Perché la Cina colpisce Calvin Klein, Tommy Hilfiger e Illumina?
Non solo Google. Nel mirino della Cina, in risposta ai dazi di Trump, sono finiti anche la PVH Corp, proprietaria dei marchi di moda Calvin Klein e Tommy Hilfiger, e l'azienda di biotecnologie Illumina. Fatti, numeri e commenti
Non solo Google. Nel mirino della Cina, in risposta ai dazi di Trump, sono finiti anche la PVH Corp, proprietaria dei marchi di moda Calvin Klein e Tommy Hilfiger, e l’azienda di biotecnologie Illumina. Fatti, numeri e commenti
Anche moda e biotech pagheranno le conseguenze dei dazi imposti alla Cina dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Oltre a Google, tra le “entità non affidabili”, Pechino ha infatti inserito pure le americane PVH Corp, proprietaria dei marchi Calvin Klein e Tommy Hilfiger, e Illumina. In un comunicato, il ministero del Commercio ha affermato che le aziende “hanno violato i normali principi di negoziazione del mercato” e hanno discriminato le aziende cinesi.
Pechino, a differenza di Washington, non ha colpito tutte le importazioni in blocco ma ha individuato una manciata di grandi aree – e di grandi aziende. Per gli analisti, si tratta di una reazione prudente in quanto parte di una strategia negoziale che punta a un accordo.
PERCHÉ COLPIRE PVH…
Tra la Cina e PVH ci sono dei trascorsi e, come è capitato anche con altre aziende di moda, le tensioni riguardano la regione dello Xinjiang, dove secondo Pechino ci sono dei “campi di rieducazione” per gli uiguri, mentre il Parlamento europeo ha denunciato i lavori forzati a cui la minoranza musulmana è sottoposta da parte del governo e le Nazioni Unite ritengono che “le accuse di modelli di tortura o maltrattamento, tra cui trattamenti medici forzati e condizioni di detenzione avverse, sono credibili, così come le accuse di singoli episodi di violenza sessuale e di genere”. Inoltre, un report indipendente del 2021 ha dimostrato che questi luoghi sono stati in realtà ideati dalla Cina per “eliminare” gli uiguri proprio attraverso dei “centri di detenzione” nello Xinjiang.
Lo scorso settembre il ministero del Commercio cinese aveva avviato un’indagine per verificare se PVH avesse boicottato “ingiustamente” il cotone e altri prodotti dello Xinjiang e a inizio 2025 ha dichiarato che l’azienda statunitense ha tenuto una condotta “impropria” nei confronti della regione dello Xinjiang, senza però approfondire la questione.
PVH si è detta “profondamente delusa” dalla decisione del ministero, aggiungendo di mantenere una “rigorosa conformità” alle normative e agli standard del settore. Tuttavia, nel 2020, i gruppi per i diritti umani hanno affermato che quasi tutta l’industria della moda è complice del lavoro forzato perpetrato nella regione.
…E LA BIOTECH ILLUMINA?
Anche il gigante del sequenziamento del DNA Illumina, come PVH, secondo Pechino ha adottato “misure discriminatorie contro le imprese cinesi” e “danneggiato” i diritti e gli interessi legittimi delle aziende cinesi. “L’inserimento nella watchlist espone Illumina a potenziali multe e sanzioni, oltre che a possibili restrizioni su assunzioni, vendite e altri investimenti”, scrive Fierce Biotech, precisando che ieri il prezzo delle azioni della società è sceso di circa il 4% in seguito alla notizia.
“Illumina ha una presenza di lunga data in Cina, dove serve il mercato locale grazie ai nostri progressi nella genomica che aiutano a migliorare la salute umana. Stiamo valutando questo annuncio con l’obiettivo di trovare una soluzione positiva. Nel frattempo, ci impegniamo a continuare a servire la salute globale”. È quanto dichiarato dall’azienda in un comunicato.
Negli ultimi anni, aggiunge Fierce Biotech, Illumina si è vantata della sua presenza in Cina, dove ha stimato che il settore del sequenziamento del DNA sta crescendo più rapidamente del mercato globale. L’azienda ha aperto il suo primo sito produttivo nel Paese nel 2022, iniziando con un impianto di reagenti a Shanghai. All’epoca aveva dichiarato di voler espandere la produzione locale per includere sia gli strumenti che i materiali di consumo entro il 2028.
L’IMPATTO ECONOMICO SU ILLUMINA, CALVIN KLEIN E TOMMY HILFIGER
La decisione di Pechino potrebbe comportare per le aziende coinvolte l’applicazione di sanzioni, oltre che un impatto sulle loro entrate. Per rendere l’idea Quartz riferisce che nel 2023 l’azienda di biotecnologie Illumina ha registrato un fatturato di 384 milioni di dollari nella regione della “Grande Cina”, che comprende Hong Kong e Taiwan, a fronte di un fatturato complessivo di 4,5 miliardi di dollari; mentre, nello stesso anno, PVH ha registrato 1,6 miliardi di dollari di ricavi dalla regione Asia-Pacifico, rispetto ai 9,2 miliardi di dollari di vendite complessive.
IL PARERE DEGLI ANALISTI
Se per il Wall Street Journal l’iniziativa di Trump sui dazi è “la più stupida guerra commerciale della storia”, per gli analisti di Oxford Economics la ritorsione iniziale di Pechino è invece una “mossa più che altro simbolica”.