Aprire Partita IVA come estetista: come fare?

Se hai intenzione di intraprendere il mestiere di Estetista lavorando in proprio, oppure presso il domicilio del cliente, dovrai necessariamente aprire la Partita IVA. In questa attività non è possibile adottare il sistema della prestazione occasionale. Pertanto, se la tua intenzione è di lavorare in proprio oppure nei casi in cui è consentito, esercitare a domicilio, dovrai necessariamente aprire […] L'articolo Aprire Partita IVA come estetista: come fare? proviene da Fiscomania.

Gen 28, 2025 - 17:25
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Aprire Partita IVA come estetista: come fare?

Se hai intenzione di intraprendere il mestiere di Estetista lavorando in proprio, oppure presso il domicilio del cliente, dovrai necessariamente aprire la Partita IVA. In questa attività non è possibile adottare il sistema della prestazione occasionale. Pertanto, se la tua intenzione è di lavorare in proprio oppure nei casi in cui è consentito, esercitare a domicilio, dovrai necessariamente aprire Partita IVA.

L’attività di estetista si connota per una particolare complessità e una sempre più elevata specializzazione. Spesso si fa riferimento ad un’ampia categoria di professionisti che svolgono la propria attività professionale nel campo della cura dell’estetica, dal corpo, al make up e alla nail art. Ovviamente, ti sarà indispensabile, preliminarmente, conseguire l’apposita qualifica, che potrai ottenere seguendo molteplici percorsi. I principali sono due:

  • seguire un percorso di formazione da 2+1 anni, cioè un corso biennale base ed uno di specializzazione, a cui deve seguire un tirocinio formativo;
  • oppure svolgere l’attività come dipendente presso un centro apposito per almeno 3 anni.

Solo dopo, potrai decidere di aprire la partita IVA, pratica che consta di diverse operazioni:

  • Attivazione del numero di Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate;
  • Iscrizione in Camera di Commercio come Artigiana;
  • Apertura della posizione contributiva presso la Gestioni Artigiani e Commercianti Inps;
  • Iscrizione all’Inail.

Vediamo insieme cosa c’è da sapere.

Quando è necessario aprire una partita IVA per estetista

Occorre ricordare, preliminarmente che nell’attività di estetista ed anche in quella del parrucchiere non è possibile adottare il sistema della prestazione occasionale. Pertanto, se la tua intenzione è di lavorare in proprio oppure nei casi in cui è consentito, esercitare a domicilio, dovrai necessariamente aprire Partita IVA.

Nel momento l’attività di formatore venga svolta in modo continuativo ed abituale nel tempo è necessaria l’apertura della Partita IVA.

Come aprire una partita IVA: tutti i passaggi

Aprire la partita IVA potrebbe essere un’operazione complessa. Devono essere seguiti dei passaggi specifici. Ad esempio:

  • attivazione del numero di Partita Iva presso l’Agenzia delle EntrateAgenzia pubblica italiana che si occupa della gestione delle entrate fiscali italiane;
  • iscrizione in Camera di Commercio come Artigiana;
  • apertura della posizione contributiva presso la Gestioni Artigiani e Commercianti Inps;
  • iscrizione all’Inail.

Quale codice ATECO scegliere?

Un’altra questione di particolare importanza è l’individuazione del codice Ateco più adatto all’attività professionale che vorrai svolgere. Come abbiamo, infatti, accennato inizialmente la figura dell’estetista oggi comprende molti specialisti del settore della bellezza. Per tale ragione sono stati previsti due distinti codici Ateco:

  • 96.02.02 (Servizi degli Istituti di Bellezza);
  • 96.02.03 (Servizi di Manicure e Pedicure).

La scelta del Codice ATECO non è indifferente. Questa influenzerà il tuo futuro fiscale e lavorativo. Allora per questo motivo, è bene scegliere con cura quale codice applicare, eventualmente rivolgendoti ad un consulente.

Scelta del regime forfettario

Il regime fiscale più conveniente è sicuramente quello forfettario. L’apertura della partita IVA implica anche la scelta del regime fiscale che meglio si potrebbe conformare alle tue esigenze. Il Regime Forfettario è un regime fiscale “agevolato”, che prevede una tassazione  forfettaria, con aliquota fissa al 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni dall’apertura, ma solo per le start-up che possiedono i requisiti). Esso, tuttavia, può essere scelto solo da chi ha un guadagno annuo non superiore a 85.000 euro.

Il reddito viene determinato esclusivamente in base al criterio di cassa. Ovvero sulla base dei ricavi o compensi percepiti nel periodo di imposta. A questo reddito è applicato un coefficiente di redditività, che tiene conto delle spese applicate in modo forfettario. Al reddito imponibile così determinato è applicata un imposta sostitutiva del 5% (per i primi cinque anni), che poi a regime passa al 15%. Il pagamento delle imposte avviene con la dichiarazione dei redditi.

Il Regime Forfettario è consigliato soprattutto per chi è all’inizio dell’attività, in quanto impone di non superare la soglia di reddito annuo di 85.000 euro.

Vantaggi

Il Regime Forfettario è un regime fiscale esente da IVA. L’esenzione IVA consentirà di applicare prezzi più bassi per le proprie prestazioni.

Uno dei vantaggi del Regime Forfettario è la presenza di un’imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15%, pertanto, non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Al reddito imponibile così determinato è applicata un imposta sostitutiva del 5% (per i primi cinque anni), che poi a regime passa al 15%.

Inoltre, è esente anche dalla ritenuta d’acconto.

Quanto costa aprire partita IVA?

Aprire una partita IVA, anche come estetista, implica degli adempimenti che, talvolta sono onerosi. A tal fine, infatti, dovrai sostenere i seguenti costi:

  • diritti di segreteria: 18,00 euro;
  • imposta di bollo: 17,50 euro;
  • diritti camerali annuali (da pagare anche negli anni successivi): 53,00 euro.

Come estetista freelance inquadrata come ditta individuale, dovrai iscriverti alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS, la quale prevede il versamento di un contributo fisso, che non varia e va versato a prescindere dal reddito effettivamente prodotto.

Inoltre, per gli artigiani che superano il reddito minimo indicato dall’INPS, è previsto il pagamento di un altro contributo, che si calcola soltanto sulla parte eccedente, con aliquote al 24% e al 21,90%, per chi non ha compiuto 21 anni.

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