Il crollo dei titoli IA e la lezione del passato
Biocchi Non sono un esperto di tecnologia, ma una lezione l’ho imparata nel tempo: in borsa, i vincitori della prima ora...
Biocchi
Non sono un esperto di tecnologia, ma una lezione l’ho imparata nel tempo: in borsa, i vincitori della prima ora raramente dominano anche sul lungo periodo; i 100 metri e la maratona sono discipline incompatibili tra loro. Penso a questo in relazione alla recente correzione dei titoli legati all’intelligenza artificiale, come Nvidia, Broadcom, ecc., che richiama alla memoria la bolla delle dot-com del 2000. All’epoca, le società che producevano hardware (come Cisco e Intel) e quelle che fornivano infrastrutture (le varie Telecom) furono le prime a beneficiare dell’euforia irrazionale del mercato. Tuttavia, anche a causa di spese insostenibili per tecnologie emergenti, come UMTS e 3G, quei titoli incontrarono rapidamente il loro declino e fu necessario un lungo bagno di umiltà, prima di scoprire i veri vincitori, cioè coloro che seppero sfruttare l’innovazione per dare risposta a bisogni concreti. Infine, fu l’economia delle idee a trionfare. Ora, stiamo forse assistendo a qualcosa di simile per l’AI? Come allora, si inseguono hardware sempre più potenti, prodotti da aziende dall’aura messianica, eppure è bastato che una startup cinese (Deepseek) riuscisse, con risorse limitate, a offrire servizi comparabili a ChatGPT per far vacillare l’intero settore. Questo ci rimanda a quel principio fondamentale: nel lungo periodo, è chi risponde meglio alle esigenze degli utenti che vince, non chi costruisce l’infrastruttura.
Se davvero ci sarà un crollo dei costi e quindi una “democratizzazione” dell’industria dell’AI, potremmo assistere a un’accelerazione dei suoi tempi di adozione su scala globale. Sarebbe un cambiamento paragonabile all’avvento delle utilitarie nel settore automobilistico, che lo trasformarono in fenomeno di massa. Tuttavia, un simile percorso ha un prezzo: non tutti coloro che oggi prosperano coi prezzi elevati riusciranno a rimanere profittevoli con prospettive di lucro appiattite verso il basso. A lungo termine, un’eventuale adozione di massa dell’AI potrebbe portare grandi benefici per l’economia globale, ma nel breve termine potrebbero mietersi vittime tra chi non saprà adattarsi ai nuovi equilibri. Quali aziende saranno coinvolte? E quali settori subiranno l’impatto maggiore? Difficile dirlo... Ma si sorprenderebbe qualcuno se ci fosse una fase di ripensamento durante la quale i mercati, oggi pericolosamente concentrati su pochi titoli, potrebbero subire contraccolpi significativi? Gli effetti li vedremo presto, e la storia ci impartirà l’ennesima lezione.