Come investono gli italiani nel 2025?

Il Rapporto CONSOB 2024 rivela le abitudini di investimento degli italiani, evidenziando le differenze tra Nord e Sud, l'interesse per la finanza sostenibile e l'uso crescente delle piattaforme digitali. The post Come investono gli italiani nel 2025? appeared first on Movimento FIRE.

Feb 3, 2025 - 22:51
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Come investono gli italiani nel 2025?

Il Rapporto CONSOB 2024 analizza le abitudini di investimento degli italiani, evidenziando differenze regionali, gap di gender e generazionale, e un crescente interesse per la finanza sostenibile e l’uso delle piattaforme digitali.

Lo studio CONSOB 2024 rivela le differenze di generazionali, di genere e regionali nel livello di alfabetizzazione finanziaria e abitudini di investimento degli italiani.
Lo studio del 2024 rivela le differenze di generazionali, di genere e regionali nel livello di alfabetizzazione finanziaria e abitudini di investimento degli italiani.

1. Perché investono gli italiani?

Le motivazioni che spingono gli italiani a investire sono molteplici e variano notevolmente in base al profilo demografico degli investitori.

Il principale driver è la sicurezza patrimoniale, con il 59% degli intervistati che indica questa come la motivazione principale per investire. Questo dato è particolarmente rilevante tra i pensionati e coloro che vivono nel Sud Italia, dove la paura di perdere il capitale è più accentuata.

Un altro fattore significativo è l’integrazione del reddito, con il 41% degli investitori che mira a generare flussi di cassa aggiuntivi. Questa motivazione è comune tra i lavoratori autonomi e coloro che cercano di costruire una pensione integrativa.

Altre motivazioni includono la sostenibilità ambientale e sociale (27%), con crescita del 15% rispetto al 2023 tra i laureati under 50 e le opportunità di rendimento a lungo termine (33%), legate soprattutto a fondi pensione complementari.


2. Alfabetizzazione finanziaria

Il report evidenzia una scarsa alfabetizzazione finanziaria, con circa il 31% della popolazione che commette errori base sugli interessi composti.

L’11% delle famiglie ha subito perdite superiori al 20% nel 2024 per errori di allocazione del portafoglio.

Numeri critici:

  • 61% non comprende il rapporto rischio/rendimento
  • 43% ignora i principi di diversificazione
  • 29% mantiene posizioni in perdita oltre 12 mesi

Il 73% degli errori d’investimento deriva da:

  1. Eccessiva emotività (38%)
  2. Scarsa pianificazione (29%)
  3. Sovrastima delle competenze (21%)

Il rapporto evidenzia criticità strutturali: solo il 22% delle donne partecipa attivamente alle decisioni finanziarie, e il 54% degli investitori non rivaluta periodicamente il portafoglio.


3. Strumenti Finanziari

I dati mostrano che gli italiani tendono a privilegiare strumenti a basso rischio.

I conti deposito sono utilizzati dal 68% degli investitori, rappresentano la scelta principale per chi cerca sicurezza.

Il 47% degli italiani investe in obbligazioni governative o corporate, anche se questo numero è in calo rispetto agli anni precedenti.

D’altro canto, Fondi comuni e ETF sono scelti rispettivamente dal 31% e dal 24% degli investitori, segno di una crescente apertura verso forme di investimento più diversificate.

Solo l’8% degli intervistati ha investito in criptovalute, ma questo rappresenta un aumento rispetto al passato.

La preferenza per strumenti a basso rischio riflette una cultura finanziaria conservatrice, radicata in fattori storici e demografici:

  • Il 62% degli over 60 evita prodotti complessi
  • Solo il 18% degli under 40 diversifica oltre 3 asset class

Perché persiste questa disparità? Il rapporto evidenzia come il livello d’istruzione influenzi le scelte: i laureati usano il 31% in più di ETF rispetto ai diplomati.


