Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, rassicura i governatori: “Nessuna penalità in caso di ritardi sulle rinnovabili”
Non ci saranno cartellini rossi per le Regioni che non legifereranno sul versante delle aree idonee per l’installazione degli impianti rinnovabili entro i 180 giorni fissati dal decreto pubblicato a inizio luglio sulla Gazzetta Ufficiale e che scadrebbero il prossimo 2 gennaio. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha infatti formalizzato, […] L'articolo Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, rassicura i governatori: “Nessuna penalità in caso di ritardi sulle rinnovabili” proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.
Non ci saranno cartellini rossi per le Regioni che non legifereranno sul versante delle aree idonee per l’installazione degli impianti rinnovabili entro i 180 giorni fissati dal decreto pubblicato a inizio luglio sulla Gazzetta Ufficiale e che scadrebbero il prossimo 2 gennaio.
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha infatti formalizzato, in una missiva indirizzata al collega degli Affari regionali, Roberto Calderoli, l’impegno assunto a margine della II Conferenza annuale di Confindustria energia lo scorso 28 novembre.
Nella comunicazione, il titolare del Mase invita Calderoli a rassicurare le Regioni, “tramite la Conferenza Unificata o nelle modalità che riterrai più opportune”, sul tema delle aree chiamate ad accogliere le installazioni green.
Nella missiva, si legge sul Sole 24 Ore, Pichetto ricorda che, sulla base della road map tratteggiata dal decreto emanato dal suo ministero, i governatori avrebbero dovuto adottare le relative deliberazioni nelle prossime settimane, pena l’attivazione dei poteri sostitutivi dello Stato in caso di mancata adozione della legge o di mancato rispetto dei principi, criteri e obiettivi stabiliti dal decreto.
“Come è ben noto – scrive l’esponente di Forza Italia – il decreto sulle aree idonee è oggetto di un articolato contenzioso amministrativo, il cui esito è imprescindibile per la compiuta definizione del contenuto delle leggi regionali”.
Il riferimento di Pichetto Fratin è alla decisione del Consiglio di Stato che, lo scorso 14 novembre, ha parzialmente sospeso il provvedimento nella parte in cui prevede per le Regioni solo la facoltà, e non l’obbligo, di fare salve le aree idonee definite dall’articolo 20 del decreto 199 del 2021.
Secondo i giudici amministrativi l’articolo 1 del decreto ministeriale sulle aree idonee apre la strada a una più restrittiva disciplina regionale che però non può prevalere su una norma di diritto primario (il Dlgs del 2021).
Vale la pena di ricordare che il Consiglio di Stato si era espresso in risposta all’istanza presentata da Erg Wind Energy (con Elettricità Futura ad adiuvandum) che aveva sollecitato la sospensiva del decreto.
Una richiesta, quest’ultima, non accolta però dal collegio che si era limitato a sospendere la norma in questione ma non l’intero provvedimento rilanciando poi la palla nel campo del Tar del Lazio, chiamato ora a pronunciarsi sul merito il 5 febbraio.
“Vorrei rassicurare gli organi di governo delle Regioni sull’intenzione di non attivare il meccanismo dei poteri sostitutivi – si legge ancora nella missiva firmata da Pichetto Fratin – dando un tempo congruo alle Regioni per adeguare le proprie leggi alla sentenza di merito” attesa per gli inizi di febbraio.
Una nuova scadenza al momento non c’è.
Anche perché il ministro è intenzionato ad aspettare il deposito delle motivazioni del Tar per capire quale sarà l’orientamento espresso dai giudici in modo da consentire alle Regioni di allinearsi a quanto ribadito dal Tar.
Ecco perché Pichetto Fratin non si è sbilanciato su una ulteriore deadline e ha parlato di un “tempo congruo” che sposta, quindi, più in avanti il momento clou della partita.
Nella lettera il titolare del Mase accenna poi alle diverse istanze pervenute al suo dicastero.
Nelle scorse settimane, infatti, un gruppo di 11 Regioni aveva chiesto al Ministero una proroga di 90 giorni per ultimare la traiettoria delle aree idonee.
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