Crisi idrica in Puglia, lo scontro si fa politico
Giovedì scorso il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, aveva scritto una missiva al Governo chiedendo “interventi urgenti” per collegare la rete idrica pugliese all’invaso molisano del Liscione. Il deficit idrico della regione pugliese si è infatti aggravato in questi mesi, andando ad inficiare sull’accesso all’acqua per utilizzo agricolo.Il deputato Giandonato La Salandra (FdI) non ci sta, e ai microfoni di FoggiaToday afferma che “gli atti da parte del Governo ci sono già e quella di Emiliano è solo una marchetta elettorale”. Il deputato di FdI ha aggiunto che “sull’adduzione dalla diga del Liscione ha dato la sua massima disponibilità rispetto ad un ordine del giorno che io stesso ho presentato”, nel luglio dello scorso anno. “Per tutto il mese d’agosto, il Partito Democratico ha ripetutamente proposto una mozione perché la Regione Molise non cedesse acqua alla Regione Puglia”. L’iniziativa del collegamento del Liscione non è quindi nuova, e a bloccarla sarebbero stati i compagni di partito (ma non di Regione) di Emiliano. “La verità è che il Partito Democratico del Molise, per fare opposizione al presidente della Regione Molise di centrodestra, ha presentato una serie di risoluzioni. È il Partito Democratico molisano che non vuole che la Regione Molise ceda l’acqua alla Regione Puglia”.Quella pugliese non è che l’ultima di una lunga serie di crisi che a partire dalla scorsa estate hanno gravato sul meridione d’Italia. A testimoniare il deficit delle riserve idriche è un rapporto dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche. Nella sola Sicilia mancano oltre 100 milioni di metri cubi d’acqua rispetto all’anno scorso, anche se le piogge di dicembre hanno contribuito a migliorare la terribile situazione delle province di Enna e Caltanissetta.Anche la Basilicata, recentemente uscita dai razionamenti idrici, vede una diminuzione dell’acqua disponibile di ben 93 milioni di metri cubi rispetto a 12 mesi fa. AL momento è il Tavoliere delle Puglie la zona che fa più fatica a uscire dalla crisi. Nonostante il trend negativo sia stato invertito a partire dalla metà di dicembre, i volumi d’acqua accumulati nelle dighe della Capitanata stentano ancora a colmare il significativo deficit idrico che affligge la provincia di Foggia. A fine gennaio, il gap rispetto ai livelli del 2024 ammontava a -98,7 milioni di metri cubi. Fortunatamente, nell'ultima settimana si è registrato un incremento di circa 3,6 milioni di metri cubi, una quantità comunque modesta se rapportata con quanto accade in altre regioni del Sud Italia. In Basilicata, ad esempio, l’aumento settimanale dei volumi invasati ha superato i 20 milioni di metri cubi, portando a 50 milioni il totale accumulato nelle ultime due settimane, quasi il doppio di quanto raccolto in oltre un mese nella vicina Puglia. Questo miglioramento ha permesso alla Basilicata di ridurre il deficit rispetto al 2024 a 49,51 milioni di metri cubi, evidenziando una situazione nettamente più favorevole rispetto a quella foggiana.Il problema idrico è stato affrontato nella giornata di ieri anche a livello europeo. La Commissione europea ha infatti affrontato un pacchetto di relazioni presentate martedì con l'intenzione di avviare un dialogo con gli Stati membri che dovrebbe sfociare in una strategia per la “resilienza idrica”. Come sempre, nomi altisonanti. La Commissaria per l’ambiente, Jessika Roswall, ha affermato che “per troppo tempo abbiamo trattato l'acqua come una risorsa infinita: dobbiamo cambiare questa mentalità”. La commissaria ha infine sottolineato la necessità di aumentare gli investimenti nel settore, citando come esempio i piani di gestione dei bacini fluviali, dove l’86% dei progetti indica la carenza di fondi come il principale ostacolo da superare.Si potrebbe cominciare, almeno in Italia, migliorando la rete di distribuzione idrica, visto che secondo l’Istat nel 2022 il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione dell’acqua era stato pari a 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,4% dell’acqua immessa in rete, un numero spaventosamente alto.
