Asset allocation, azionario europeo tra ottimismo e scetticismo sull’attrattività
Le preoccupazioni che gravano sull’Europa sono, secondo Larry Fink, ad di BlackRock, decisamente esagerate. Intervenendo al World Economic Forum di Davos, Fink ha infatti espresso un giudizio controcorrente rispetto alla percezione dominante, sostenendo che sia arrivato il momento ideale per puntare sul Vecchio Continente. Le prospettive economiche, secondo il manager, appaiono infatti più promettenti di... Leggi tutto
Le preoccupazioni che gravano sull’Europa sono, secondo Larry Fink, ad di BlackRock, decisamente esagerate. Intervenendo al World Economic Forum di Davos, Fink ha infatti espresso un giudizio controcorrente rispetto alla percezione dominante, sostenendo che sia arrivato il momento ideale per puntare sul Vecchio Continente. Le prospettive economiche, secondo il manager, appaiono infatti più promettenti di quanto generalmente si pensi.
Dati recenti mostrano segnali di ripresa nell’area euro: mentre il settore dei servizi si consolida, il comparto manifatturiero sembra attenuare il proprio declino. “L’Europa è vittima di un eccesso di pessimismo – ha dichiarato Fink – e credo che sia il momento di tornare a investire”.
Le opinioni divergenti degli strategist
Nonostante il parere positivo di Fink, molti esperti di mercato restano cauti. Un sondaggio condotto da Bloomberg tra 20 analisti prevede che l’indice Stoxx Europe 600 chiuderà il 2025 a quota 534 punti, un livello massimo storico ma sostanzialmente stabile rispetto ai valori attuali, come riportato da Borsaefinanza.it.
Le proiezioni divergono sensibilmente: gli analisti più ottimisti, come quelli di Deutsche Bank, stimano un rialzo fino a 590 punti, mentre i più prudenti, tra cui UBS e TFS Derivatives, ipotizzano una discesa verso i 470 punti.
Roland Kaloyan, strategist di Société Générale, prevede un anno caratterizzato da alti e bassi, con lo Stoxx 600 che oscillerà tra i 500 e i 550 punti. “L’incertezza legata a questioni politiche, geopolitiche, fiscali e monetarie ci induce a pensare a un 2025 volatile per le azioni europee”, ha spiegato Kaloyan, aggiungendo che gran parte delle performance potrebbero concentrarsi nei primi sei mesi dell’anno, mentre la seconda metà risentirebbe di fattori come il rallentamento degli utili e la minore capacità di intervento delle banche centrali.
Utili deboli e margini sotto pressione
Un tema centrale per gli analisti è la crescita degli utili, che si preannuncia modesta o addirittura negativa per il terzo anno consecutivo. Gerry Fowler, strategist di UBS, sottolinea come ciò possa influire negativamente sul mercato: “La sfida principale sarà dimostrare che il restringimento dei margini non è una prospettiva inevitabile”. La solidità delle grandi imprese europee sarà dunque messa alla prova.
Uno sguardo più ottimistico
Non mancano tuttavia voci più fiduciose. Beata Manthey, strategist di Citigroup, vede opportunità per le azioni europee grazie a una crescita economica globale resiliente e a un calo delle pressioni inflazionistiche. “Diversi fattori favorevoli rimangono in gioco e potrebbero sostenere il mercato nel prossimo futuro”, ha dichiarato Manthey, aggiungendo che gli investitori dovrebbero considerare il potenziale di una ripresa più stabile.
Mentre il dibattito continua, l’Europa resta intanto al centro di analisi e strategie contrastanti, tra prospettive di rilancio economico e timori di un contesto ancora incerto.