Gli insetti vanno di traverso a Ppe ed Ecr
Partito popolare europeo (Ppe) e Gruppo dei conservatori e dei riformisti europei (Ecr) avevano presentato un'obiezione contro la larva gialla della farina quale "nuovo alimento" consentito nell'Unione europea, ma il Parlamento Ue l'ha bocciata. Fatti e reazioni
Partito popolare europeo (Ppe) e Gruppo dei conservatori e dei riformisti europei (Ecr) avevano presentato un’obiezione contro la larva gialla della farina quale “nuovo alimento” consentito nell’Unione europea, ma il Parlamento Ue l’ha bocciata. Fatti e reazioni
La larva gialla della farina è parte dei ‘novel food’ autorizzati dall’Unione europea. Nonostante Partito popolare europeo (Ppe) e Gruppo dei conservatori e dei riformisti europei (Ecr) si fossero opposti presentando un’obiezione, ieri la commissione ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare (Envi) del Parlamento europeo l’ha respinta con 39 voti contrari, 32 voti a favore e 6 astensioni.
COS’È LA LARVA GIALLA DELLA FARINA
La larva gialla della farina – insieme alla locusta migratoria, alla farina di grillo e alla larva del verme della farina minore – è uno dei ‘nuovi alimenti’ autorizzati dall’Ue. È costituito dalla larva gialla della farina (larva di Tenebrio molitor) congelata, essiccata e in polvere.
Il termine “larva della farina”, spiega la Gazzetta Ufficiale dell’Ue, si riferisce alla forma larvale del Tenebrio molitor, una specie di insetti appartenente alla famiglia dei Tenebrionidae. Tenebrio molitor Linnaeus è un altro sinonimo scientifico identificato.
COME DIVENTA COMMESTIBILE
“L’intera larva della farina – si legge nel documento – è destinata al consumo umano e nessuna delle sue parti viene rimossa. Prima dell’uccisione tramite congelamento è necessario un periodo minimo di 24 ore di digiuno per consentire lo svuotamento intestinale delle larve”.
Il nuovo alimento può essere immesso sul mercato in tre diverse forme: congelata, essiccata e in polvere. L’obiezione riguardava proprio quest’ultima forma, che si ottiene tramite il trattamento con raggi UV.
L’ALZATA DI SCUDI DI PPE ED ECR
A presentare obiezione erano stati gli eurodeputati Alexander Bernhuber del Ppe e Laurence Trochu di Ecr, sostenuti anche dai Patrioti per l’Europa, a cui aderisce anche la Lega, che si è indignata più di tutti per l’esito del voto.
“Ancora una volta, la sinistra antepone gli interessi delle multinazionali a quelli dei consumatori e alla sicurezza alimentare: e stupisce che anche eurodeputati italiani a cominciare dal presidente De Caro, che dovrebbero essere in prima linea per la tutela del Made in Italy, possano tollerare e sostenere questa deriva. L’Ue vuole gli insetti a tavola? Se li mangino loro”, ha scritto in una nota Silvia Sardone, europarlamentare della Lega, coordinatrice dei Patrioti per l’Europa in commissione Envi.
Deluso anche il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio: “L’Europa insiste nel voler portare larve e altre schifezze sulle nostre tavole. Il voto di oggi nella Commissione Envi del Parlamento europeo è l’ennesimo affronto agli agricoltori e alle tradizioni alimentari dei nostri Paesi. Era questo il cambio di passo promesso da Ursula Von der Leyen? L’impressione è che prevalgano ancora le pressioni di multinazionali e presunti ambientalisti, alle quali la Lega e i Patrioti si opporranno sempre”.
RISCHI PER IL MADE IN ITALY…
In merito alla questione di un’eventuale danno economico per gli agricoltori era intervenuto in passato il professor Agostino Macrì, già direttore del dipartimento di Sanità alimentare dell’Istituto superiore di sanità e consulente per la sicurezza alimentare dell’Unione nazionale consumatori: “Attualmente credo che il consumo in Italia di prodotti a base di farina di grilli che arriva dall’azienda vietnamita Cricket One, unico soggetto autorizzato a immettere la farina di grilli sul mercato dell’Ue, sia estremamente limitato”.
Inoltre, aveva aggiunto Macrì, “Il made in Italy non è certo minato dalla farina di grilli o prodotti simili. Tra l’altro non dobbiamo dimenticare che il made in Italy è un concetto piuttosto labile, e spesso chi ne parla non ha davvero consapevolezza di dove arrivi davvero il cibo “italiano” che mangia”.
“L’unico vero made in Italy – aveva ricordato – è rappresentato dai prodotti DOP come il parmigiano reggiano, il grana padano o il provolone, realizzati interamente con materie prime italiane, escludendo il mangime degli animali che è spesso di importazione. I prodotti IGP, invece, come la mortadella di Bologna o la bresaola della Valtellina, espressione del territorio, sono prodotti in Italia, ma le materie prime sono di importazione, come accade anche per l’olio extravergine di oliva o per moltissimi prodotti panificati”.
…E PER LA SALUTE
Macrì aveva anche chiarito che “la farina prodotta a partire dai grilli è fatta seguendo sempre le medesime procedure e dal punto di vista sanitario è ineccepibile: non ci sono organismi patogeni, micotossine, metalli pesanti, idrocarburi”.
“L’unico problema – osservava – potrebbe essere rappresentato dalla chitina, proteina contenuta nel carapace dei grilli che, nelle persone allergiche, può dare manifestazioni che vanno dal semplice eritema cutaneo allo shock anafilattico, come vale per molti altri prodotti (arachidi o crostacei ad esempio). Un uso prolungato e frequente, anche per chi non è allergico, potrebbe portare a una sensibilizzare verso il prodotto. Ad ogni modo, i produttori industriali devono sempre segnalare cosa è contenuto negli alimenti, anche la farina di grillo”.