Il 2025 di Ersel sarà l’anno delle “prove dei fatti”

Nell’Outlook e nello Scenario macroeconomico 2025, l’area investimenti della banca privata sottolinea che il quadro macroeconomico globale non presenta squilibri tali da influenzare negativamente i mercati. L'articolo Il 2025 di Ersel sarà l’anno delle “prove dei fatti” proviene da FundsPeople Italia.

Feb 5, 2025 - 12:28
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Il 2025 di Ersel sarà l’anno delle “prove dei fatti”

Il 2025 sarà l’anno delle “prove dei fatti”. A sostenerlo è Paolo Magri, managing director e president advisory board di ISPI nell’inaugurare la collaborazione tra l’istituto ed Ersel nel primo outlook della banca privata. Prove dei fatti maturate alla luce di un 2024 che si è confermato (anche con alcune sorprese) “un anno di profondi cambiamenti” a livello globale. Secondo quanto riporta l’outlook, nei prossimi mesi, in Europa, la nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen affronterà sfide crescenti con una maggioranza fragile. I prezzi dell'energia, la produzione industriale e i rapporti con gli Stati Uniti di Trump sono solo alcune delle questioni critiche. Dall'altra parte dell'Atlantico, Donald Trump alla Casa Bianca, accompagnato da Elon Musk, dovrà dimostrare che le sue promesse non sono state solo un vociare indistinto ed essere capace di dargli concretezza. La Cina, sotto la guida di Xi Jinping, dovrà affrontare un'economia in bilico e un crescente debito nazionale. Infine, i BRICS cercheranno di aumentare il loro peso politico ed economico a livello globale.

Lo scenario macro per il 2025

Nel suo scenario macro, in particolare, Ersel conferma come la crescita sia rimasta moderata nelle grandi economie “tranne che negli Stati Uniti che hanno dimostrato una forza maggiore, anzi un vero e proprio strapotere legittimato con il termine ‘eccezionalismo’, rispetto a Europa e Cina”.

Fonte: Datastream, Ersel

La geopolitica si conferma, in questo quadro, ancora tra i principali rischi del 2025, spinta in particolare dalle politiche trumpiane e dalle ricadute sugli altri Paesi.

Altro elemento di continuità nel contesto economico finanziario sarà la “desincronizzazione delle politiche monetarie di Federal Reserve e BCE: pur mantenendo la fase di allentamento delle politiche monetarie, l’ampiezza e il ritmo dei tagli dovrà inevitabilmente rispecchiare la diversa forza delle rispettive economie”, scrive Ersel che, per quanto riguarda la Fed, non conferma le attese del mercato di un solo taglio dei tassi entro il 2025 (“riteniamo più ragionevole attendersi almeno un taglio in più rispetto a quanto prezzano ora gli operatori di mercato, e un punto di arrivo del 3,50%-3,75%”), mentre sulla BCE si aspetta un intervento ancora più incisivo (il mercato prezza quattro tagli entro fine anno per un punto d’arrivo intorno al 2%): “ci aspettiamo che la Banca Centrale possa spingere fino al raggiungimento di un tasso di riferimento dell’1,75%”.

Le asset class

Dall’analisi delle asset class emerge una definizione dei pesi che, in corso d’opera, potrebbe subire aggiustamenti.  Sull’obbligazionario Ersel, con i tassi governativi ora a livelli interessanti, sottolinea il fattore opportunità: “In prospettiva l’inserimento in portafoglio offrirebbe protezione rispetto a una maggiore volatilità̀ sugli asset di rischio”. Per quanto riguarda l’azionario dal punto di vista dei fondamentali “il 2025 si presenta ancora come favorevole alle asset class di rischio”, scrive Ersel. “Tuttavia, le maggiori incertezze su fattori non prettamente economici,
con le conseguenti ricadute sulla volatilità depongono a favore di un’esposizione diversificata
, senza particolari appuntimenti per area, settore, capitalizzazione o stile” e anche per il 2025 si aspetta il primato del mercato USA nonostante le valutazioni già elevate. Saranno poi “gli stessi fattori di supporto agli investimenti alternativi liquidi a favorire anche il comparto dei Private Market: private equity,private debt, real estate e infrastrutture continueranno ad attirare investitori alla ricerca di rendimenti superiori nel tempo rispetto ai mercati pubblici”.

Nell’azionario occhio alla Cina

Da qui le scelte di asset allocation di Ersel che “in un contesto in cui la sovraperformance USA non è stata mai messa in discussione”, mantiene una “esposizione e ampia diversificazione per Paesi, settori e fasce di capitalizzazione” e guarda con attenzione “agli sviluppi della politica economica in atto in Cina”. “Qualora le autorità dovessero rispondere con adeguate risorse alla doppia sfida, esterna rappresentata dall’amministrazione Trump e interna sulla situazione di crisi del settore immobiliare, si potrebbe aprire un tema di investimento di un certo orizzonte temporale sul mercato azionario locale”.

Obbligazionario

Nel reddito fisso gli esperti mantengono un “posizionamento pieno sulla duration, soprattutto per i portafogli multiasset per compensare i rischi legati agli investimenti nell’ambito del credito o delle azioni”. Il recente aumento del premio al rischio domandato dagli investitori sulle parti a lunga delle curve governative, sia americana sia europee, permette un avvio di anno caratterizzato da rendimenti di un certo interesse. La prosecuzione della normalizzazione della politica monetaria da parte delle banche centrali (BCE soprattutto) “dovrebbe essere un fattore importante al fine di permettere una discesa dei tassi su tutta la curva”. Tra le obbligazioni societarie Ersel predilige “le emissioni con alto merito creditizio”, mentre quelle del settore finanziario “offrono ancora un extra-rendimento interessante e continuano dunque a essere ben rappresentate nei portafogli”. Atteggiamento prudente sul credito a maggior rischio a causa della tightness generalizzata e della pressione lato supply.

Sul fronte valutario, infine, “la maggior parte dei portafogli mantiene l’esposizione allo yen giapponese, che si attesta su livelli molto depressi a causa della cauta politica monetaria della Bank of Japan, ma soprattutto sul repentino mutamento delle aspettative per lo scenario USA”.

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