Paragon, Salvini evoca un “regolamento di conti tra Servizi” e chiede “chiarezza”. Almeno 3 membri di Mediterranea spiati dallo spyware

"Che ci siano paginate dove agenti segreti attaccano altri agenti, invece di difendere l’interesse nazionale è preoccupante", ha continuato il vicepremier L'articolo Paragon, Salvini evoca un “regolamento di conti tra Servizi” e chiede “chiarezza”. Almeno 3 membri di Mediterranea spiati dallo spyware proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 7, 2025 - 12:57
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Paragon, Salvini evoca un “regolamento di conti tra Servizi” e chiede “chiarezza”. Almeno 3 membri di Mediterranea spiati dallo spyware

Il vicepremier della Lega chiede chiarezza. Sulla presunta attività di spionaggio del software di Paragon contro giornalisti e attivisti, Matteo Salvini evoca uno scontro tra servizi segreti: “Sicuramente è fondamentale un momento di chiarezza in quelli che paiono regolamenti di conti all’interno dei servizi di intelligence che svolgono un ruolo fondamentale per la stabilità, la sicurezza e la democrazia del Paese”. “Che ci siano paginate quotidiane dove agenti segreti attaccano altri agenti segreti, invece di difendere l’interesse nazionale questo sì è preoccupante”, ha continuato Salvini intervenendo alla conferenza stampa della Lega sulla rottamazione. Il leader del Carroccio precisa comunque di non conoscere la società israeliana: “Non c’ho mai avuto a che fare, non ha mai collaborato con realtà a me vicine o conosciute e quindi non so cosa rispondere, onestamente”, e annuncia che lunedì sarà in Israele “e chiederò qualcosa a loro“.

I partiti di opposizione, intanto, continuano a chiedere un’informativa urgente al governo sul caso: “Il governo è stato smentito, chiarisca”, è il comune denominatore delle dichiarazioni degli esponenti dei gruppi di opposizione. Il riferimento è alle notizie che hanno confermato che lo spyware prodotto da Paragon in Italia ha due clienti: “Un’agenzia di polizia e un’organizzazione di intelligence. O meglio, aveva: il Guardian, infatti, ha rivelato che la società ha deciso mercoledì scorso di rescindere il contratto, stabilendo che l’Italia ha violato i termini di servizio e il quadro etico. Poche ore prima, mercoledì sera, la Presidenza del Consiglio aveva diffuso una nota limitandosi a escludere il coinvolgimento dell’intelligence e quindi del Governo nella presunta attività di spionaggio.

In queste ore arrivano anche ulteriori dettagli. Sono certamente più di due le persone di Mediterranea che sono state “spiate” attraverso lo spyware Graphite della società Paragon Solutions. Secondo quanto si apprende, infatti, almeno tre persone – forse anche quattro – che fanno parte dell’ong hanno ricevuto il messaggio da parte di Meta che li avvertiva di una violazione dei loro dispositivi. Due giorni fa il capomissione dell’organizzazione Luca Casarini aveva denunciato pubblicamente di essere nella lista delle persone spiate dal software dell’azienda israeliana. Il suo era il secondo nome venuto fuori dopo quello del direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato. Lunedì prossimo il team legale di Mediterranea – l’ong che si occupa di ricerca, soccorso e tutela dei migranti – presenterà un esposto “al centro di sicurezza cibernetica della polizia di Stato di Palermo“, conferma Casarini. Oltre a Casarini tra gli attivisti di Mediterranea avrebbero subito l’infiltrazione nel proprio smartphone anche un rifugiato sudanese e Beppe Caccia, l’armatore della nave umanitaria. A questi si aggiunge anche anche Husam El Gomati, oppositore libico che vive in Svezia: “Sono stato hackerato mentre mediavo coi servizi per liberare cinque libici”, ha dichiarato in un’intervista al Fatto Quotidiano. In totale sarebbero 90 le persone spiate attraverso il software Graphite: di questi 7 gli italiani.

“Ci sono altri membri” di Mediterranea Saving Humans spiati dallo spyware Graphite della azienda israeliana Paragon. “Abbiamo verificato e sono almeno tre”, in pratica “la metà” tra gli italiani, ha detto Luca Casarini, fondatore e capomissione della ong: “Io credo che questo possa significare che Mediterranea è uno dei target, non io personalmente ma la ong in quanto tale”, ha aggiunto. A suo parere ciò è “dovuto anche al fatto che noi gestiamo l’unica nave battente bandiera italiana“. Inoltre “il contesto in cui questo sta avvenendo è quello della Libia e il memorandum Italia-Libia. A noi i libici hanno anche sparato addosso, siamo particolarmente esposti con i libici e direi anche con chi cerca di capire cosa facciamo e cosa faremo”, ha concluso.

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