Caccia di sesta generazione, chi torna a insistere sulla fusione tra Fcas e Gcap

Il ceo di Airbus Guillaume Faury sostiene un'eventuale convergenza tra i due programmi europei Fcas e Gcap, auspicando quantomeno che siano progettati per funzionare insieme. Fatti e approfondimenti

Jan 17, 2025 - 17:39
Caccia di sesta generazione, chi torna a insistere sulla fusione tra Fcas e Gcap

Il ceo di Airbus Guillaume Faury sostiene un’eventuale convergenza tra i due programmi europei Fcas e Gcap, auspicando quantomeno che siano progettati per funzionare insieme. Fatti e approfondimenti

Unire i due progetti di jet da combattimento rivali in Europa o almeno stabilire legami più stretti tra il Global Combat Air Programme (Gcap) guidato dal Regno Unito, Italia e Giappone e il Future Combat Air System (Fcas), di Germania, Francia e Spagna.

È quanto ha dichiarato in una conferenza stampa Guillaume Faury, ad del colosso europeo di aerospazio e difesa, Airbus. La società è capofila nel progetto Fcas insieme alle società di difesa nazionali Dassault Aviation e Indra.

Dall’altra parte lo scorso 13 dicembre è nata ufficialmente la joint-venture paritetica tra Bae Systems, Leonardo e Japan Aircraft Industrial Enhancement Co (Jaiec) che supervisionerà il progetto Gcap.

“C’è spazio per fare le cose in modo intelligente in modo che ogni singolo paese possa contribuire meglio con la propria capacità finanziaria e tecnologica a un programma più ampio per l’Europa, perché è ciò di cui abbiamo bisogno”, ha affermato Faury.

Entrambi i programmi prevedono un jet da combattimento di nuova generazione che funzionerà come sistema di sistemi per interagire anche con i droni e sarà dotato di sistemi di comunicazione avanzati ed entrambi sono ancora nella fase di finalizzazione delle diverse tecnologie che saranno incluse, sebbene Gcap abbia stabilito un calendario ambizioso per avere un jet avanzato in volo entro il 2035, precisa il Financial Times.

Da tempo gli esperti del settore sostengono che avrebbe senso che i due progetti si combinassero in qualche modo, date le pressioni sui bilanci della difesa dei governi, ipotizzando che non ci siano abbastanza soldi o potenziali ordini per entrambi i programmi, oggi rivali.

Tutti i dettagli.

DA UNA PARTE LONDRA, ROMA E TOKYO CON IL GCAP…

Il programma Gcap riguarda lo sviluppo di caccia di nuova generazione che dovranno entrare in funzione nel 2035 e sostituire progressivamente gli Eurofigher. Il progetto ha preso il via con la convenzione firmata tra i tre Paesi a dicembre 2023 ratificata dalle Camere lo scorso autunno: prevede la nascita di una organizzazione governativa (Gico) e di una alleanza industriale con una jv tra le aziende capofila (Leonardo, Bae Systems e Mitsubishi Heavy Industries).

…DALL’ALTRA PARTE PARIGI, BERLINO E MADRID CON IL FCAS

Lanciato nel 2017, il programma franco-tedesco-spagnolo per il caccia di sesta generazione è progettato per sostituire il Rafale francese e gli Eurofighter tedeschi e spagnoli a partire dal 2040. Il Fcas ruota attorno allo sviluppo di un aereo da caccia di prossima generazione, di portaerei remote e di un cloud da combattimento. Il progetto coinvolge le società di difesa nazionali Dassault Aviation, Airbus e Indra.

Tuttavia, il programma sconta ritardi dal momento che le aziende coinvolte discutevano sulla proprietà intellettuale e sulle politiche di esportazione.

GLI AUSPICI DEL CEO DI AIRBUS

“Penso che ci sia davvero spazio per fare le cose in modo intelligente”, ha detto il ceo di Airbus Faury ai giornalisti a Londra. “Ogni singolo paese potrebbe contribuire con la sua capacità finanziaria e tecnologica a un programma più grande per l’Europa, perché è ciò di cui abbiamo bisogno alla fine”.

Per il numero uno del colosso aerospaziale europeo, dati i vincoli di bilancio, i governi potrebbero nei “prossimi due anni” riunirsi per discutere di unire i programmi in qualche modo. “I governi che stanno lavorando su Fcas e Gcap devono sedersi nel momento in cui hanno una visione chiara di cosa sia Fcas, cosa sia Gcap, cosa vogliono ottenere… e vedere cosa possono fare meglio insieme”, ha aggiunto.

Faury ha affermato che se i paesi vogliono “creare volume e quindi efficienze, spendendo meno soldi in ricerca e sviluppo… è necessario che [loro] si uniscano con capacità che siano le stesse”.

“La tempistica per tali colloqui sarebbe nei prossimi due anni, entro i quali è probabile che la fase tecnologica sia completata. Ma qualsiasi piano per unire i due programmi non sarebbe facile”, ha precisato. “Se hai troppi giocatori, è una cosa difficile” ha ammesso Faury.

 LA POSIZIONE DI LEONARDO SULL’EVENTUALE CONVERGENZA CON FCAS

Ma cosa ne pensano le industrie rivali?

Di recente si è espresso sul tema Guglielmo Maviglia, responsabile per Leonardo del Global Combat Air Programme (Gcap), nel corso dell’audizione alla Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato sul programma trilaterale con Regno Unito e Giappone per lo sviluppo del nuovo caccia di sesta generazione.

Il manager ha parlato infatti della possibile convergenza del programma Gcap con l’iniziativa rivale Fcas. “Anche a voler immaginare una eventuale integrazione con il programma tedesco, francese e spagnolo Fcas “industrialmente non abbiamo grandi scuse, il tema chiaramente è anche di indirizzo politico” ha concluso Guglielmo Maviglia, chief Gcap officer per Leonardo.

COSA DICHIARAVA IL MINISTRO DELLA DIFESA CROSETTO NEL 2022

In un’intervista a Reuters del 2022, il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva anche affrontato l’ipotesi convergenza del programma Gcap con il progetto concorrente franco-tedesco-spagnolo. Secondo Crosetto non dovrebbero esserci preclusioni a unire le forze tra Gcap e il programma europeo rivale Fcas.

Per il titolare della Difesa il Gcap dovrebbe anche puntare a trovare nuovi partner, soprattutto in Europa. “Io penso la scommessa fatta sia quella di accelerare notevolmente la parte di ricerca e tecnologia e poi diventare attrattivi per altre nazioni, magari non in una prima fase, parliamo tra due o tre anni”, aveva sottolineato Crosetto. E ora quel tempo è arrivato.