Accuse tra Hamas e Israele sul trattamento dei prigionieri. Netanyahu: ‘Lo show non rimarrà impunito’. Hamas: ‘Tel Aviv uccide lentamente’
Il governo israeliano parla di "crimini contro l'umanità", una ong che si occupa dei detenuti palestinesi dichiara che 7 di loro sono finiti in ospedale L'articolo Accuse tra Hamas e Israele sul trattamento dei prigionieri. Netanyahu: ‘Lo show non rimarrà impunito’. Hamas: ‘Tel Aviv uccide lentamente’ proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Nuovi ostaggi liberati significa anche nuova messinscena di Hamas che li ha mostrati alla folla su un palco e li ha anche intervistati prima di farli tornare alle loro case. Una dimostrazione di forza, un messaggio sia al popolo palestinese che a quello israeliano per riaffermare un concetto: Tel Aviv non ha sradicato Hamas, il gruppo è forte tanto quanto prima. Un atteggiamento che ogni volta fa innervosire il governo guidato da Benjamin Netanyahu che promette vendetta: “Le immagini scioccanti che abbiamo visto oggi non passeranno inosservate”, si legge in una dichiarazione dell’ufficio del primo ministro. Accusa che arrivano anche a parti invertite
La denuncia di Israele
Il governo fa sapere che “insieme ai funzionari della sicurezza sosterrà loro e le loro famiglie. Israele si impegna a riportare indietro tutti gli ostaggi e i dispersi”. Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami, i tre uomini liberati dal gruppo armato palestinese, sono apparsi dimagriti dopo un anno e quattro mesi di prigionia. Tanto che i familiari degli ostaggi sono arrivati a paragonare le immagini di loro sul palco allestito nella Striscia di Gaza all’Olocausto: “Riecheggiano le fotografie dei sopravvissuti all’Olocausto e servono come ulteriore promemoria del peggior fallimento nella storia dello Stato e della necessità di indagare a fondo”, si legge in un comunicato stampa del Consiglio di Ottobre, che rappresenta le famiglie direttamente colpite dall’attacco di Hamas. E passano poi ad attaccare l’esecutivo: “Come è stato possibile che i cittadini siano stati rapiti in Israele e portati nella Striscia di Gaza? Perché ci sono voluti quasi 500 giorni per riaverli? E come è possibile che, ancora oggi gli ostaggi vivi siano tenuti in condizioni disumane nei tunnel?”. Il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi, intanto, ha condannato le “immagini inquietanti” dei tre ostaggi: “Le immagini inquietanti della liberazione di Ohad, Eli e Or sono un’altra prova cruda e dolorosa che non lascia spazio a dubbi, non c’è tempo da perdere per gli ostaggi! Dobbiamo liberarli tutti, fino all’ultimo ostaggio. Ora!”.
Un impegno che le istituzioni continuano a sostenere di avere come priorità rafforzando il loro messaggio con la dura condanna nei confronti del modus operandi del gruppo palestinese. “L’intero popolo di Israele è emozionato nel vedere Or, Eli e Ohad tornare a casa dalle loro famiglie e allo stesso tempo è pieno di rabbia per i gravi abusi subiti per mano dei mostri di Hamas e per le scene orribili – ha scritto su X il ministro della Difesa Israel Katz – Dobbiamo restare uniti e forti di fronte a questo male. Faremo tutto il possibile per riportare tutti a casa in fretta e, allo stesso tempo, non permetteremo mai agli assassini di Hamas di continuare a controllare Gaza e minacciare l’esistenza di Israele”. Anche il presidente Isaac Herzog ha commentato la liberazione degli ostaggi parlando di “crimine contro l’umanità”: “Ecco come appare un crimine contro l’umanità – ha scritto su X – Il mondo intero deve guardare direttamente Ohad, Or ed Eli che tornano dopo 491 giorni di inferno, affamati, emaciati e addolorati, sfruttati in uno spettacolo cinico e crudele da vili assassini. Ci consola il fatto che vengano restituiti vivi alle braccia dei loro cari”.
Hamas smentisce che gli ostaggi siano stati tenuti in condizioni “disumane”, come dichiarato dai membri delle istituzioni israeliane. Anzi sottolineano gli sforzi compiuti per tenerli al sicuro nonostante i continui raid compiuti dallo Stato ebraico negli ultimi 16 mesi. “La nostra resistenza ha aderito ai valori umani e alle disposizioni del diritto umanitario internazionale nel trattamento dei prigionieri e ha compiuto grandi sforzi per preservare le loro vite nonostante i bombardamenti sionisti e i tentativi del criminale di guerra Netanyahu di prenderli di mira e liquidarli”, hanno scritto in una nota.
La denuncia di Hamas
Anche a parti invertite, però, arrivano le condanne per il trattamento dei prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri d’Israele. Palestinian Prisoners’ Club, una ong che si occupa dei prigionieri incarcerati dallo Stato ebraico, ha affermato che tra quelli rilasciati nell’ultimo scambio di prigionieri ce ne erano sette che erano feriti e hanno avuto bisogno di cure mediche una volta arrivati al valico di Rafah. Secondo la ong, “tutti i prigionieri che sono stati rilasciati oggi hanno bisogno di cure mediche, trattamenti ed esami a causa della brutalità a cui sono stati sottoposti negli ultimi mesi. Sette sono stati trasferiti in ospedale”. Circostanze confermate anche dalla Mezzaluna Rossa. A Rafah sono arrivati finora 12 feriti e circa 25 accompagnatori provenienti dalla Striscia di Gaza, mentre resta chiuso per il secondo giorno il valico di Kerem Shalom.
Hamas ha così accusato Israele di imporre una “morte lenta” ai prigionieri palestinesi detenuti. “Il fatto che sette prigionieri siano stati trasferiti in ospedale subito dopo il loro rilascio riflette le aggressioni sistematiche e i maltrattamenti dei nostri prigionieri da parte delle autorità carcerarie israeliane – si legge in una dichiarazione – Fa parte della politica del governo estremista israeliano che persegue la lenta uccisione dei prigionieri all’interno delle carceri”.
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