Un’esperienza di cura del bene comune: il parco di Turona

Un progetto di riqualificazione dell'Agesci Lazio restituirà il Parco di Turona alla comunità L'articolo Un’esperienza di cura del bene comune: il parco di Turona proviene da Valori.

Feb 3, 2025 - 07:21
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Un’esperienza di cura del bene comune: il parco di Turona

La storia dal futuro di oggi racconta del percorso di riqualificazione di un’oasi naturale nel cuore del Lazio. Siamo nel Parco di Turona, tra le colline della Tuscia, in provincia di Viterbo. La zona è quella suggestiva del Lago di Bolsena: è qui che l’associazione Agesci Regione Lazio ha scelto di prendere in carico la cura e la rivalorizzazione di un’area naturalistica ed archeologica, restituendola alla comunità.

Dare nuova vita a una parte di territorio dimenticata

«Noi – mi spiega Alessia Lo Cascio, responsabile regionale di Agesci Lazio – educhiamo bambini e ragazzi alla vita all’aria aperta. L’interazione con il nostro territorio, con i suoi spazi, è fondamentale». Già da tempo, racconta la referente regionale, all’interno di Agesci Lazio era stata aperta una riflessione su quanto diventasse sempre più complesso trovare spazi in cui svolgere serenamente le proprie attività, e sulla necessità di individuarne di nuovi. L’occasione dell’adozione dell’area, mi racconta il referente del progetto Simone Marzeddu, è venuta grazie alle relazioni istituzionali tessute negli anni tra i gruppi scout di zona, la provincia di Viterbo e il Comune di Bolsena. «Nei primi mesi del 2022 siamo stati contattati dall’amministrazione provinciale», spiega. «Ci hanno proposto di adottare l’area del parco di Turona un edificio abbandonato nella Valle del Pesce». I responsabili di Agesci hanno avviato una discussione interna sull’opportunità di aderire alla proposta e su cosa farne. 

Alla fine è stato chiaro a tutti che quegli spazi, sia il manufatto che l’area del parco, potevano diventare un’occasione, per gli scout e per la cittadinanza tutta, di dare nuova vita a una parte di territorio dimenticata, riscoprendone la bellezza e ritrovandone la fruibilità. «Durante i primi sopralluoghi abbiamo visto subito le potenzialità del luogo», racconta Simone. La fase istruttoria ha portato alla conclusione di due accordi. Il primo, con la provincia di Viterbo, prevede il comodato d’uso gratuito per otto anni dell’area. Il secondo, con il Comune di Bolsena, garantisce la possibilità di sostare con tende e campeggiare nel Parco. «Come associazione – spiega il volontario – noi ci impegneremo a garantire la manutenzione dei sentieri, dell’edificio e del parco». 

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© Agesci Lazio

Restituire luoghi alle comunità

Il lavoro di riqualificazione coinvolgerà in prima istanza i gruppi scout, impegnati in una serie di interventi che non richiedano competenze tecniche: «La chiamiamo “buona azione” quando coinvolge i più piccoli, e poi nei più grandi diventa il “servizio”. Sia che si tratti del taglio dell’erba o della pulizia dell’immobile – spiega Simone – chiediamo a ciascuno che si sporchi le mani per costruire qualcosa». 

«Alla fine l’area si trasformerà – spiega Alessia – in una delle basi più richieste per lo svolgimento di attività di carattere educativo dei gruppi locali, ma è anche bello pensare che questo luogo potrà essere utilizzato da altre associazioni. Abbiamo immaginato – continua – un luogo che possa essere utilizzato non solo dai nostri, ma anche da altri: dalle parrocchie alla comunità». 

Del resto la collocazione dell’area è davvero suggestiva: al centro della via Francigena, ospita un patrimonio archeologico poco noto e tante risorse naturali, dai sentieri alle cascate, al percorso verso Montefiascone al cammino dei Briganti. 

Il crowdfunding e la prima fase della riqualificazione

Alla fine di questo cammino, l’area sarà un luogo in cui tutte e tutti, le scuole, le famiglie, gli scout, gli sportivi ma anche i pellegrini in occasione del Giubileo, possano sentirsi a casa. Il percorso, mi raccontano, prevede due fasi. Una da realizzare nell’immediato, o quasi, che consiste nella messa in sicurezza dei luoghi, per garantirne una prima fruibilità. Sia l’edificio sia il parco necessitano di interventi perché i più piccoli – ma non solo – possano frequentarli senza alcun pericolo. Mancano i servizi essenziali di acqua e gas, i bagni e la cucina, va messo in sicurezza lo spazio di accesso al ruscello. «Alla fine di questa fase – spiega Alessia – quella diventerà una base regionale fruibile nell’immediato». 

Per realizzare questa prima parte di lavoro, però, c’era bisogno di fondi: le attività scout sono tutte su base volontaria e la struttura non aveva a propria disposizione le risorse necessarie agli interventi. Per questo, nei mesi scorsi è stato aperto un crowdfunding che ha rapidamente superato l’obiettivo di 13mila euro di spese preventivate. 

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© Agesci Lazio

Lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato

L’obiettivo a lungo termine, mi racconta Simone, è trasformare l’area in un modello di sostenibilità ambientale, restituzione al pubblico e piena accessibilità, in cui sia possibile immergersi nella natura, fare attività all’aperto e ripercorrere itinerari archeologici. 

Nel Parco di Turona si potrà campeggiare all’aria aperta, svolgere attività individuali o collettive, tutto in piena sicurezza. «Questo – spiega Simone – è fatto in coerenza con la mission elaborata dal nostro fondatore Robert Baden-Powell, che è lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato: per questo siamo contenti di poter contribuire allo sviluppo territoriale, culturale e sociale del nostro territorio», 

Un’esperienza di cura del bene comune e di cittadinanza attiva

«Il nostro progetto – riflette Vincenzo Petrianni, responsabile regionale di Agesci Lazio – è una storia dal futuro perché attraverso la riqualificazione, la trasformazione e la valorizzazione di questa area, intendiamo offrire uno spazio aperto, accogliente e sicuro dove poter rimettere al centro l’educazione ambientale e rafforzare il legame tra bambine e bambini, ragazze e ragazzi, cittadine e cittadini con la natura e il territorio in cui vivono. Vogliamo dare la possibilità ad associazioni scout, pellegrine e pellegrini, cittadine e cittadini e altre associazioni, di esplorare e conoscere la bellezza del nostro territorio. Il nostro obiettivo – conclude – non è solo quello di restituire uno spazio ma, attraverso il coinvolgimento volontario dei nostri associati e dei membri della comunità locale che vorranno partecipare, realizzare un’esperienza di cura del bene comune e di cittadinanza attiva». 


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