Forse Kraken sa chi è Satoshi Nakamoto

Svelate alcune transazioni on-chain apparentemente collegate al creatore di Bitcoin che aprono una pista nuova.

Feb 6, 2025 - 13:14
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Forse Kraken sa chi è Satoshi Nakamoto
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Dopo tanti anni è spuntata fuori una nuova pista da seguire per l’individuazione della vera identità di Satoshi Nakamoto, e questa pista porta a Kraken. 

Al momento, però, si tratta solamente di una pista, perché le incognite sono ancora molte. Tuttavia la fonte di questa pista sembra affidabile, quindi vale la pena prenderla in considerazione. 

La nuova pista di Kraken su Satoshi Nakamoto

Tutto nasce da un post pubblicato ieri sul suo profilo X ufficiale dal direttore di Coinbase Conor Grogan. 

Grogan riferisce di aver esaminato i wallet di Satoshi Nakamoto e di aver fatto alcune nuove scoperte fino ad ora non note. 

La prima scoperta è che il creatore di Bitcoin sarebbe stato attivo sulla blockchain da lui creata nel gennaio del 2009 solamente fino al 2014. 

Il fatto è che Satoshi è scomparso nel 2011, e da allora non si mai più fatto vivo. Molti ritengono che sia morto, ed in effetti uno dei principali sospettati, Hal Finney, morì nell’agosto del 2014 a causa della SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica). 

Ciò comunque non è sufficiente per confermare che si tratti proprio di Finney, anche perché nel corso degli anni sono emersi diversi indizi che portano ad escludere questa ipotesi. 

La successiva scoperta invece potrebbe portare da qualche parte. 

Grogan infatti ha scoperto 24 transazioni in uscita che probabilmente provengono dai wallet di Satoshi. Il principale indirizzo a cui sono state inviate tali transazioni ha anche ricevuto BTC da CaVirtEx, un exchange canadese. 

Il direttore di Coinbase scrive: 

“Credo che questa sia la prima transazione on-chain documentata tra un wallet collegato a Satoshi e un CEX”. 

Kraken svela l’indizio su Satoshi Nakamoto

Come riferisce sempre Grogan, CaVirtEx è stato acquistato da Kraken nel 2016. 

Il direttore di Coinbase aggiunge: 

“Pertanto, c’è la possibilità che Jesse Powell [fondatore e presidente di Kraken] abbia informazioni sulla vera identità dietro Satoshi, se hanno mantenuto informazioni KYC su questo wallet. Il mio consiglio per lui sarebbe di eliminare i dati”.

Kraken è uno dei principali e dei più antichi exchange crypto statunitensi ancora in funzione. 

Fu lanciato negli USA nel 2013, e tre anni più tardi sbarcò anche sul mercato canadese grazie all’acquisizione di CaVirtEx. 

Si tratta non solo di un exchange crypto di grande storia, ma anche di uno dei più seri al mondo. Anche il suo fondatore, Jesse Powell. è ben noto nel settore crypto, dato che spesso in passato ha pubblicato esternazioni che hanno fatto parlare di sè. 

Satoshi Nakamoto

Satoshi Nakamoto è lo pseudonimo utilizzato dal creatore di Bitcoin per rimanere anonimo. 

Fino ad oggi sono circolate tante ipotesi, ma la sua vera identità non è ancora stata scoperta. 

Satoshi si fece conoscere nel 2008 quando pubblicò il whitepaper di Bitcoin, ed il 3 gennaio 2009 minò il primo blocco della blockchain della criptovaluta. Bitcoin è in assoluto la prima criptovaluta mai creata. 

Inizialmente solo Satoshi minava i blocchi della blockchain di Bitcoin, e non effettuava alcuna transazione. La prima transazione nota la fece proprio verso il wallet di Hal Finney, il 12 gennaio dello stesso anno. 

A fine 2010 però Satoshi smise di pubblicare post, e nel 2011 smise anche di inviare email. Da allora nessuno ha saputo più nulla di lui. 

I dubbi sulla nuova pista

È lo stesso Conor Grogan a sollevare dubbi sulla pista da lui trovata. Questo rende anche molto bene l’idea di quanto la sua ricerca sia seria. 

Per prima cosa ammette di non avere la certezza che i wallet che si ritiene appartengano a Satoshi siano veramente i suoi. 

In realtà infatti nessuno sa di preciso quali siano gli indirizzi on-chain utilizzati da Satoshi per incassare i BTC guadagnati minando, ma già diversi anni fa è stato individuato il cosiddetto “Pathoshi”, ovvero l’elenco degli indirizzi che sembano legati all’attività di mining di Satoshi. Questi indirizzi sono stati recentemente catalogati da Arkham. 

Il secondo dubbio riguarda il fatto che uno di quegli indirizzi è associato al finanziamento di 12ib, uno dei più grandi indirizzi BTC attivi di tutti i tempi (e che oggi detiene BTC per circa 3 miliardi di dollari). Questo indirizzo quindi potrebbe essere associato a Satoshi, ma anche a qualche altro utilizzatore o contributore dei primi tempi, magari lo stesso Hal Finney. 

Il terzo dubbio sta nel fatto che non è detto che CaVirtEx chiedesse il KYC, ovvero la verifica dell’identità, ai suoi utenti. Per questo Grogan dice che “c’è una possibilità” che Kraken abbia nei suoi archivi i dati riguardanti la vera identità di Satoshi, ma ovviamente non dice che sia effettivamente così. Inoltre non è nemmeno da escludere che Satoshi eventualmente possa aver fornito dati falsi, visto che all’epoca gli exchange crypto erano davvero poco controllati. 

Grogan ha anche scoperto che alcuni indirizzi che si presume siano di Satoshi Nakamoto aveva inviato 200 BTC ad un faucet Bitcoin, dato che all’epoca si potevano ottenere 5 BTC gratis semplicemente compilando un CAPTCHA. 

Sebbene quindi non vi siano certezze, il direttore di Coinbase dice che se non altro questa pista potrà consentire di ottenere prove perlomeno sulla validità del Patoshi, che deve essere sicuramente collegato solo a Satoshi Nakamoto.