecnologica, in molti modi. Ma io avverto un clima di fiducia tra le persone che si sentono sicure sui prossimi quattro anni. Ci sarà molta attenzione sulla scena tecnologica globale e sulla tassazione negli Stati Uniti. La percezione è quella che l’industria stia entrando in un buon periodo che durerà diversi anni.
Se tu dovessi fare un paragone tra l’amministrazione Biden e la nuova di Trump, dal tuo punto di vista quali potrebbero essere i vantaggi e gli svantaggi per il tessuto imprenditoriale?
Non so esattamente quali potrebbero essere le differenze, ma so che questi mercati sono già maturi, stabili e in crescita. Un altro tema interessante ancora tutto da definire sarà il futuro dell’intelligenza artificiale su cui c’è molta attenzione.