Giovedì scorso il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, aveva scritto una missiva al Governo chiedendo “interventi urgenti” per collegare la rete idrica pugliese all’invaso molisano del Liscione. Il deficit idrico della regione pugliese si è infatti aggravato in questi mesi, andando ad inficiare sull’accesso all’acqua per utilizzo agricolo.
Il deputato Giandonato La Salandra (FdI) non ci sta, e ai microfoni di FoggiaToday afferma che “gli atti da parte del Governo ci sono già e quella di Emiliano è solo una marchetta elettorale”. Il deputato di FdI ha aggiunto che “sull’adduzione dalla diga del Liscione ha dato la sua massima disponibilità rispetto ad un ordine del giorno che io stesso ho presentato”, nel luglio dello scorso anno. “Per tutto il mese d’agosto, il Partito Democratico ha ripetutamente proposto una mozione perché la Regione Molise non cedesse acqua alla Regione Puglia”. L’iniziativa del collegamento del Liscione non è quindi nuova, e a bloccarla sarebbero stati i compagni di partito (ma non di Regione) di Emiliano. “La verità è che il Partito Democratico del Molise, per fare opposizione al presidente della Regione Molise di centrodestra, ha presentato una serie di risoluzioni. È il Partito Democratico molisano che non vuole che la Regione Molise ceda l’acqua alla Regione Puglia”.
Quella pugliese non è che l’ultima di una lunga serie di crisi che a partire dalla scorsa estate hanno gravato sul meridione d’Italia. A testimoniare il deficit delle riserve idriche è un rapporto dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche. Nella sola Sicilia mancano oltre 100 milioni di metri cubi d’acqua rispetto all’anno scorso, anche se le piogge di dicembre hanno contribuito a migliorare la terribile situazione delle province di Enna e Caltanissetta.
Anche la Basilicata, recentemente uscita dai razionamenti idrici, vede una diminuzione dell’acqua disponibile di ben 93 milioni di metri cubi rispetto a 12 mesi fa. AL momento è il Tavoliere delle Puglie la zona che fa più fatica a uscire dalla crisi. Nonostante il trend negativo sia stato invertito a partire dalla metà di dicembre, i volumi d’acqua accumulati nelle dighe della Capitanata stentano ancora a colmare il significativo deficit idrico che affligge la provincia di Foggia. A fine gennaio, il gap rispetto ai livelli del 2024 ammontava a -98,7 milioni di metri cubi. Fortunatamente, nell'ultima settimana si è registrato un incremento di circa 3,6 milioni di metri cubi, una quantità comunque modesta se rapportata con quanto accade in altre regioni del Sud Italia. In Basilicata, ad esempio, l’aumento settimanale dei volumi invasati ha superato i 20 milioni di metri cubi, portando a 50 milioni il totale accumulato nelle ultime due settimane, quasi il doppio di quanto raccolto in oltre un mese nella vicina Puglia. Questo miglioramento ha permesso alla Basilicata di ridurre il deficit rispetto al 2024 a 49,51 milioni di metri cubi, evidenziando una situazione nettamente più favorevole rispetto a quella foggiana.
Il problema idrico è stato affrontato nella giornata di ieri anche a livello europeo. La Commissione europea ha infatti affrontato un pacchetto di relazioni presentate martedì con l'intenzione di avviare un dialogo con gli Stati membri che dovrebbe sfociare in una strategia per la “resilienza idrica”. Come sempre, nomi altisonanti. La Commissaria per l’ambiente, Jessika Roswall, ha affermato che “per troppo tempo abbiamo trattato l'acqua come una risorsa infinita: dobbiamo cambiare questa mentalità”. La commissaria ha infine sottolineato la necessità di aumentare gli investimenti nel settore, citando come esempio i piani di gestione dei bacini fluviali, dove l’86% dei progetti indica la carenza di fondi come il principale ostacolo da superare.
Si potrebbe cominciare, almeno in Italia, migliorando la rete di distribuzione idrica, visto che secondo l’Istat nel 2022 il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione dell’acqua era stato pari a 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,4% dell’acqua immessa in rete, un numero spaventosamente alto.