Intervista a Willie Peyote, in gara a Sanremo 2025 con “Grazie, ma no grazie”

Intervista a Willie Peyote, a Sanremo 2025 con "Grazie, ma no grazie", che farà parte della nuova versione dell'album "Sulla riva del fiume" L'articolo Intervista a Willie Peyote, in gara a Sanremo 2025 con “Grazie, ma no grazie” proviene da imusicfun.

Feb 8, 2025 - 21:30
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Intervista a Willie Peyote, in gara a Sanremo 2025 con “Grazie, ma no grazie”

Intervista a Willie Peyote che torna in gara a Sanremo 2025 con il brano Grazie, ma no grazie, che farà parte della nuova versione dell’album “Sulla riva del fiume“, in uscita il 14 febbraio. Qui il link per l’acquisto.

Intervista a Willie Peyote, in gara a Sanremo 2025 con “Grazie, ma no grazie”

Willie Peyote, innanzitutto bentornato a Sanremo. Che sensazione hai nel tornare su questo palco dopo il Festival del 2021, un’edizione decisamente particolare vissuta a distanza?
Questo bentornato ha un sapore speciale perché, a differenza del 2021, possiamo finalmente viverlo di persona, ed è una sensazione bellissima. Di quel Festival ho un ricordo frammentario: è stato un momento talmente totalizzante che ho rimosso molti dettagli. Però sono davvero fiero di aver conquistato il Premio della Critica in un’edizione così piena di canzoni memorabili, come Musica leggerissima e Voce. Stavolta torno con uno spirito diverso, in un momento unico della mia carriera e della mia vita, e sono pronto a godermi tutto a pieno.

Torni a Sanremo con il brano Grazie, ma no grazie. Cosa rappresenta questa canzone nel tuo percorso artistico?
Arrivo a Sanremo nel momento più indicato, anche se non voglio definirlo “perfetto” o “migliore” perché sarebbero termini troppo superlativi. È il momento giusto perché mi sento nel posto giusto, sia a livello di composizione che di idee musicali. Questo brano chiude un cerchio iniziato nel 2015 e coincide con i miei 40 anni, un traguardo simbolico. Inoltre, fa parte di un disco che considero molto spontaneo, più “di pancia” che “di testa”.

Hai definito il tuo nuovo disco “più di pancia che di testa”. In che senso?
Con questo disco ho recuperato un’immediatezza che sentivo di aver perso. I miei due album precedenti, Iodegradabile e Pornostalgia, erano molto più ragionati e “mentali”, anche per i contesti diversi in cui sono nati. Invece, il nuovo disco è nato con una scrittura più istintiva, libera, che non provavo da tempo. Mi ha aiutato anche la scelta di registrarlo in presa diretta con la mia band: è un processo che restituisce autenticità e spontaneità alla musica.

Hai parlato di un legame speciale con la tua band. Quanto ha influito questo rapporto sulla realizzazione del disco?
Tantissimo. Ho la fortuna di lavorare con musicisti straordinari. Registrare in presa diretta, suonare insieme e costruire gli arrangiamenti in studio ha creato una dinamica unica. Tutto parte dai beat creati dai ragazzi, che poi sviluppiamo suonando insieme. Questo metodo ha reso il disco più “live” e meno sovrastrutturato a livello di produzione.

Rispetto ai tuoi album precedenti, cosa cambia con questo nuovo progetto?
Iodegradabile e Pornostalgia erano figli di momenti molto diversi. Iodegradabile è uscito durante una fase di crescita che è stata interrotta bruscamente dalla pandemia, lasciando quel progetto incompiuto. Pornostalgia, invece, è nato in un periodo di grande incertezza, in cui era impossibile pianificare il futuro. Entrambi riflettono il disagio di quei momenti. Questo nuovo disco, invece, guarda al presente con un po’ più di leggerezza e speranza.

L’ironia è sempre stata una componente centrale nella tua musica. Quanto è difficile oggi essere ironici senza il rischio di essere fraintesi?
È vero, l’ironia è un elemento chiave del mio stile. Durante il 2020-2021 ho sentito più forte il rischio di essere frainteso, ma oggi ho ritrovato un equilibrio. La libertà di espressione è rimasta intatta, anche se dobbiamo prestare più attenzione al linguaggio. Il mio compito, come comunicatore, è fare in modo che il messaggio sia chiaro. Se poi qualcuno vede qualcosa di diverso nelle canzoni, è legittimo: la musica è anche questo.

Nella Serata delle Cover renderai omaggio a Califano insieme a Federico Zampaglione e Ditonellapiaga. Puoi anticiparci qualcosa sulla vostra performance?
Sarà un omaggio al grande Califano, ma con un twist. Con Federico, che è un artista che stimo tantissimo, proporremo una versione che mescolerà l’originale di Califano e l’arrangiamento dei Tiromancino. Sarà un modo per onorare un pezzo iconico e, allo stesso tempo, reinterpretarlo con un tocco personale. Con Ditonellapiaga è una collaborazione che continua!

Nel 2021 nella serata delle cover avevi portato Giudizi Universali con Samuele Bersani. Come si sceglie una cover per il Festival?

Sai, io le ho scelte entrambe con lo stesso principio. Sono due canzoni che mi piacciono tanto, due canzoni che innanzitutto mi emozionano quando le ascolto. Mi sembra che queste canzoni parlino un po’ di me.

Tornando al brano in gara a Sanremo 2025, cosa vorresti che il pubblico cogliesse?
Beh, l’ironia. Spero che venga colto il principio fondante della scrittura di quel brano: rivendicare la propria libertà di pensiero, ma con leggerezza, e spronare tutti a reimparare il confronto. Non un confronto polarizzato, ma uno che permetta un dialogo tra idee diverse, cosa che oggi sembra mancare. Nella canzone dico “no grazie” a tante opinioni altrui, ma vorrei che si capisse che la leggerezza dovrebbe tornare a riempire le nostre conversazioni. Oggi siamo tutti un po’ appesantiti, troppo veloci nell’arrabbiarci di fronte a opinioni diverse. Spero passi il messaggio di essere più accoglienti verso gli altri.

Qual è l’aspetto della tua musica che ti rende maggiormente orgoglioso oggi, a Sanremo 2025?
Beh, intanto essere qui a Sanremo 2025 mi rende orgoglioso, perché il cast è davvero di alto livello e farne parte significa che, per quanto abbia sbagliato qualcosa in carriera, qualcosa di giusto l’ho fatto. Questo mi inorgoglisce. Inoltre, mi piace essere sempre associato alla città di Torino, perché per me rappresentare le mie radici è un motivo di grande orgoglio. Se poi viene riconosciuta la coerenza con il mio tentativo di non essere mai troppo uguale a me stesso, per me quello è un gol.

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