Il muro tra USA e Messico sta impedendo a tantissimi animali di attraversare il confine
Un recente studio pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution ha rivelato gli effetti negativi del muro di confine tra Stati Uniti e Messico sulla fauna selvatica. La ricerca, condotta da Wildlands Network e Sky Island Alliance, ha analizzato i movimenti di 20 specie ripresi da 36 telecamere installate lungo i 160 km del confine,...
Un recente studio pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution ha rivelato gli effetti negativi del muro di confine tra Stati Uniti e Messico sulla fauna selvatica. La ricerca, condotta da Wildlands Network e Sky Island Alliance, ha analizzato i movimenti di 20 specie ripresi da 36 telecamere installate lungo i 160 km del confine, evidenziando una drastica riduzione degli attraversamenti da parte degli animali.
Le immagini e i video registrati che solo il 9% degli animali che si avvicinano al muro riesce a superarlo. Questo dato rappresenta una riduzione dell’86% rispetto alle barriere destinate a frenare i veicoli. Inoltre, per alcune specie di grandi dimensioni, come orsi neri, cervi e leoni di montagna, la barriera si è rivelata un ostacolo insormontabile, impedendo totalmente il loro passaggio.
La costruzione del muro, che si estende per oltre 1000 km, ha un impatto significativo sulla biodiversità della regione, che ospita molte specie a rischio, tra cui giaguari, ocelot e il lupo messicano. Il design delle barriere, con pilastri d’acciaio alti tra i 5,5 metri e i 9 metri e distanziati di soli 10 cm, ostacola il movimento naturale degli animali, compromettendo la loro capacità di accedere a risorse vitali come cibo, acqua e rifugi.
Piccole aperture si sono rivelate efficaci, ma insufficienti
Per mitigare questi effetti, in alcune aree sono state installate piccole aperture per la fauna selvatica. Queste aperture hanno aumentato di oltre 16 volte il tasso di attraversamento per alcune specie come javelina, coyote e tassi americani. Tuttavia risultano inefficaci per gli animali più grandi e sono ancora troppo poche: solo 13 in un tratto di 112 km.
Gli esperti sottolineano la necessità di implementare più passaggi e di aumentarne le dimensioni per garantire la connettività tra le popolazioni animali. Secondo Myles Traphagen di Wildlands Network, anche piccoli ampliamenti delle fessure tra i pilastri del muro potrebbero offrire benefici significativi.
Alcuni interventi, come l’apertura di quattro grandi passaggi per la fauna selvatica in New Mexico, hanno già dimostrato di essere efficaci senza incidere sulla sicurezza del confine. Traphagen ha dichiarato che, mentre il muro di confine non si è rivelato un efficace deterrente per l’immigrazione umana, ha invece avuto un impatto devastante sulla fauna selvatica.
La ricerca sottolinea dunque l’urgenza di adottare soluzioni che permettano agli animali di spostarsi liberamente e preservare la biodiversità dell’area. In un contesto di cambiamenti climatici e frammentazione degli habitat, garantire spazi adeguati per la fauna selvatica è una necessità sia ecologica che etica.
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Fonte: Frontiers / Wildlands Network
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