Ripple: secondo l’esperto gli Stati Uniti potrebbero detenere una riserva strategica di XRP
Secondo il noto avvocato Jeremy Hogan, specializzato nel mercato crypto, presto il governo degli Stati Uniti potrebbe detenere XRP per ragioni geopolitiche ed economiche. Hogan è convinto che la struttura centralizzata di XRP sarebbe vantaggiosa per il governo degli Stati Uniti, poiché potrebbe assumere il controllo di Ripple in caso di emergenza. Quale impatto potrebbe […]
Secondo il noto avvocato Jeremy Hogan, specializzato nel mercato crypto, presto il governo degli Stati Uniti potrebbe detenere XRP per ragioni geopolitiche ed economiche. Hogan è convinto che la struttura centralizzata di XRP sarebbe vantaggiosa per il governo degli Stati Uniti, poiché potrebbe assumere il controllo di Ripple in caso di emergenza.
Quale impatto potrebbe avere questo evento sul prezzo di XRP? Nonostante il token abbia perso oltre il 17% in una settimana, il sentiment nei suoi confronti rimane altamente ottimista. Un altro asset da tenere d’occhio è Wall Street Pepe.
Questo nuovo progetto ha superato $69 milioni in prevendita e sbarcherà sugli exchange, si pensa di primo livello, tra soli 10 giorni.
Secondo l’esperto gli Stati Uniti presto avranno una riserva di XRP
Stando alle parole dell’avvocato esperto di criptovalute Jeremy Hogan, presto il governo degli Stati Uniti potrebbe detenere XRP per ragioni geopolitiche ed economiche, visto che la struttura centralizzata di XRP sarebbe vantaggiosa per il governo degli States, poiché potrebbe assumere il controllo di Ripple in caso di emergenza.
Il CEO di Ripple, Brad Garlinghouse, ha già parlato più volte di una riserva strategica focalizzata esclusivamente su Bitcoin: non sorprende che Garlinghouse promuova un approccio diversificato che includa XRP e altri asset digitali statunitensi.
Le discussioni a riguardo hanno addirittura portato a una divisione nel mondo delle criptovalute, in quanto gli appassionati di Bitcoin accusano Ripple di fare lobbying contro un’unica riserva strategica di Bitcoin.
Il vicepresidente di Riot è tra questi e afferma che: “Il più grande ostacolo a una riserva strategica di Bitcoin non sono la Fed, il Tesoro, le banche o Elizabeth Warren: è Ripple”. Bisogna tenere presente che, durante la campagna elettorale negli Stati Uniti, Ripple ha donato la cifra record di 45 milioni di dollari sia ai repubblicani, sia ai democratici.
Nelle ultime settimane si sono diffuse voci su quali altcoin potrebbero essere potenzialmente incluse nella riserva statunitense per la quale il presidente Trump propende: vengono spesso menzionati anche Ethereum, Solana, e Dogecoin, oltre appunto a XRP.
XRP perde oltre il 17% in una settimana: dove può arrivare?
Negli ultimi 14 giorni, il prezzo di Ripple ha perso circa il 17% del suo valore: di recente sono stati venduti complessivamente 130 milioni di XRP principalmente a indirizzi con partecipazioni comprese tra 10 milioni e 100 milioni di XRP.
Sono stati i grandi investitori a vendere parte delle loro posizioni Ripple, innescando così il crollo dei prezzi. Nonostante questo, la maggior parte degli osservatori del mercato è ottimista riguardo alle previsioni su Ripple nel medio e lungo termine per tre essenziali motivi.
Prima di tutto, con il cambio della guardia presso la SEC, la battaglia legale contro Ripple sembrerebbe destinata a terminare. In secondo luogo, sembra sempre più probabile il fatto che si andrà a creare una riserva nazionale di XRP; infine ci sono in ballo gli ETF spot su XRP, per i quali ci sono già domande e che potrebbero essere presto approvati.
Inoltre i progressi tecnologici aiuteranno Ripple a svolgere un ruolo più importante nel settore della finanza decentralizzata (DeFi): a questo scopo, lo scorso fine settimana è stata attivata la funzionalità “Clawback” sulla rete Ripple, che ha la funzione di rendere più sicuri determinati casi d’uso DeFi.
Nel lungo termine, sembra che il pensiero della community, nei confronti di Ripple, sia positivo, mentre nel breve termine, gli operatori di mercato prevedono turbolenze, come dimostra l’indice Fear and Greed, che attualmente si trova a 38, mentre la settimana scorsa era a 71.
Nell’attesa di importanti novità per XRP, l’attenzione si concentra su nuove meme coin come Wall Street Pepe, che è in prevendita e ha già raccolto 69 milioni di dollari, battendo diversi record nel settore delle criptovalute, motivo per il quale gli investitori sperano in rendimenti notevoli.
Wall Street Pepe vola a $69 milioni: WEPE è pronto a esplodere?
Wall Street Pepe è un nuovo progetto a tema rana che vuole formare un esercito di piccoli e medi investitori allo scopo di sfruttare le criptovalute più redditizie e livellare il mercato per tutti.
Il progetto ha riscosso tanto successo da raggiungere $69 milioni in poco tempo: ora mancano solo 10 giorni al termine di questa prevendita, che offre ancora a un costo basso il suo token di punta, WEPE.
Wall Street Pepe ha intenzione di creare una piattaforma completamente decentralizzata, alla quale avranno accesso i detentori di WEPE, che potranno così sfruttare l’Alpha Trading, ovvero l’insieme degli strumenti che metteranno i nuovi investitori al pari dei grandi detentori, con maggiore esperienza.
La WEPE Army, i la community del progetto, potrà anche partecipare a delle competizioni settimanali per ottenere i token come premio, all’interno di un gruppo privato di insider, nel quale condividere le proprie strategie di trading.
I detentori del token possono accedere anche al meccanismo di staking, disponibile sin dalla prevendita, che conta su un APY attuale del 18%. Se la prevendita ha superato $69 milioni è anche perché molti credono che il token riuscirà a raggiungere un exchange importante come Binance o Coinbase, e che potrà esplodere e dare guadagni da almeno 10x ai suoi primi investitori.