Trump cancella ogni riferimento ai cambiamenti climatici dai siti governativi
L’amministrazione Trump non ha perso tempo nel lasciare il segno con una serie di ordini esecutivi controversi. Dalla revoca della cittadinanza per nascita, che limita il diritto automatico alla cittadinanza ai nati negli USA, alla riapertura di un centro di detenzione per immigrati a Guantanamo Bay, fino all’uscita dall’Accordo di Parigi, che segnala l’abbandono degli...
L’amministrazione Trump non ha perso tempo nel lasciare il segno con una serie di ordini esecutivi controversi. Dalla revoca della cittadinanza per nascita, che limita il diritto automatico alla cittadinanza ai nati negli USA, alla riapertura di un centro di detenzione per immigrati a Guantanamo Bay, fino all’uscita dall’Accordo di Parigi, che segnala l’abbandono degli impegni internazionali sul clima, e alla cancellazione delle politiche di inclusione di genere nell’esercito, l’amministrazione Trump sta ridefinendo profondamente la politica americana. Tra i provvedimenti più significativi di questo inizio di mandato, uno colpisce con particolare forza la questione ambientale: la cancellazione di ogni riferimento al cambiamento climatico dai siti governativi.
Un colpo alla trasparenza e alla scienza
Giovedì, Trump ha ordinato al Dipartimento dell’Agricoltura di eliminare i contenuti che trattano della crisi climatica. Diverse pagine web del Servizio Forestale sono già sparite, comprese quelle che fornivano strumenti per la valutazione del rischio incendi, fondamentali per prevenire catastrofi ambientali. Chi prova ad accedervi, ora trova solo un messaggio d’errore: “Non sei autorizzato a vedere questa pagina“.
The USDA has taken down most website pages that have references to climate change.
The Trump admin had ordered USDA workers to identify, archive, or unpublish materials mentioning climate change by "no later than close of business this Friday," according to leaked emails. pic.twitter.com/zHkZgtydQx
— Dr. Lucky Tran (@luckytran) January 31, 2025
Il Climate Change Resource Center, un’importante fonte di dati scientifici per la comunità accademica e gli operatori del settore ambientale, è tra i siti oscurati. Anche il Climate Action Tracker è stato temporaneamente offline. Questo segnale non lascia spazio a dubbi: Trump ha dichiarato guerra alla narrativa scientifica sul cambiamento climatico.
L’ordine esecutivo ha imposto alle agenzie federali di rivedere tutti i contenuti pubblicati sui propri siti web e di rimuovere quelli che trattano esplicitamente la crisi climatica. Questo ha portato alla cancellazione di risorse fondamentali per il monitoraggio del riscaldamento globale e per l’adattamento agli eventi meteorologici estremi. Gli esperti temono che la perdita di accesso a queste informazioni possa ostacolare la capacità delle comunità locali di prepararsi agli incendi, alle inondazioni e ad altri disastri naturali legati esacerbati dalla crisi climatica. Le organizzazioni ambientaliste hanno già lanciato l’allarme, denunciando la mossa come un attacco diretto alla trasparenza scientifica e alla libertà di accesso ai dati pubblici.
Un’agenda anti-ambientalista
Trump non ha mai nascosto il suo scetticismo nei confronti delle politiche climatiche. Già nel suo primo mandato aveva ritirato gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi, e ora ha confermato questa posizione con una nuova uscita dal trattato. Inoltre, ha dichiarato un'”emergenza energetica” per accelerare l’estrazione di combustibili fossili, eliminando le restrizioni sulle trivellazioni offshore e nei territori federali, comprese le aree protette dell’Alaska.
Queste decisioni segnano un netto smantellamento dell’eredità di Biden, che aveva cercato di rilanciare l’industria delle energie rinnovabili e di ridurre le emissioni. Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, la spinta verso un’economia più sostenibile sembra essere stata messa in pausa.
Quali conseguenze?
