Piano di Trump per Gaza, esulta l’ultradestra. Ben Gvir: “Se Bibi lo attua torno nel governo”. Smotrich: “E’ la vera risposta al 7 ottobre”
Il ministro delle Finanze: "Ora lavoreremo per seppellire definitivamente la pericolosa idea di uno Stato palestinese". Entusiasti anche i leader dei coloni L'articolo Piano di Trump per Gaza, esulta l’ultradestra. Ben Gvir: “Se Bibi lo attua torno nel governo”. Smotrich: “E’ la vera risposta al 7 ottobre” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Oltre ogni più rosea previsione. Le parole di Donald Trump sul futuro della Striscia di Gaza – secondo cui gli Stati Uniti sarebbero disposti il controllo della Striscia di Gaza e a reinsediare altrove i suoi circa 1,8 milioni di abitanti – riscuotono il consenso unanime dell’estrema destra israeliana, che difficilmente avrebbe potuto immaginare una sponda più favorevole da un presidente degli Stati Uniti.
“Il piano presentato ieri dal presidente Trump è la vera risposta al 7 ottobre. Chiunque abbia commesso il massacro più terribile sulla nostra terra si ritroverà a perdere la sua terra per sempre”, ha commentato Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze, leader del Partito Nazionale Religioso-Sionismo Religioso, strenuo oppositore del cessate il fuoco nella Striscia, che su Telegram ha aggiunto: “Ora lavoreremo per seppellire definitivamente (…) la pericolosa idea di uno Stato palestinese“.
L’idea di Trump, della quale al momento non si conoscono i dettagli, ha entusiasmato a tal punto l’ex ministro Itamar Ben Gvir che questi ha evocato la possibilità per il suo partito di rientrare nel governo di Benyamin Netanyahu. “Non ho ancora cucito un nuovo abito ministeriale, ma non c’è dubbio che le possibilità che Otzma Yehudit torni al governo siano aumentate”, ha detto il leader ultranazionalista. “La palla è ora nelle mani del primo ministro. Non appena iniziamo e c’è l’intenzione di attuarlo, torno”. “Abbiamo un’enorme opportunità e non dobbiamo perderla – ha aggiunto -. Anche prima del 7 ottobre, ho incoraggiato l’emigrazione (dei palestinesi da Gaza) e mi hanno preso in giro. È tempo di implementarla e promuoverla”.
Non mancano le dichiarazioni dal tono messianico. Trump “sta fungendo da messaggero di Dio a sostegno del popolo di Israele e otterrà un grande successo grazie alla sua posizione incrollabile al loro fianco contro tutti i nemici”, ha esultato il rabbino Aryeh Deri, presidente del partito ultra-ortodosso Shas. “Vi benedico affinché continuiate, insieme al Primo Ministro Benjamin Netanyahu, a guidare iniziative storiche che trasformeranno il Medio Oriente e rafforzeranno la pace e la sicurezza per il popolo di Israele”, ha aggiunto. Citando poi la Bibbia: “E tutti i popoli della terra vedranno che il nome del Signore è invocato su di te, e ti temeranno”.
Anche i leader dei coloni esultano. Israel Ganz, capo dell’organizzazione Yesha Council, elogia l’idea di Trump, affermando che equivale a “dichiarare la fine del sogno palestinese di distruggere Israele attraverso Gaza o di stabilire uno Stato palestinese nel cuore della terra di Israele”. Ganz, che è anche a capo del Consiglio Regionale di Mateh Binyamin – un’autorità municipale che governa diverse dozzine di insediamenti in Cisgiordania e avamposti illegali -, aggiunge che il governo israeliano dovrebbe “adottare la visione di Trump oggi e tradurla in azione“, il che, secondo lui, dovrebbe includere anche “l’applicazione della sovranità su Giudea e Samaria”, intendendo l’annessione della Cisgiordania.
Anche Nachala, organizzazione che ha promosso e fatto pressioni per il ripristino degli insediamenti a Gaza sin dall’inizio della guerra, lancia un appello: “Sulla base dell’assunzione che la dichiarazione di Trump venga tradotta in azione pratica, gli insediamenti dovrebbero essere costruiti rapidamente in tutta la Striscia di Gaza“, afferma Nachala, che ha già organizzato centinaia di attivisti in gruppi per creare nuovi insediamenti nell’enclave nel caso in cui si presentasse l’opportunità.
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