Perché ci sono troppi allarmi (e qualche bugia) sulla sventagliata trumpiana di dazi
I dazi decisi da Trump contro Canada, Messico e Cina. Gli effetti potenziali. E i veri obiettivi. L'approfondimento di Giuseppe Liturri
I dazi decisi da Trump contro Canada, Messico e Cina. Gli effetti potenziali. E i veri obiettivi. L’approfondimento di Giuseppe Liturri
Oggi il Corriere della Sera si distingue per la “sobrietà” dei titoli. Si spazia da “Usa, parte la guerra dei dazi”, in prima pagina, per proseguire con «Commercio, la guerra mondiale, scattano i dazi di Trump» e per finire con la granitica certezza di «aumenteranno i prezzi dei beni sui mercati internazionali».
Rassicuriamo subito i lettori magari impauriti da questi toni da ultima spiaggia, le cose non stanno affatto così. Sono mesi che si rincorrono le ipotesi più fantasiose sulle misure di Trump e i relativi effetti, spesso elencati senza avere la benché minima cognizione di causa.
Poi basta dare la parola a qualche imprenditore, che con gli Usa ci lavorano e le preoccupazioni svaniscono, almeno in parte perché «Dipende da noi. I dazi Usa possono essere anche una buona opportunità, una sfida ad aumentare la competitività deinostri prodotti. Ai dazi si risponde prima di tutto con prodotti ancora più competitivi sia sul piano del prezzo che su quello della qualità. Va tenuto conto poi che le nostre imprese, anche le medio-piccole, sono diventate molto brave nel diversificare i mercati di approdo».
Con questo non si vuole dire che saranno rose e fiori ma che è un argomento troppo complesso e articolato per semplificarlo in questo modo.
I dazi sono un’imposta che paga l’importatore che quindi, in prima battuta, vede aumentare il costo del prodotto acquistato. Di conseguenza, gli si aprono diverse alternative:
Probabilmente l’importatore deciderà di fare, in diversa misura, tutte e tre queste scelte.
Gli effetti a valle sulla catena di fornitura possono essere molto diversi in relazione a:
Da ultimo, siccome ««chiacchiere e tabacchiere di legno il Monte Santo non ne accetta in pegno», dobbiamo stare ai fatti. E i fatti sono l’ordine esecutivo emesso da Trump ieri sera per disporre dazi a carico delle merci provenienti da Canada e Messico.
Buona parte del documento è dedicato a spiegare che questa decisione ha l’unico fine di punire quei due Paesi per la scarsa collaborazione («failing to devote sufficient attention
Questo dice Trump. Ora, gli si potrà credere o non credere, considerando il tema degli stupefacenti come un pretesto, ma quando si negozia si fa così. Si mette la pistola sul tavolo e si fa capire al proprio interlocutore che nessuna opzione è esclusa ed è difficile che Trump voglia spararsi… nei piedi.