Cancellare il cambiamento climatico dai siti web governativi non significa che il problema smetta di esistere. Gli effetti del riscaldamento globale sono sempre più evidenti, dagli incendi in California agli uragani più intensi lungo, in particolare, la costa orientale degli States. La rimozione di dati e risorse non solo ostacola la ricerca scientifica, ma priva anche le comunità locali e i legislatori di strumenti fondamentali per affrontare le emergenze ambientali.
La comunità scientifica ha già espresso preoccupazione per le recenti decisioni dell’amministrazione Trump. Oltre alla rimozione delle informazioni sul cambiamento climatico, l’ufficio di gestione del personale ha ordinato la sospensione delle sovvenzioni e dei contratti legati alle tematiche di genere. Inoltre, sono stati eliminati dai siti del Centers for Disease Control & Prevention alcuni dati fondamentali sulla salute pubblica, tra cui linee guida sulla contraccezione, informazioni sull’HIV nelle persone transgender e risorse per la creazione di ambienti scolastici inclusivi.
Gli esperti avvertono che queste azioni non solo creeranno pericolose lacune nelle informazioni scientifiche, ma avranno anche conseguenze dirette sulla salute pubblica, privando comunità vulnerabili di risorse essenziali. L’Infectious Diseases Society of America ha denunciato la decisione, sottolineando come l’accesso a queste informazioni sia cruciale per la lotta contro l’epidemia di HIV e altre questioni sanitarie. Il futuro delle politiche e degli studi eliminati resta incerto, mentre il governo continua a riorganizzare i contenuti disponibili sui portali ufficiali..
L’Infectious Diseases Society of America ha denunciato la cancellazione di risorse sui rischi per la salute legati al cambiamento climatico. Molti esperti sottolineano che senza accesso a dati ufficiali, la pianificazione di strategie di mitigazione e adattamento diventa più difficile e costosa.
The removal of #HIV– and #LGBTQ-related resources from the websites of the @CDCgov and other health agencies is deeply concerning.
Access to this information is crucial for ID and HIV health care professionals.
Our full statement: https://t.co/xcqdZ6515p pic.twitter.com/B16eleQx8w
— IDSA (@IDSAInfo) January 31, 2025
Un nuovo fronte: la guerra commerciale con l’Ue
Ciliegina sulla torta, Trump ha anche deciso di riaprire il fronte della guerra commerciale, annunciando nuovi dazi contro l’Unione europea. Dopo averli già imposti a Messico, Canada e Cina, il presidente degli States ha dichiarato che sarà “sicuramente” il turno dell’Europa. Secondo Trump, Bruxelles ha trattato gli Stati Uniti “malissimo”, giustificando così l’introduzione di misure protezionistiche. Gli analisti temono che l’imposizione di dazi sui prodotti europei possa innescare una risposta da parte dell’Ue, aprendo un nuovo capitolo di tensioni economiche internazionali e minando la stabilità dei mercati globali.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) February 1, 2025
Un passo indietro per la leadership globale degli Stati Uniti
Mentre l’Europa e la Cina rafforzano i loro impegni nella lotta al cambiamento climatico, gli Stati Uniti si trovano a fare un passo indietro. Con questa mossa, Washington rischia di perdere il ruolo di guida nella transizione energetica globale, con ripercussioni economiche e geopolitiche.
L’industria dell’energia rinnovabile, che sotto Biden ha ricevuto forti incentivi, si trova ora in un limbo. Le aziende del settore potrebbero rallentare gli investimenti, con un impatto negativo sull’occupazione e sull’innovazione. Anche i finanziamenti federali per la ricerca sul clima potrebbero subire tagli significativi.
Il negazionismo climatico come strategia politica
Trump sembra puntare su una strategia chiara: eliminare dalla narrazione ufficiale tutto ciò che contraddice la sua agenda economica basata sui combustibili fossili. Ma la scienza non può essere cancellata con un click, e gli effetti del cambiamento climatico continueranno a farsi sentire, con o senza pagine web che ne parlano.
La domanda ora è: quanto a lungo il negazionismo climatico potrà dettare legge prima che la realtà presenti il conto?
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