Paragon Spyware: bloccato in Italia per uso non corretto. Il problema è chi lo utilizza

La società israeliana Paragon ha escluso l'Italia dall'uso del software di intercettazione Paragon perché ne avrebbe fatto un uso improprio, intercettando dei giornalisti. Il problema è il controllo serio dell'accesso a questi strumenti pericolosi e invasivi L'articolo Paragon Spyware: bloccato in Italia per uso non corretto. Il problema è chi lo utilizza proviene da Scenari Economici.

Feb 7, 2025 - 13:07
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Paragon Spyware: bloccato in Italia per uso non corretto. Il problema è chi lo utilizza

Il produttore israeliano di spyware Paragon ha interrotto i suoi rapporti con l’Italia, disconnettendo anche il suo accesso a Graphite, una tecnologia di sorveglianza di livello militare in grado di hackerare smartphone criptati e applicazioni come le messaggerie, come riportato da Haarez.

La decisione segue le accuse mosse venerdì da WhatsApp, secondo cui il software sarebbe stato utilizzato per violare gli account di quasi 100 giornalisti e attivisti della società civile, tre dei quali potenziali vittime, critici nei confronti dell’attuale governo italiano di estrema destra del Primo Ministro Giorgia Meloni.

Questo segna l’ennesimo scandalo che percorre i servizi di sicurezza e le autorità inquirenti del nostro paese, con troppi usi esterni delle tecnologiee e dei database originariamente destinati strettamente all’uso dei servizi segreti. I casi invece Striano ed Equalize, unito a questo ultimo evento, mostrano come gli apparati di sicurezza siano infiltrati da un po’ troppa gente che fa gli affari proprio, o quelli di altri committenti, invece che quelli dello stato.

La società

Paragon lavora esclusivamente con enti statali, tra cui l’establishment di sicurezza israeliano e l’FBI, e altri negli Stati Uniti, fornendo loro capacità di hacking sotto forma di spyware chiamato Graphite. Ha anche diversi clienti in Europa, in particolare nell’UE, tra cui l’Italia, dove collabora con due diversi organismi: un’agenzia delle forze dell’ordine e un’organizzazione di intelligence.

Questa è la prima volta che l’azienda, recentemente venduta a un appaltatore della difesa americano, viene collegata a casi in cui la tecnologia potrebbe essere stata utilizzata in modo improprio.

Paragon ha chiesto all’Italia di rispondere alle accuse e di fornire dettagli sul presunto hacking. All’inizio di questa settimana, i due clienti italiani sono stati disconnessi da Graphite e hanno perso l’accesso allo spyware.

Mercoledì, il governo italiano ha risposto alle accuse di presunta violazione, negandole a Paragon e successivamente al pubblico in una dichiarazione dell’Ufficio del Primo Ministro.

La dichiarazione ha negato di aver preso di mira i giornalisti e sembrava  scaricare la colpa anche su altre nazioni europee: “Gli utenti coinvolti finora appartengono a numeri con prefissi telefonici attribuibili, oltre all’Italia, ai seguenti paesi: Belgio, Grecia, Lettonia, Lituania, Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia“, ha dichiarato l’Italia, fornendo di fatto un elenco di clienti Paragon nell’UE, ad eccezione di Lettonia e Grecia, con cui l’azienda non risulta collaborare.

Paragon, a quanto pare, non ha accettato la spiegazione italiana. Giovedì mattina, è trapelata la notizia che i proprietari americani e la direzione israeliana di Paragon avevano deciso di non ripristinare l’accesso dei clienti italiani e di interrompere tutti i legami con il paese con effetto immediato.

Una possibile spiegazione è che Paragon ritenga che gli italiani stiano mentendo, in quanto l’azienda può esaminare l’utilizzo del suo sistema da parte dei clienti quando vi sono preoccupazioni credibili di uso improprio o violazioni del suo cosiddetto “accordo con l’utente finale”, come sarebbe avvenuto in questo caso.

Probabilmente il governo italiano, come nei casi Striano e Equalize,  è all’oscuro di come effettivamente siano utilizzate le tecnologie messe a disposizione dei servizi. Fra magistratura e inquirenti, come dimostrano appunto i casi Striano ed Equalize, vi è troppo senso di impunità e, nel caso specifico, il governo fa male a non dare una stretta all’uso di questi strumenti e, soprattutto, ad affidarne la supervisione a persone esperte, fedeli e , soprattutto, attenti servitori dello stato.


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