Mercati Azionari: SP500, ogni volta che si tenta di far segnare nuovi massimi marginali, arrivano nuovi venditori e si rimane sempre nello stesso trading range 5800-6120
Nella nostra precedente analisi del 20 gennaio, avevamo evidenziato che l’ultimo livello pivot indicato, cioè l’area 5935-5965 aveva tenuto e il mercato aveva continuato a salire praticamente senza mai correggere, generando una serie di piccoli gap al rialzo. L’indice SP500 è arrivato a superare marginalmente il livello dei massimi storici toccati a dicembre, ma diversi […] L'articolo Mercati Azionari: SP500, ogni volta che si tenta di far segnare nuovi massimi marginali, arrivano nuovi venditori e si rimane sempre nello stesso trading range 5800-6120 proviene da Word2Invest.
Nella nostra precedente analisi del 20 gennaio, avevamo evidenziato che l’ultimo livello pivot indicato, cioè l’area 5935-5965 aveva tenuto e il mercato aveva continuato a salire praticamente senza mai correggere, generando una serie di piccoli gap al rialzo. L’indice SP500 è arrivato a superare marginalmente il livello dei massimi storici toccati a dicembre, ma diversi segnali inducono a ritenere che sia in arrivo una correzione di breve termine. Innanzitutto siamo nella zona di potenziale picco per la possibile onda v di (c), sia di una potenziale prima onda di impulso al rialzo dal minimo del 13 gennaio. Per segnalare l’inizio della correzione, l’indice SP500 deve scendere sotto il micro pivot point costituito dal gap tra 6040-6080, che di fatto è il primo supporto. Se questo livello dovesse essere rotto nei primi giorni della settimana entrante, l’ultimo gap tra 6040-6080 si verrebbe a configurare come un exhaustion gap e l’inizio di una correzione. La rottura del pivot point più basso, a 6017-5977 sull’SP500, sarebbe poi segnale iniziale che potremmo aver raggiunto un top in quel movimento di cinque onde dal minimo del 13 gennaio. La struttura futura del mercato azionario dipenderà dalla qualità del prossimo pullback. A livello di interpretazione soggettiva, riteniamo che l’ipotesi più probabile possa essere quella di un ritracciamento correttivo al ribasso (composto da 3 onde. In questo caso avremmo la conferma che il 13 gennaio è iniziata una nuova (ultima) onda impulso al rialzo, con obiettivo tra 6300-6500. Al contrario, se la prossima discesa dovesse assumere i connotati di un movimento di cinque onde al ribasso, allora tornerebbe in auge l’ipotesi di una correzione più profonda con rottura questa volta anche del livello di 5800-5850. Aspettiamo disciplinati che il giudice supremo, Mr. market, emetta il suo verdetto.
A distanza di una settimana, abbiamo avuto sia una violenta correzione al ribasso, durata però un solo giorno, sia un’immediata ripresa sino a tornare sopra 6100 per qualche momento. Evidentemente però, un giorno solo di ribasso, anche se violento, non è stato sufficiente per pulire un po’ il mercato azionario dall’eccesso di leva rialzista, ben visibile dalla Put/Call ratio, e il rialzo che ne è seguito ha mantenuto una struttura correttiva a 3 onde, culminata venerdì con brutto key reversal day, che mette in discussione tutta la struttura rialzista dell’ultimo movimento.
Nel brevissimo il livello di 6040 è un supporto che, se rotto può portare anche alla successiva rottura di 5970, il pivot point che aveva arrestato il violento ribasso di lunedì 27 gennaio.
Ultima considerazione: la statistica su come chiude il mese di gennaio, rivela tutta l’incertezza del mercato, perché ha chiuso praticamente invariato rispetto a fine dicembre 2024.
Mercati Azionari: riepilogo dei punti importanti del chart weekly
Malgrado ci siano stati nelle settimane scorse molteplici segni di scricchiolio sul chart weekly, i punti fondamentali dell’indicatore RSI a 21 settimane non sono stati ancora rotti al ribasso.
Sul chart weekly dell’indicatore RSI a 21 settimane è evidente la convergenza di linee orizzontali e di linee di trend, che rimangono gli strumenti migliori per poter avere una conferma affidabile che si è formato un top importante di medio termine.
In mancanza della rottura di queste linee, finché tengono queste linee e non viene violato il pivot point a 5800-5860, l’indice SP500 sembra aver la forza di puntare all’obiettivo successivo posto tra 6300-6500. Ripetiamo comunque ancora una volta che, in un’ottica di più lungo termine, rimaniamo nella fase finale del bull market e il risk/reward di posizioni Long rimane molto sbilanciato dalla parte del rischio.
Mercati Azionari: analisi del trend di brevissimo termine
Il violento ribasso di lunedì 27 gennaio, dopo aver sbattuto contro la resistenza, determinata dalla vecchia linea di tendenza e la linea dei massimi, il mercato azionario ha generato subito una ripresa del rialzo, che per ora ha più i connotati di un forte rimbalzo che quelli di un nuovo impulso rialzista, essendo la struttura composta per ora di sole tre onde.
Potrebbe essere stata l’onda B di un più ampio A-B-C, fatto che verrebbe confermato se la discesa partita venerdì assumesse la conformazione a 5 onde.
Chiusura della settimana debole anche dell’indice Nasdaq, che rimane chiuso dalla parallela superiore del canale ascendente in atto da 2 anni e sta perdendo forza.
Senza un allargamento del numero dei settori al rialzo, Il Nasdaq 100 rimane l’ago dell bilancia del merato azionario U.S.A.
Rimane fondamentale tenere sempre il baluardo difensivo del livello di 50-51 dello stesso RSI, al di sopra del quale il trend dell’indice Nasdaq 100 rimane al rialzo.
Mercati Azionari: il sentiment ritorna sostanzialmente neutrale
Chiusura settimanale praticamente invariata dell’indice di sentiment composito CNN Fear & Greed, che rimane in posizione di assoluta neutralità, mentre rimane in eccesso di euforia la Put/Call ratio, segno di una leva al rialzo stratificata che potrebbe alimentare un futuro flusso di vendite.
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