Astrologia nel bicchiere

“Da Giove al cocktail” è il titolo del libro scritto da Tony Micelotta, “Oste Tuareg”, come egli stesso ama definirsi alla luce della lunga esperienza presso alcuni dei bar più prestigiosi al mondo. Da Londra a Washington, da Genova a Venezia, ha maturato un’esperienza di mezzo secolo che tra le altre cose gli è valsa... Leggi tutto

Feb 6, 2025 - 07:48
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Astrologia nel bicchiere

“Da Giove al cocktail” è il titolo del libro scritto da Tony Micelotta, “Oste Tuareg”, come egli stesso ama definirsi alla luce della lunga esperienza presso alcuni dei bar più prestigiosi al mondo. Da Londra a Washington, da Genova a Venezia, ha maturato un’esperienza di mezzo secolo che tra le altre cose gli è valsa la “Stella al Merito” ricevuta nel 2012 dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per i meriti acquisiti sul campo. A partire da questo numero pubblichiamo alcuni estratti di  “Da Giove al cocktail: il passo è breve.

L’astrologia nel bicchiere”, volume edito dalla Compagnia della Stampa-

Masetti Rodella, ricco di aneddoti e racconti delle sue esperienza di vita e professionali.

Siamo nel 2012, mi sentivo come sbilanciato, non più così tranquillo, tanto da avvertire una voce come un fiato sul collo a volermi dire che tutto il convenzionale cercato e autoimpostomi da certi retaggi provocati da mentalità del passato non faceva interamente parte del mio essere.

Cercavo di non dare peso a quella voce facendo finta di essere sordo, continuando a mettere in campo il mio cinquanta percento di razionalità caratteriale, pensando di fare da scudo a quel inconscio che dentro ognuno di noi a velocità di crociera, arriva sempre a destinazione e come Saturno, piaccia o no, ti porta davanti alla verità dichiarandoti semplicemente in uno stato di crisi.

 

Nodi al pettine

Proprio così, gli antichi modi di dire non sbagliano mai “tutti i nodi tornano al pettine”. Passavo i giorni e i mesi e quella voce aumentava di volume. Nel maggio di quell’anno ricevetti dal Presidente della Repub10blica Giorgio Napolitano “la Stella al merito”, l’onorificenza di

Maestro del Lavoro della Repubblica Italiana. La cosa mi fece un immenso piacere e mi aiutò ad abbassare il volume di quella tediosa presenza vocale, ma per quanto…? Per una manciata di giorni, difatti, una volta assorbitosi l’incanto dell’essere stato così tanto lusingato “a rieccoci”, come direbbero a Roma Capitale. Non sapevo come muovermi, vero che il lavoro e le responsabilità ad esso connesse la facevano da respingente, ma la talpa dell’inconscio prosegue per il suo tunnel metropolitano della nostra anima. Ultima fermata 2013, ci siamo, cioè ci sono dentro fino al collo: e adesso…?

L’inizio del viaggio

Avevo bisogno di parlare con qualcuno per “nutrirmi” e per mia fortuna, per carattere, ho sempre affrontato la vita a carte scoperte ed è stato forse ciò che mi ha aiutato a far sì che in prima battuta capitassero casuali incontri, a cominciare da una conoscente lacustre benacense, un po’ figlia dei fiori, che con occhi brillanti mi esclamò che la crisi è da vedere come una fortuna che ti casca addosso: ah grazie, che bello! E tra me pensai, è una gran bella persona, ma vive proprio nel suo mondo.

Dopo solo pochi giorni mi capita di incontrare al caffé della fermata delle corriere di Gardone Riviera un’altra conoscente, una lady provenzale, la quale, a titolo di amicizia, mi sottopone ad una pratica di numerazione cosmica emettendo un verdetto che sanciva la mia questione prettamente legata a un destino segnato dall’equazione numerica. La mia confusione aumentò nonostante questi due primi approcci casuali mi fecero sentire come incolpevole di chissà quale eventuale colpa.

Mi rivolsi a un analista di psicosintesi, variante della psicologia umanistica esistenziale e transpersonale. Per farla breve posso dire che i dialoghi maturati durante le sedute settimanali per l’intero inverno di quell’anno, hanno dato un effetto posi tivo a distanza di anni, quando l’inconscio che ormai riconosco come il nostro angelo custode me le ha catapultate addosso. Da quel punto cominciò un percorso apparentemente confusionario, dico così perché nonostante le diverse frequentazioni decise dal mio istinto sentivo di aver imboccato sentieri diversi che potevano congiungere ad un’unica strada: di luce.

Frequentai una chinesiologa, sig.ra Ghisla non lontano da casa, frequentai un medico olistico iraniano, il Dr. Razazian, nel suo studio di Brescia. Frequentai una bravissima Counseling, la carinissima Elena Valentini di Brescia. Andai a sbattere involontariamente contro uno sciamano, Roberto Zuccali, uno di quelli seri, mi incontrò, anzi, mi scontrò, e nel chiedermi scusa fissandomi negli occhi mi mitragliò addosso pallottole a salve di bellissime parole sul mio essere. Ho sentito dire che è in strettissimo contatto con una famosissima “sciamano” in Siberia.

 

Dalle letture a Campostela

A tutto ciò avevo aggiunto di mio tanta buona lettura, in particolare narrativa e biografie.

Proprio dai primi del 2013-2014 inizia con la mia compagna di vita Sandra Haruko, il pellegrinaggio attraverso i vari cammini diretti a Santiago de Compostela, cosa che mi permetto di consigliare chiunque a farlo, difatti oggi mi dico che finché avrò gambe e cuore, camminerò e camminerò a raggiungere le amate terre di Galizia ed Asturia. Ricordo che al terzo cammino scendendo dal Mar Cantabrico verso l’Asturia vidi sul muro in pietra una semplice frase che porterò sempre con me “no existe un manual de la vida”. Faccio un passaggio attraverso la riflessologia plantare, Ali13 ce Arduini, annessa e connessa al corpo e all’anima. Se ci credi aiuta, io ci credo.

Per non farmi mancare nulla, sono incuriosito dalla “Biorisonanza magnetica” alla quale mi sono tranquillamente abbandonato ai vari responsi di una macchina saggiamente interpretata da un Biologo con la B Maiuscola, anch’egli bresciano, Massimiliano Tomasoni: fossi io a decidere, Premio Nobel subito.