4. Orizzonte Temporale

La maggior parte degli investitori italiani (48%) predilige investimenti a breve termine, spesso legate alla necessità di liquidità immediata o alla protezione contro l’inflazione. Gli strumenti più comuni in questa categoria sono i conti deposito vincolati e i BTP a breve scadenza.

Solo il 18% degli investitori adotta strategie a lungo termine, prevalentemente attraverso piani di accumulo (PAC) o fondi pensione. Questo approccio è più comune tra i giovani laureati e coloro con un alto livello di istruzione.

La prevalenza degli investimenti a breve termine evidenzia una certa cautela tra gli italiani, probabilmente alimentata da esperienze passate di instabilità economica.

Fattori decisivi:

  • Reddito: chi supera i 50k€/anno investe il 22% in più a lungo termine
  • Geografia: al Nord il 41% pianifica oltre 5 anni vs 29% al Sud

5. Nuove tendenze d’investimento

Negli ultimi anni, l’attenzione verso la finanza sostenibile è cresciuta in modo esponenziale, con un aumento del 17% nell’adozione di investimenti ESG (Environmental, Social, and Governance) rispetto al 2020.

Questo trend riflette una crescente consapevolezza tra gli investitori italiani riguardo all’importanza di sostenere pratiche aziendali responsabili e sostenibili.

I settori che stanno attirando maggiormente gli investimenti sostenibili includono:

  • Energie rinnovabili (41%): Gli investitori sono sempre più interessati a progetti che promuovono l’uso di fonti energetiche pulite e rinnovabili.
  • Tecnologia green (29%): Le aziende che sviluppano tecnologie per ridurre l’impatto ambientale stanno guadagnando terreno tra gli investitori.
  • Microcredito (18%): Questa forma di finanziamento, che supporta le piccole imprese e i progetti sociali, sta diventando una scelta popolare per chi cerca di avere un impatto positivo sulla comunità.

Un caso studio interessante è rappresentato dalle donne under 35, che mostrano un +44% di propensione agli investimenti ESG rispetto alla media nazionale.

Questo dato suggerisce che le giovani generazioni sono particolarmente sensibili alle questioni ambientali e sociali, spingendo verso un futuro finanziario più responsabile.

Anche la digitalizzazione ha rivoluzionato il modo in cui gli italiani gestiscono i propri investimenti.

Attualmente, il 35% degli investitori utilizza piattaforme online per le proprie operazioni finanziarie, con un incremento del 12% rispetto al 2023. Questo cambiamento è stato accelerato dalla pandemia covid-19, che ha costretto molti a cercare soluzioni digitali per gestire i propri risparmi.

In particolare, il fenomeno del social trading ha guadagnato popolarità, con un aumento del 31% delle operazioni effettuate tramite app di messaggistica.

Queste piattaforme consentono agli utenti di condividere strategie e consigli d’investimento in tempo reale, rendendo il trading più accessibile anche per i neofiti.

Il 12% degli investitori utilizza robo-advisor, raddoppiando la penetrazione rispetto al 2022. Questa percentuale è soggetta a un gap generazionale, col 28% degli under 40 che fanno uso di questi servizi, rispetto al 9% degli over 65.


6. Confronto Generazionale

Le abitudini di investimento degli italiani cambiano molto a seconda dell’età, mostrando differenze significative tra giovani, adulti e anziani.

I giovani tra i 18 e i 34 anni sono più propensi al rischio (24%) rispetto agli adulti (19%) e agli over 55 (9%).

D’altro canto, gli investitori più anziani si affidano maggiormente ai consulenti finanziari: il 68% degli over 55 utilizza consulenti, contro il 45% degli adulti e solo il 31% dei giovani.

Anche la frequenza operativa varia: i giovani effettuano in media 11 transazioni all’anno, mentre gli adulti ne fanno 6 e gli over 55 solo 3.

Questo dimostra che i giovani sono più attivi e autonomi nelle loro scelte, mentre le generazioni più anziane preferiscono un approccio più prudente e assistito.


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