No Exit, la recensione del thriller

Darby Thorne, una giovane tossicodipendente ricoverata in un centro di recupero, viene a sapere che sua madre si trova in ospedale in gravi condizioni, dopo aver subito un aneurisma cerebrale. Sua sorella Devon le chiede di non andarla a trovare per via delle tensioni in famiglia dovute ai suoi problemi con la droga, ma Darby […]

Feb 7, 2025 - 10:28
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No Exit, la recensione del thriller
No Exit

Darby Thorne, una giovane tossicodipendente ricoverata in un centro di recupero, viene a sapere che sua madre si trova in ospedale in gravi condizioni, dopo aver subito un aneurisma cerebrale. Sua sorella Devon le chiede di non andarla a trovare per via delle tensioni in famiglia dovute ai suoi problemi con la droga, ma Darby non ascolta nessuno e fugge di nascosto nel tentativo di raggiungere Salt Lake City in auto.

La protagonista di No Exit dovrà fare i conti con una violenta bufera di neve, che la costringe a fermarsi in una stazione di servizio lungo la strada, dove incontra altri automobilisti rimasti lì bloccati per via delle estreme condizioni climatiche. Mentre cerca una zona dove il telefono abbia campo, scopre in un furgone posteggiato la presenza di una ragazzina legata e imbavagliata: chi l’avrà rapita e perché?

No Exit, la recensione: senza via d’uscita

Il primo colpo di scena è relativo all’identità dell’effettivo rapitore, ma questa pista narrativa si risolve in un arco di tempo relativamente breve. Allora la sorpresa è tutta sul mondo in cui la malcapitata protagonista e i suoi compagni di sventura si troveranno a fare i conti con quell’atto criminale e con chi vi si nasconde dietro, innescando un vortice tensivo di discreta fattura.

Un’ora e mezzo di visione che non brilla sicuramente in quanto a originalità ma offre un buon numero di sussulti a tema, con la violenza che prende progressivamente il sopravvento pur senza veri e propri eccessi, dando vita ad una resa dei conti finale cattiva quanto basta e con la catartica legge del contrappasso a farla da padrona.

Tutto in una notte

Alla base di No Exit, in onda su Rai4 in prima tv e poi disponibile su RaiPlay nonché già ora su Disney+, vi è l’omonimo romanzo pubblicato nel 2017 da Taylor Adams, adattato con qualche libertà narrativa. Un intreccio relativamente semplice, con un’unica ambientazione per la pressoché totalità del racconto e un ridotto numero di personaggi, che permette ben presto di avere un quadro generale relativamente chiaro. Come detto la rivelazione chiave arriva forse troppo presto, lasciando poi spazio a un paio di sorprese più piccole – e non del tutto imprevedibili – prima di quel tour de force conclusivo.

Una combattiva Havana Rose Liu guida un cast eterogeneo, dove spicca la presenza di due noti caratteristi del cinema a stelle e strisce quali Dennis Haysbert e Dale Dickey, con il breve background di ognuno dei personaggi coinvolti a infondere maggior vita alle pedine di questa partita a scacchi dalle conseguenze mortali. Al contempo però alcune svolte narrative risultano parzialmente forzate, con il passaggio dalla carta allo schermo che ha depotenziato lo scavo psicologico in favore di un intrattenimento di genere, pensato per una serata a base di birra e pop-corn e senza alt(r)e pretese.

Conclusioni finali

Produzione low-budget che punta tutto sull’idea di partenza, semplice ma accattivante pur nel suo rifarsi a un concept non nuovo, No Exit è un thriller che sfocia in un orrore realistico, dove il male è incarnato dagli uomini e ha luogo in un contesto ridotto.

La protagonista, che ha problemi con la droga e con quella famiglia che non vuole vederla nemmeno quando la madre è in fin di vita, si ritrova bloccata in una stazione di servizio mentre fuori infuria una bufera di neve: quando scopre che all’interno di un furgone vi è una ragazzina rapita, ha inizio l’incubo. Un incubo ad alta dose di tensione, narrativamente a tratti scontato nell’adattare le pagine del romanzo alla base, ma popolato da un cast di facce giuste al posto giusto e diretto con una certa robustezza di genere.